venerdì 1 maggio 2015

Sangue e neve

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Sangue e neve

Autore: Joe Nesbo
Genere: noir.

E' il 1977, in una freddissima Oslo dove la neve sembra essere l'unica certezza. Un assassino si presenta a rapporto dal suo capo.

Si definisce un liquidatore. Un uomo di poche parole, con una forte propensione per le cose manuali. Consapevole di non essere granchè intelligente si considera abile nel mettersi al servizio.

Il suo boss, Hoffmann ha un nuovo incarico per lui. Un nuovo nome. O come preferisce chiamarli l'assassino: «pezzi da liquidare".

Stavolta si tratta della moglie del capo. Ed è proprio lui a dargli carta bianca. L'unica cosa essenziale è che lei sparisca senza lasciare traccia.

E' un compito inaspettato che porrà il liquidatore in una condizione difficile perchè la donna di cui deve occuparsi è attraente. Forse solo come una «femme fatale» sa essere.

In lei c'è qualcosa di magnetico che lo ammalia. Ma nella sua vita, scopre anche dei segreti. Una relazione clandestina con un uomo che la tiene in pugno.

Potrebbe essere il motivo per cui il marito la vuole morta, o c'è dell'altro?

Mentre il liquidatore pianifica l'omicidio, sullo sfondo si delineano le spartizioni territoriali del potere con l'altro grande boss della città, soprannominato il Pescatore.

Cosa si nasconde veramente dietro questo incarico?

Nesbo è uno dei più acclamati scrittori di thriller del panorama contemporaneo e in questo suo breve romanzo, poco più di 120 pagine, ci propone un noir.

Atmosfere, che si uniscono al pensiero del protagonista, sempre in primo piano, alla Chandler, Capote, Ellroy, Leonard. La centralità del personaggio è metodica e ossessiva.

Lo spessore introspettivo delle riflessioni che attraverso il protagonista narrano e nel contempo legano il lettore è una costante dalla prima all'ultima pagina.

«Si fermarono tra noi e la bara, dandoci le spalle. Perfetto. Se penso che un pezzo da liquidare sia armato, sono pronto a fare di tutto pur di potergli sparare alle spalle. Strinsi il pugno attorno al calcio della pistola». Tratto da «Sangue e neve» di Joe Nesbo, ed. Einaudi.

L'ambientazione richiama altri grandi scrittori, che in effetti l'Autore cita all'inizio del capitolo secondo, su tutti Dickens, per l'evidente omaggio vittoriano allo scenario innevato.

Fredda e ammaliante, incontriamo una neve che per sua generosa natura pare ricoprire e ripulire l'aria come gli oggetti sui quali si posa. Per nasconderli? Far si che lo sguardo percepisca una forma diversa, una verità rivelata, celandola in parte alla nuda esposizione dell'apparenza?

«Quando mi incamminai verso casa percorrendo le strade sotto le raffiche di neve, erano le tre e il buio avvolgeva di nuovo la città dopo appena poche ore di luce incerta. Tirava ancora vento, fischi senza volto arrivavano dai vicoli bui. Ma, come dicevo, non credo ai fantasmi. La neve scricchiolava sotto la suola dei miei scarponi come le pagine rinsecchite di un libro mentre passavo». Tratto da «Sangue e neve» di Joe Nesbo, ed. Einaudi.

Una magia, la cui leggiadria potrebbe però nascondere il rosso del sangue.

In questa similitudine giocata sulla falsa riga della metafora si crea un parallelismo che l'Autore traghetta, come un «transfer" sulla mente del protagonista. La sua immaginazione che è percezione della realtà. Visionario come il grande regista Terry Gilliam.

E' possibile che al lettore meno esperto possa sfuggire questo aspetto della narrazione. Ma certamente non lascerà indifferente l'occhio clinico di quello più attento.

Personalmente l'ho gradito moltissimo.

Non faccio mistero però del fatto che apprezzo il thriller, il noir e il giallo di proporzioni contenute in termini di pagine, proprio come questo. Ritengo che il mercato sia pronto e predisposto per accogliere alti contenuti qualitativi compassati, ben organizzati, all'interno di un numero di pagine non eccessivo.

Spiace che alcune segreterie letterarie si ostinino a distingue il racconto rispetto al romanzo sulla base del numero di pagine. Una visione retrograda, che giustamente è stata già smentita dallo stesso Joe R. Lansdale e credo, in Italia da Autori del calibro di Carlotto, De Giovanni, Malvaldi che in diverse occasioni hanno dimostrato quanto sottile sia il confine. Con questo romanzo Nesbo lo conferma. Ottimamente aggiungo.

Lettura facile, agevole, semplificata. Incentrata su una focalizzazione oggettiva con la quale una narrazione verticale, sostanzialmente basata sul binomio evento uguale azione - reazione si autoconcepisce e referenzia sulla falsariga tipica del microcosmo del noir

«Sulle prime rimasi così stupito che pensai di aver visto male. Ma poi lo fece di nuovo. La colpì forte in faccia con la mano aperta, sbattendole la testa da un lato e impigliando le dita nei suoi capelli biondi. Da come Corina muoveva la bocca capii che stava urlando». Tratto da «Sangue e neve» di Joe Nesbo, ed. Einaudi.

La cifra letteraria dell'Autore cerca uno svolgimento nel mistero giallista degli eventi.

Un protagonista che si costruisce e da subito si racconta attraverso i suoi limiti. Un vero e proprio antieroe il cui amaro sapore di autodistruzione sembra l'epitaffio di una specie in via d'estinzione. Letale per scelta e per obbligo. In quanto consapevole dei limiti che madre natura gli ha imposto.

L'Autore scrive bene, si legge con facilità. Propone un minor numero di sofisticazioni rispetto alle trame cui ci ha abituato. Ma senza rinunciare al dinamismo.

«Sangue e neve» è una buona lettura. Adatta agli amanti del genere e a coloro che prediligono le atmosfere ovattate e fredde che solo la neve può trasmettere. Passione e sensazioni forti fanno da corollario ad un immedesimazione decadimentale del soggetto protagonista.

Marco Solferini.
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