lunedì 14 marzo 2016

La scala di ferro

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La scala di ferro

Autore: Georges Simenon.
Genere: giallo - sentimentale.

Parigi, anni 50.

Etienne è malato. Si sente debole. E' sempre stanco e spesso ha problemi di stomaco che gli provocano degli attacchi improvvisi. Pur essendo un uomo di mezz'età è costretto a starsene a letto nella grande casa che ospita lui e la moglie posta al di sopra del loro negozio.

Lui e Louise, una coppia di commercianti che vive un rapporto affettivo molto inteso.

«Sapevano entrambi che cosa voleva dire. Louise si sdraiava, senza coprirsi. Sentivano, appena attutiti, i rumori esterni e avevano un pò l'impressione di essere ai margini della folla, e all'improvviso una voce anonima, qualche parola proferita più forte si insinuava nella loro intimità». Tratto da «La scala di ferro» di Georges Simenon.

Una passione nata anni prima quando «lei» era già sposata e che si è consolidata con la morte del precedente marito e le successive nuove nozze.

Eppure, durante questa inspiegabile malattia Etienne ha il tempo per notare alcuni impercettibili cambiamenti nella moglie. Frasi, ammiccamenti, gesti, circostanze.. una sequenza di piccole esperienze domestiche che la vita matrimoniale ha reso parte di una ritualità casalinga e affettiva.

«Louise portava abiti di un materiale morbido e setoso che, a ogni movimento, rivelava la piena maturità delle sue forme, così che, mentre gli si muoveva intorno, lui era sempre tentato di immaginarla nuda». Tratto da «La scala di ferro» di Georges Simenon.

Il dubbio si insinua come un tarlo nella mente dell'uomo.

Possibile che lei abbia un amante? Qualcuno che sia esattamente ciò che è stato lui anni addietro? E la morte del suo primo marito è stata davvero una coincidenza o c'è dell'altro? Potrebbe la storia ripetersi?

Interrogativi che aprono le finestre sul giallo alla Simenon.

Autore giustamente celebrato come uno dei più straordinari giallisti del secolo scorso è il padre del famosissimo Commissario Maigret e ha firmato tantissimi romanzi che sono patrimonio irrinunciabile di qualunque lettore.

Personalmente sono da sempre un cultore appassionato di questo scrittore senza eguali.

Le sue descrizioni ambientali sono un atto di grandiosità espositiva basato sul miniaturismo plastico degli oggetti la cui collocazione romanzata è sempre di una bellezza ammantata di grazia. Lascia il segno.

«C'erano stati molti momenti come quelli nella loro vita: provavano un piacere sottile, rientrando, nel salire la scala male illuminata, infilare la chiave nella serratura, essere investiti dall'odore di casa e penetrare finalmente nel loro regno segreto». Tratto da «La scala di ferro» di Georges Simenon.

L'amabilità di come riesce ad usare le parole unendole le une alle altre con un sentimento di rispetto è ammaliante. Perchè Simenon è un artista della comunicazione. Nelle sue frasi nulla è lasciato al caso. Ogni sviluppo è concepito con oculata saggezza e riposto nel puzzle della narrazione. Sempre al posto giusto.

Questo trasmette un sentimento di piacevolezza nella lettura che, una volta incontrato, lo si può solo definire irrinunciabile.

«Etienne non era in grado di rispondere. Sarebbe stato incapace di parlare, come pure di staccare gli occhi dalla porta dietro la quale si udiva un sommesso parlottare. Dalla cucina venivano rumori di stoviglie e a ondate arrivava la musica delle giostre. Tutto questo restava irreale. Come un presente non ancora completamente vissuto». Tratto da «La scala di ferro» di Georges Simenon.

Maestro del giallo ai livelli più alti. Ha ispirato i grandi scrittori contemporanei grazie alla sua profonda indagine conoscitiva del comportamento umano. Le psicosi dei personaggi che oscillano tra la verità e la fantasia, in quella mezzaria dove si muove (e si alimenta) il sospetto rappresentano delle pietre miliari nella letteratura che lui ha concepito e raccontato con suprema bravura.

«Dopo aver spento la luce si mise a letto, cercò la posizione giusta sotto le coperte, e lui si domandò se avrebbe rispettato il loro rito della buonanotte; restò in attesa trattenendo il respiro». Tratto da «La scala di ferro» di Georges Simenon.

E in questo scritto ne abbiamo ampia prova.

Incontriamo un Simenon più categorico rispetto al passato. Nudo e crudo direbbero alcuni. La cui audacia narrativa si evolve verso il tratto più tragico della sua esaustività perchè il protagonista viene ingabbiato all'interno delle scelte, quasi labirintiche, compiute nel suo passato.

«Era uno sguardo grave, senz'ombra di apprensione, neanche a fior di pelle, lo sguardo di una donna che guarda le cose in faccia, seriamente e con calma». Tratto da «La scala di ferro» di Georges Simenon.

Ciò che l'Autore vuole è mettere in prosa il significato della predestinazione figlia e conseguenza delle scelte compiute la cui volontaria accettazione non può essere dimenticata ne cancellata. Alcuni direbbero: «il destino presenta il conto». In verità credo che lo scrittore abbia voluto razionalizzare quell'aspetto dell'animo umano più ipocrita che tende a sfruttare le circostanze favorevoli con l'ambiguità (ma anche la superficialità) di chi vuole e ottiene quel che si convince di meritare. Senza ricordarsi però di fare attenzione a ciò che si desidera e alle conseguenze che questo comporta.

«Il negozio, le merci, i mobili, tutto ciò che gli stava intorno apparteneva a Louise e, a quarant'anni, lui non possedeva niente di suo, neanche, a guardar le cose freddamente, le poche banconote da cento franchi che aveva nel portafoglio». Tratto da «La scala di ferro» di Georges Simenon.

Il crudele epitaffio annida nel fatto che se è vero che tutto scorre allora nulla può essere veramente lasciato al caso e la resa dei conti è dietro l'angolo. Sempre. Anche se cade molti anni dopo.

Nascondere la colpa è come voler celare la polvere sotto il tappeto. Essa resta e il confronto finale è con la reminiscenza quale consapevolezza acquisita.

Ecco, il genio dell'Autore pone il lettore di fronte a questa evoluzione del protagonista e concepisce il quesito: «che cosa farà l'antieroe una volta che avrà capito la sua natura, spogliato cioè dell'illusione di cui si è circondato?»

«Gli pareva di sentire le domande bisbigliate attraverso la grata del confessionale. E lui diceva tutto, cose che non aveva mai voluto vedere con chiarezza, e che per anni aveva ricacciato nella penombra dell'inconscio». Tratto da «La scala di ferro» di Georges Simenon.

La risposta è al termine della storia la cui cadenza temporale e descrittiva sembra un immensa giostra di colori concepita per stupire il lettore portandolo con sè nel mondo del giallo.

Ancora una volta merita una menzione l'ottimo formato degli «Adelphi». Collana prestigiosa e particolarmente bella offre un formato compatto stile book qualitativamente superiore che rende tutti i romanzi pubblicati di questo Autore sicuramente da collezione.

«La scala di ferro» è un grandissimo giallo a firma Geroges Simenon, uno dei migliori Autori del genere. Una gara contro la perfezione perchè non è un caso che questo Autore sia considerato giustamente uno dei più grandi scrittori del genere.

Assolutamente immancabile. Da leggere.

Marco Solferini
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