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La rivista culturale: "Il Salotto degli Autori" ( http://www.ilsalottodegliautori.it ) edita dall'Associazione letteraria "Carta e Penna"
S.
La
nave di Teseo
Autore:
Doug Dorst, J.J. Abrams.
Genere:
fantastico, avventura, drammatico.
L'uomo
con il soprabito non ricorda nulla di sè. Si aggira per i vicoli di
una città che non conosce in un quartiere del quale ignora tutto. A
cominciare dagli usi e costumi dei locali.
Il
suo destino sembra sfuggirgli dalle mani come i ricordi dalla sua
mente offuscata. Forse egli appartiene ad una società segreta
denominata «S». Di cui sembra portare il marchio.
Di
lì a poco, al suo smarrimento segue la cattura e il successivo
risveglio su una nave che sembra partorita da un film dell'orrore sui
pirati.
Lo
stanno conducendo su di un isola. Una ciurma di uomini con la bocca
cucita. E su quell'isola lo attende un mistero, legato a una fabbrica
dove qualcosa di segreto e di altrettanto sinistro sta uccidendo gli
operai.
Una
lotta per la verità e per l'uomo con il soprabito un avventura per
scoprire il suo passato e affrontare il futuro che lo attende.
Ma
tutto ciò è soltanto una storia vergata sulle pagine di un libro
scritto a metà del 1900 dall'abile quanto famosa mano di uno
scrittore mito, conosciuto come V.M. Straka.
Un
autore grandioso che la storia ha celebrato in ogni modo possibile.
Forse addirittura un uomo la cui identità non è mai veramente
esistita. Incolpato di essere stato partecipe dei più grandi eventi
della storia del 1900. L'unico uomo sul pianeta che dichiara di
averlo incontrato è il suo personale commentatore.
Lo
stesso che ha reso noto quest'ultimo romanzo di Straka, intitolato
«La nave di Teseo» dopo che l'Autore è misteriosamente scomparso
(probabilmente ucciso) poco dopo avergli rilasciato l'ultimo capitolo
del libro.
A
leggerlo sono due giovani che non si conoscono personalmente. Lo
prendono a prestito dalla biblioteca. Entrambi, l'una studentessa,
l'altro dottorando in rotta con l'Università e suoi criptici sistemi
di potere, si scambiano le loro impressioni a margine del libro. Sono
cultori di Straka. Lo idealizzano e lo amano. Fra quelle righe i loro
dubbi diventano qualcosa di più di un interessamento.
Possibile
che spetterà proprio a loro rivelare il segreto che aleggia dietro
il grande scrittore?
La
maggior parte dei commentatori hanno salutato questo libro la cui
idea è stata partorita dal celebre regista JJ Abrams come un
esperimento letterario.
Straka
non esiste nella realtà. Tutto è quindi finzione. A cominciare dal
libro stesso che il lettore tiene in mano e che è una fedele
riproduzione di un testo da biblioteca. A scriverlo (come pure le
note a margine dei due lettori) è Doug Dorst, scrittore americano.
Credo,
a differenza di quello che molti commentatori e critici hanno
espresso, che le storie in questo libro siano in realtà tre e non
due.
La
prima è quella che si rinviene dal testo. Scritta cioè dal presunto
Straka. La storia dell'uomo con il soprabito.
La
seconda è quella dei due appassionati lettori che nel corso del
tempo indagano i contenuti del testo scambiandosi molto materiale
aggiuntivo (che il lettore stringerà fisicamente nelle mani, fra cui
lettere, cartoline, certificati, estratti di giornali).
Infine
la terza storia è quella sull'esistenza dello scrittore Straka e
sulla paternità del suo traduttore/commentatore. Affidatario
peraltro delle note a più di ogni pagina con cui spiega il grande
scrittore.
Un
esperimento?
Preferisco
definirla una via di mezzo.
Il
fatto che due giovani si scambino il libro mi ricorda molto la prassi
del bookcrossing, mentre l'iterazione fisica con un testo è una
novità già esistente nell'ambito del fantasy. Non è la prima volta
che vengono aggiunti elementi 3D ad un libro.
Il
risultato complessivo l'ho trovato scadente e spesso infelice.
La
storia principale, cioè la «Nave di Teseo» ha un grave limite.
L'Autore reale, poichè deve rassomigliare all'inesistente Straka che
sarebbe il mito dei miti degli scrittori sente un pò troppo il
compito di scrivere non bene, bensì da vero e proprio «fenomeno».
Ogni
periodo o frase deve cioè sembrare di una profondità insondabile.
Mentre in realtà diventano spesso ripetitive, leziose, spesso anche
eccessivamente affette da una soggettività involuta e del tutto
apparente.
Nella
letteratura contemporanea cercare di impersonare qualcun'altro è il
modo migliore per svilire se stessi.
La
sensazione di stanchezza si insinua subito nel lettore il quale viene
trascinato per contesti scarsamente appassionanti. A volte esposti
più come degli «esterni» di una sceneggiatura.
I
due giovani sono quasi una parafrasi di molti luoghi comuni.
Facilmente intuibile la piega che assume il loro rapporto per quanto
riguarda gli elementi più criptici la loro presenza a margine del
romanzo è eccessiva.
In
ogni coppia di pagine c'è tanto, tantissimo, troppo. Più che un
indagine poi sembra un artificiale serie di insinuazioni e sospetti
che inseguono un idea.
Straka
è mai esistito? Il suo commentatore era la stessa persona? E qualora
lo fosse, egli mente o altera i fatti? A ben guardare non interessa a
nessuno perchè Straka è pura invenzione. Forse se ci fosse stato un
Autore veramente esistito allora la cosa poteva assumere toni
diversi. Ma siccome il passaggio dalla finzione alla realtà non
decolla. Per effetto, nemmeno appassiona.
Ho
fatto una gran fatica a leggere questo romanzo. Spesso la coerenza
delle macchinazioni a margine delle pagine era in aperto conflitto
con i contenuti dei capitoli. Mi ha infastidito tutto ciò.
L'Autore
(quello vero) che lo ha scritto è noto al pubblico americano per
alcune sue precedenti pubblicazioni premiate con prestigiosi premi.
Tuttavia, ho sempre pensato che nella narrativa il «premio» non sia
veramente basato su di un criterio standard di qualità. E' un
tributo all'opera. Ed è un interpretazione che viene offerta della
cifra narrativa dell'Autore avuto riguardo alla sua capacità
espositiva.
Ci
troviamo cioè in presenza alla certificazione di un traguardo
soddisfacente, ma non è un marchio di qualità.
Inoltre,
se il romanzo è indirizzato ad un pubblico vasto, è altamente
possibile che i criteri con i quali si è provveduto alla
celebrazione – assegnazione del premio, non siano facilmente
esportabili.
«S.
La Nave di Teseo» è un libro complessivamente deludente per
contenuti. Un groviglio di idee che pur se interessanti non si
traducono in nulla di appassionante.
Sconsigliato.
Marco
Solferini.
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