lunedì 16 maggio 2016

La storia di Kullervo

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La storia di Kullervo

Autore: J.R.R. Tolkien.
Genere: fantasy.

Dopo “I figli di Hurin” arriva in libreria un altro atteso inedito del grande maestro del fantasy J.R.R. Tolkien. Si tratta di “La storia di Kullervo”.

Liberamente ispirato al corpus di mitologia nordica dei Kalevala, di cui lo Scrittore fu studioso, la storia possiede tutti i contenuti della tragedia aristotelica come viene sapientemente illustrato nella precisa introduzione scritta da Verlyn Flieger.

Il personaggio protagonista, Kullervo, è tutt'altro che un tipo simpatico.

Un “omaccio” cui la malasorte sembra averlo predestinato a una vita grama. 

La triste fine della sua Famiglia, spazzata via dall'ira di suo zio, uomo malvagio e corrotto dalle brame di potere porta il giovane sopravvissuto a dover condividere la propria esistenza proprio in casa del nemico.

Allora Kalervo, con animo pesante, disse: “Moglie mia, quello non è il vapore dei fumi d'autunno, non è un'oscurità che passa e va; temo che sia una nube che non passerà veloce, e non certo prima d'aver travolto la mia casa e la mia gente in una burrasca ostile”. Poi, agli occhi d'entrambi apparve l'accozzaglia che Untamo aveva radunato ed essi poterono vederne il numero e la forza e i vestimenti di un vivo rosso scarlatto”. Tratto da “La storia di Kullervo” di J.R.R. Tolkien, ed. Bompiani.

Kullervo viene infatti allevato come uomo di fatica. Un quasi schiavo, destinato cioè a sgobbare per la stessa mano che gli ha portato via tutto.

Tuttavia il giovane dimostra una inettitudine allo svolgimento di qualunque attività. Anzi, in lui sembra esserci una vera e propria forza contraria che lo porta a distruggere o a viziare quel che tocca.

Il suo unico compagno in quell'isolamento è un cane nero dal nome di Musti, che è portatore di una potente magia. Anch'essa violenta e spesso distruttiva.

L'inutilità di Kullervo gli vale l'esilio. Un lungo viaggio. Lontano, forse abbastanza da non voler fare ritorno. Ad attenderlo c'è un impiego sempre come manovale o tuttofare presso la casa del Fabbro. Al servizio suo e della sua signora.

Una donna intimamente crudele il cui principale sfizio è assecondare gli dei attraverso invocazioni e canti nei quali ella è particolarmente abile.

Ora, Asemo aveva per moglie la figlia di Koi, Regina delle paludi del nord, luogo dal quale egli aveva portato la magia e altre cose oscure là a Puhosa e sino a Sutsi, pressi i grandi fiumu e gli specchi d'acqua circondati da canne. Ella era bella ma dolce soltanto verso Asemo”. Tratto da “La storia di Kullervo” di J.R.R. Tolkien, ed. Bompiani.

Il risentimento di Kullervo cresce a tal punto da arrivare a trascurare persino il ricordo di quel che resta del suo stesso sangue, compresa la giovanissima sorella. Finchè l'ira diventa odio e successivamente desiderio di vendetta. Che colpisce implacabile la moglie del suo nemico.

Il tempo di un nuovo esilio è quindi maturo e Kullervo intraprende l'unico destino che il fato sembra avergli riservato: la vendetta verso lo zio. Comincia quindi il viaggio di ritorno. Ma prima di poter sfogare la sua sete di sangue egli cade preda del desiderio verso un giovane donna smarritasi nei boschi.

Chi mi ha fatto e chi mi a mal destinato
a errare così sotto il sole e sotto la luna
sotto il cielo aperto così per sempre?
Altri possono camminare verso casa
verso la casa che riluce nella sera
ma la mia dimora è nella foresta.
Debbo dormire in stanze di vento
e lavarmi sotto le piogge amare
e tra l'erica è il mio focolare
nelle ampie sale dove il vento imperversa
sotto la pioggia e con ogni tempo.”
Tratto da “La storia di Kullervo” di J.R.R. Tolkien, ed. Bompiani.

Una volta abbandonata anch'ella resta solo l'atto finale del massacro da compiere. Al termine del quale si riveleranno le follie compiute e lo scempio della ragione. Ultimo tassello prima del finale tragico, forse l'unico possibile per questo figlio della malasorte.

La Bompiani ha svolto un gran bel lavoro.

Oltre a proporre il racconto in lingua originale con a margine la traduzione italiana, spesso coadiuvato da interessanti foto della prima stesura a mano dello stesso Tolkien, ci sono numerosissimi contenuti aggiuntivi di assoluto pregio.

Vengono riproposti interventi importanti di Studiosi di Tolkien accreditati a livello mondiale. Spiegazioni quindi che abbracciano la natura della mitologia eroica del Kalevala come pure il desiderio del grande Scrittore di creare una mitologia più anglosassone e meglio radicata con la terra e le sue origini nel passato. Poi incontriamo numerose note e commenti che impreziosiscono alcuni punti di indiscutibile interesse nella concezione dell'Universo Tolekiano (dalla celebre lingua Quenya ai riferimenti alla magia nella prima era che in questo racconto non mancano e sono particolarmente intriganti).

La storia di kullervo è stata una tappa essenziale del percorso di Tolkien dall'adattamento all'invenzione, culminato nel Silmarillion. E' stata un anticipazione della tragica epopea di Turin Turambar, uno dei tre “Grandi Racconti” della mitologia della Terra di Mezzo. Senza questo racconto, avremmo solo l'inizio (il Kalevala) e la fine (Turin) del processo, ma non l'indispensabile parte centrale”. Tratto da “Tolkien, il Kalevala e la storia di Kullervo, di Verlyn Flieger, in “La storia di Kullervo”, ed. Bompiani.

Su Tolkien è stato scritto di tutto e giustamente prosegue l'impegno divulgativo delle fondamentali associazioni di “Tolkeniani” dove esperti e studiosi si confrontano per offrire ai lettori una panoramica sempre attuale e ben spiegata dell'opera di questo Scrittore senza eguali.

La storia di Kullervo” aggiunge un passaggio fondamentale nel capire l'evoluzione della cifra letteraria dell'Autore, le sue intenzioni e la passione che lo ha sempre spinto a confrontarsi con l'indagine storica e culturale.

Il libro della Bompiani è essenziale per tutti i cultori di Tolkien: assolutamente da aggiungere alla propria libreria. E' un prodotto di altissimo livello qualitativo, facilmente leggibile. Da esplorare e da conservare data la bellezza con cui si presenta.

Consigliato, anzitutto agli appassionati di Tolkien (gli altri che cosa aspettano a diventarlo?)

Marco Solferini
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