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La rivista culturale: "Il Salotto degli Autori" ( http://www.ilsalottodegliautori.it ) edita dall'Associazione letteraria "Carta e Penna"
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La
scala di ferro
Autore:
Georges Simenon.
Genere:
giallo - sentimentale.
Parigi,
anni 50.
Etienne
è malato. Si sente debole. E' sempre stanco e spesso ha problemi di
stomaco che gli provocano degli attacchi improvvisi. Pur essendo un
uomo di mezz'età è costretto a starsene a letto nella grande casa
che ospita lui e la moglie posta al di sopra del loro negozio.
Lui e
Louise, una coppia di commercianti che vive un rapporto affettivo
molto inteso.
«Sapevano
entrambi che cosa voleva dire. Louise si sdraiava, senza coprirsi.
Sentivano, appena attutiti, i rumori esterni e avevano un pò
l'impressione di essere ai margini della folla, e all'improvviso una
voce anonima, qualche parola proferita più forte si insinuava nella
loro intimità». Tratto da «La scala di ferro» di
Georges Simenon.
Una
passione nata anni prima quando «lei» era già sposata e che si è
consolidata con la morte del precedente marito e le successive nuove
nozze.
Eppure,
durante questa inspiegabile malattia Etienne ha il tempo per notare
alcuni impercettibili cambiamenti nella moglie. Frasi, ammiccamenti,
gesti, circostanze.. una sequenza di piccole esperienze domestiche
che la vita matrimoniale ha reso parte di una ritualità casalinga e
affettiva.
«Louise
portava abiti di un materiale morbido e setoso che, a ogni movimento,
rivelava la piena maturità delle sue forme, così che, mentre gli si
muoveva intorno, lui era sempre tentato di immaginarla nuda».
Tratto da «La scala di ferro» di Georges Simenon.
Il
dubbio si insinua come un tarlo nella mente dell'uomo.
Possibile
che lei abbia un amante? Qualcuno che sia esattamente ciò che è
stato lui anni addietro? E la morte del suo primo marito è stata
davvero una coincidenza o c'è dell'altro? Potrebbe la storia
ripetersi?
Interrogativi
che aprono le finestre sul giallo alla Simenon.
Autore
giustamente celebrato come uno dei più straordinari giallisti del
secolo scorso è il padre del famosissimo Commissario Maigret e ha
firmato tantissimi romanzi che sono patrimonio irrinunciabile di
qualunque lettore.
Personalmente
sono da sempre un cultore appassionato di questo scrittore senza
eguali.
Le sue
descrizioni ambientali sono un atto di grandiosità espositiva basato
sul miniaturismo plastico degli oggetti la cui collocazione romanzata
è sempre di una bellezza ammantata di grazia. Lascia il segno.
«C'erano
stati molti momenti come quelli nella loro vita: provavano un piacere
sottile, rientrando, nel salire la scala male illuminata, infilare la
chiave nella serratura, essere investiti dall'odore di casa e
penetrare finalmente nel loro regno segreto». Tratto da «La
scala di ferro» di Georges Simenon.
L'amabilità
di come riesce ad usare le parole unendole le une alle altre con un
sentimento di rispetto è ammaliante. Perchè Simenon è un artista
della comunicazione. Nelle sue frasi nulla è lasciato al caso. Ogni
sviluppo è concepito con oculata saggezza e riposto nel puzzle della
narrazione. Sempre al posto giusto.
Questo
trasmette un sentimento di piacevolezza nella lettura che, una volta
incontrato, lo si può solo definire irrinunciabile.
«Etienne
non era in grado di rispondere. Sarebbe stato incapace di parlare,
come pure di staccare gli occhi dalla porta dietro la quale si udiva
un sommesso parlottare. Dalla cucina venivano rumori di stoviglie e a
ondate arrivava la musica delle giostre. Tutto questo restava
irreale. Come un presente non ancora completamente vissuto».
Tratto da «La scala di ferro» di Georges Simenon.
Maestro
del giallo ai livelli più alti. Ha ispirato i grandi scrittori
contemporanei grazie alla sua profonda indagine conoscitiva del
comportamento umano. Le psicosi dei personaggi che oscillano tra la
verità e la fantasia, in quella mezzaria dove si muove (e si
alimenta) il sospetto rappresentano delle pietre miliari nella
letteratura che lui ha concepito e raccontato con suprema bravura.
«Dopo
aver spento la luce si mise a letto, cercò la posizione giusta sotto
le coperte, e lui si domandò se avrebbe rispettato il loro rito
della buonanotte; restò in attesa trattenendo il respiro».
Tratto da «La scala di ferro» di Georges Simenon.
E in
questo scritto ne abbiamo ampia prova.
Incontriamo
un Simenon più categorico rispetto al passato. Nudo e crudo
direbbero alcuni. La cui audacia narrativa si evolve verso il tratto
più tragico della sua esaustività perchè il protagonista viene
ingabbiato all'interno delle scelte, quasi labirintiche, compiute nel
suo passato.
«Era
uno sguardo grave, senz'ombra di apprensione, neanche a fior di
pelle, lo sguardo di una donna che guarda le cose in faccia,
seriamente e con calma». Tratto da «La scala di ferro»
di Georges Simenon.
Ciò
che l'Autore vuole è mettere in prosa il significato della
predestinazione figlia e conseguenza delle scelte compiute la cui
volontaria accettazione non può essere dimenticata ne cancellata.
Alcuni direbbero: «il destino presenta il conto». In verità credo
che lo scrittore abbia voluto razionalizzare quell'aspetto dell'animo
umano più ipocrita che tende a sfruttare le circostanze favorevoli
con l'ambiguità (ma anche la superficialità) di chi vuole e ottiene
quel che si convince di meritare. Senza ricordarsi però di fare
attenzione a ciò che si desidera e alle conseguenze che questo
comporta.
«Il
negozio, le merci, i mobili, tutto ciò che gli stava intorno
apparteneva a Louise e, a quarant'anni, lui non possedeva niente di
suo, neanche, a guardar le cose freddamente, le poche banconote da
cento franchi che aveva nel portafoglio». Tratto da «La
scala di ferro» di Georges Simenon.
Il
crudele epitaffio annida nel fatto che se è vero che tutto scorre
allora nulla può essere veramente lasciato al caso e la resa dei
conti è dietro l'angolo. Sempre. Anche se cade molti anni dopo.
Nascondere
la colpa è come voler celare la polvere sotto il tappeto. Essa resta
e il confronto finale è con la reminiscenza quale consapevolezza
acquisita.
Ecco,
il genio dell'Autore pone il lettore di fronte a questa evoluzione
del protagonista e concepisce il quesito: «che cosa farà l'antieroe
una volta che avrà capito la sua natura, spogliato cioè
dell'illusione di cui si è circondato?»
«Gli
pareva di sentire le domande bisbigliate attraverso la grata del
confessionale. E lui diceva tutto, cose che non aveva mai voluto
vedere con chiarezza, e che per anni aveva ricacciato nella penombra
dell'inconscio». Tratto da «La scala di ferro» di
Georges Simenon.
La
risposta è al termine della storia la cui cadenza temporale e
descrittiva sembra un immensa giostra di colori concepita per stupire
il lettore portandolo con sè nel mondo del giallo.
Ancora
una volta merita una menzione l'ottimo formato degli «Adelphi».
Collana prestigiosa e particolarmente bella offre un formato compatto
stile book qualitativamente superiore che rende tutti i romanzi
pubblicati di questo Autore sicuramente da collezione.
«La
scala di ferro» è un grandissimo giallo a firma Geroges
Simenon, uno dei migliori Autori del genere. Una gara contro la
perfezione perchè non è un caso che questo Autore sia considerato
giustamente uno dei più grandi scrittori del genere.
Assolutamente
immancabile. Da leggere.
Marco
Solferini
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