venerdì 6 novembre 2015

Chi perde paga.

Un ringraziamento particolare agli sponsor: 

Libreria - Galleria
IL SECONDO RINASCIMENTO
Via Porta Nova 1/A (ang. via C. Battisti) - Bologna
Il luogo ideale dove trovare i Tuoi Libri
http://www.ilsecondorinascimento.it/
 ***
Palestra Performance 
Centro estetico e fitness.. nel cuore di Bologna
* * *
La rivista culturale: "Il Salotto degli Autori" ( http://www.ilsalottodegliautori.it ) edita dall'Associazione letteraria "Carta e Penna"
* * *
Chi perde paga

Autore: Stephen King.
Genere: thriller

Vi ricordate i fattacci di Mr. Mercedes (già recensito sul Blog qui: )?

Ebbene i protagonisti di questa storia ne sono stati ampiamente influenzati.

Infatti, il papà di Pete Sauber, poco più che adolescente, era in quella sciagurata fila di persone in cerca di lavoro quando la Mercedes assassina li ha falciati, triturati e schiacciati.. in stile King ovviamente!

«Si alzò a fatica, appena in tempo per scorgere l'auto (era una Mercedes, poco ma sicuro, un enorme berlina dello stesso grigio di quel mattino nebbioso) piombare sulla folla, falciando corpi su corpi mentre si apriva la strada disegnando un arco impazzito». Tratto da «Chi perde paga» di Stephen King, editore Sperling & Kupfer.

La famiglia di Pete se la passa male. I genitori litigano continuamente. Sia lui che sua sorella temono che tutto possa precipitare da un momento all'altro finchè un giorno Pete trova un vero e proprio tesoro.

La fortuna si trova in un baule logoro dal tempo e semisepolto in una grotta artificiale sono nascosti molti contanti in buste perfettamente conservate e centinaia di taccuini scritti a mano.

Sono il lavoro di uno dei più noti e celebri scrittori americani. Celebrato per la sua trilogia più famosa. Un tesoro nel tesoro: uno, forse addirittura due inediti che riprendono le vicende del personaggio che ha appassionato milioni di lettori in tutto il Mondo.

Da dove arrivano?

La risposta è nel lontano 1978 quando un gruppo di tre improvvisati rapinatori senza scrupoli fece irruzione in casa dello scrittore agli ordini di un certo Morris desideroso di appropriarsi di quei preziosi scritti.

L'uccisione a sangue freddo dell'Autore e la scomparsa del «malloppo» rimasero un caso irrisolto.

Morris infatti non era un ladro qualunque, ma un super appassionato di Rothstin e del suo personaggio Johnny Gold con il quale viveva, fin dal giorno della sua scoperta, una sorta di transfer. Più di un ispirazione, meglio di un infatuazione. Lui voleva essere Johnny.

Ma quando lesse il terzo e conclusivo capitolo della trilogia il suo amore divenne odio, la sua venerazione risentimento e l'Autore che aveva idolatrato si trasformò in un mostro blasfemo che aveva irrimediabilmente rovinato questo personaggio straordinario.

Per Morris la scoperta che esisteva un seguito divenne una ragione di vita molto più importante persino del denaro. Un motivo per cui uccidere.

Cresciuto ai margini di una periferia lui era il classico balordo che non aveva nulla da perdere. Una vita preda delle emozioni forti, della sua noncuranza per le conseguenze.

Paradossalmente, Morris non potrà godere del suo «tesoro» perchè dopo averlo sanguinosamente conquistato finirà in galere per un altro crimine. Un ergastolo. La refurtiva invece non verrà mai ritrovata.

Fino al 2010 quando un giovane la ritroverà per puro caso.

Ma anche la pena di Morris è destinata a finire. Buona condotta e libertà sulla cauzione. E la prima cosa che vorrà, appena uscito di galera, è fin troppo facile da indovinare: i «suoi» taccuini naturalmente.

«Per un lettore, una delle rivelazioni più elettrizzanti della vita è quella di essere davvero tale. Non in grado di leggere (Morris lo sapeva già), ma incapace di smettere perchè catturato da un amore folle. Esagerato. Il primo libro che riesce in una simile impresa non verrà mai dimenticato, con ogni pagina ad accompagnare una nuova verità, perentoria ed esaltante: si! Proprio così. Si! L'ho visto pure io! E naturalmente: anch'io penso le stesse cose! Anch'io le SENTO dentro!». Tratto da «Chi perde paga» di Stephen King, editore Sperling & Kupfer.

Grande King. Come sempre.

Ho recensito tanti suoi romanzi e si leggono con il piacere tipico della scoperta. Appassionante, introspettivo, audace. Lo scrittore è diventato quasi giocoso nel volersi spingere su stereotipi che ricordano alcuni sui grandi e passati personaggi legati a titoli che hanno fatto la storia delle pubblicazioni immancabilmente a marchio «Sperling & Kupfer».

«Adrew Halliday è l'unico libero da impegni. Non gli importa più niente delle prime edizioni o dei giovani camerieri in pantaloni neri attillati. L'acqua e il petrolio sono come il vento e l'aria per lui. Dorme il grande sonno in una pozza di sangue coagulato, attirando mosche». Tratto da «Chi perde paga» di Stephen King, editore Sperling & Kupfer.

Quanta genialità nella sua focalizzazione soggettiva di personaggi che creano una rapporto empatico con il lettore facendolo calare nei loro panni, creando immedesimazione, ansia e patimento e.. un pò di sano terrore. Anche se qui siamo in balia del thriller e sui celebri mostri dormono nei nostri ricordi.

«Il suono della pioggia sul tetto del garage non lo calmò. Gli sembrava un picchiettio di tante dita scheletriche e contribuì a peggiorargli l'emicrania». Tratto da «Chi perde paga» di Stephen King, editore Sperling & Kupfer.

Truculento al punto giusto.

Sempre volutamente eccessivo quando si tratta di calcare la mano sulla violenza o sulla mescolanza tra l'essere spietato e il sadismo della compulsione omicida. «Il Rè» ci regala una trama amabilissima che prende spunto o meglio trae le conseguenze dall'ottimo libro «Mr. Mercedes».

Il romanzo si legge tutto d'un fiato.

«A patto che la routine del mezzogiorno di martedì non cambi (e probabilmente non succederà, perchè il suo vecchio amico è sempre stato un abitudinario), Andy Halliday ballonzonerà lungo Lacemaker Lane fino a un caffè, il Jamais Toujours. Un nome del cazzo che non significa proprio nulla, ma suona pretenzioso. Esattamente come Andy». Tratto da «Chi perde paga» di Stephen King, editore Sperling & Kupfer.

Un avvincente trama ricca di colpi di scena dove la svolta narrativa è sempre dietro la pagina successiva.

Sfogliare con avidità e rispetto perchè «Chi perde paga» è scritto da un grandissimo e ispiratissimo Stephen King.

«Mentre si risistema il cellulare nella tasca dei calzoni di tela, gli torna in mente una frase delle lezioni di latino del primo anno. E' un espressione che intimorisce in qualsiasi lingua, ma perfettamente adatta alla situazione. Alea iacta est. Il dado è tratto». Tratto da «Chi perde paga» di Stephen King, editore Sperling & Kupfer.

Consigliato a tutti (dopo esservi letti Mr. Mercedes).

Marco Solferini.
puoi trovarmi anche su:




Nessun commento:

Posta un commento