Un ringraziamento particolare agli sponsor:
Libreria - Galleria
IL SECONDO RINASCIMENTO
Via Porta Nova 1/A (ang. via C. Battisti) - Bologna
Via Porta Nova 1/A (ang. via C. Battisti) - Bologna
Il luogo ideale dove trovare i Tuoi Libri
http://www.ilsecondorinascimento.it/
***
Palestra Performance
Centro estetico e fitness.. nel cuore di Bologna
***
Palestra Performance
Centro estetico e fitness.. nel cuore di Bologna
* * *
La rivista culturale: "Il Salotto degli Autori" ( http://www.ilsalottodegliautori.it ) edita dall'Associazione letteraria "Carta e Penna"
Sangue
e neve
Autore:
Joe Nesbo
Genere:
noir.
E' il
1977, in una freddissima Oslo dove la neve sembra essere l'unica
certezza. Un assassino si presenta a rapporto dal suo capo.
Si
definisce un liquidatore. Un uomo di poche parole, con una forte
propensione per le cose manuali. Consapevole di non essere granchè
intelligente si considera abile nel mettersi al servizio.
Il suo
boss, Hoffmann ha un nuovo incarico per lui. Un nuovo nome. O come
preferisce chiamarli l'assassino: «pezzi da liquidare".
Stavolta
si tratta della moglie del capo. Ed è proprio lui a dargli carta
bianca. L'unica cosa essenziale è che lei sparisca senza lasciare
traccia.
E' un
compito inaspettato che porrà il liquidatore in una condizione
difficile perchè la donna di cui deve occuparsi è attraente. Forse
solo come una «femme fatale» sa essere.
In lei
c'è qualcosa di magnetico che lo ammalia. Ma nella sua vita, scopre
anche dei segreti. Una relazione clandestina con un uomo che la tiene
in pugno.
Potrebbe
essere il motivo per cui il marito la vuole morta, o c'è dell'altro?
Mentre
il liquidatore pianifica l'omicidio, sullo sfondo si delineano le
spartizioni territoriali del potere con l'altro grande boss della
città, soprannominato il Pescatore.
Cosa
si nasconde veramente dietro questo incarico?
Nesbo
è uno dei più acclamati scrittori di thriller del panorama
contemporaneo e in questo suo breve romanzo, poco più di 120 pagine,
ci propone un noir.
Atmosfere,
che si uniscono al pensiero del protagonista, sempre in primo piano,
alla Chandler, Capote, Ellroy, Leonard. La centralità del
personaggio è metodica e ossessiva.
Lo
spessore introspettivo delle riflessioni che attraverso il
protagonista narrano e nel contempo legano il lettore è una costante
dalla prima all'ultima pagina.
«Si
fermarono tra noi e la bara, dandoci le spalle. Perfetto. Se penso
che un pezzo da liquidare sia armato, sono pronto a fare di tutto pur
di potergli sparare alle spalle. Strinsi il pugno attorno al calcio
della pistola». Tratto da «Sangue e neve» di Joe Nesbo,
ed. Einaudi.
L'ambientazione
richiama altri grandi scrittori, che in effetti l'Autore cita
all'inizio del capitolo secondo, su tutti Dickens, per l'evidente
omaggio vittoriano allo scenario innevato.
Fredda
e ammaliante, incontriamo una neve che per sua generosa natura pare
ricoprire e ripulire l'aria come gli oggetti sui quali si posa. Per
nasconderli? Far si che lo sguardo percepisca una forma diversa, una
verità rivelata, celandola in parte alla nuda esposizione
dell'apparenza?
«Quando
mi incamminai verso casa percorrendo le strade sotto le raffiche di
neve, erano le tre e il buio avvolgeva di nuovo la città dopo appena
poche ore di luce incerta. Tirava ancora vento, fischi senza volto
arrivavano dai vicoli bui. Ma, come dicevo, non credo ai fantasmi. La
neve scricchiolava sotto la suola dei miei scarponi come le pagine
rinsecchite di un libro mentre passavo». Tratto da «Sangue e
neve» di Joe Nesbo, ed. Einaudi.
Una
magia, la cui leggiadria potrebbe però nascondere il rosso del
sangue.
In
questa similitudine giocata sulla falsa riga della metafora si crea
un parallelismo che l'Autore traghetta, come un «transfer"
sulla mente del protagonista. La sua immaginazione che è percezione
della realtà. Visionario come il grande regista Terry Gilliam.
E'
possibile che al lettore meno esperto possa sfuggire questo aspetto
della narrazione. Ma certamente non lascerà indifferente l'occhio
clinico di quello più attento.
Personalmente
l'ho gradito moltissimo.
Non
faccio mistero però del fatto che apprezzo il thriller, il noir e il
giallo di proporzioni contenute in termini di pagine, proprio come
questo. Ritengo che il mercato sia pronto e predisposto per
accogliere alti contenuti qualitativi compassati, ben organizzati,
all'interno di un numero di pagine non eccessivo.
Spiace
che alcune segreterie letterarie si ostinino a distingue il racconto
rispetto al romanzo sulla base del numero di pagine. Una visione
retrograda, che giustamente è stata già smentita dallo stesso Joe
R. Lansdale e credo, in Italia da Autori del calibro di Carlotto, De
Giovanni, Malvaldi che in diverse occasioni hanno dimostrato quanto
sottile sia il confine. Con questo romanzo Nesbo lo conferma.
Ottimamente aggiungo.
Lettura
facile, agevole, semplificata. Incentrata su una focalizzazione
oggettiva con la quale una narrazione verticale, sostanzialmente
basata sul binomio evento uguale azione - reazione si autoconcepisce
e referenzia sulla falsariga tipica del microcosmo del noir
«Sulle
prime rimasi così stupito che pensai di aver visto male. Ma poi lo
fece di nuovo. La colpì forte in faccia con la mano aperta,
sbattendole la testa da un lato e impigliando le dita nei suoi
capelli biondi. Da come Corina muoveva la bocca capii che stava
urlando». Tratto da «Sangue e neve» di Joe Nesbo, ed.
Einaudi.
La
cifra letteraria dell'Autore cerca uno svolgimento nel mistero
giallista degli eventi.
Un
protagonista che si costruisce e da subito si racconta attraverso i
suoi limiti. Un vero e proprio antieroe il cui amaro sapore di
autodistruzione sembra l'epitaffio di una specie in via d'estinzione.
Letale per scelta e per obbligo. In quanto consapevole dei limiti che
madre natura gli ha imposto.
L'Autore
scrive bene, si legge con facilità. Propone un minor numero di
sofisticazioni rispetto alle trame cui ci ha abituato. Ma senza
rinunciare al dinamismo.
«Sangue
e neve» è una buona lettura. Adatta agli amanti del genere e a
coloro che prediligono le
atmosfere ovattate e fredde che solo la neve può trasmettere.
Passione e sensazioni forti fanno da corollario ad un immedesimazione
decadimentale del soggetto protagonista.
Marco
Solferini.
puoi
trovarmi anche su:
Nessun commento:
Posta un commento