venerdì 15 maggio 2015

S. La nave di Teseo

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S.
La nave di Teseo

Autore: Doug Dorst, J.J. Abrams.
Genere: fantastico, avventura, drammatico.

L'uomo con il soprabito non ricorda nulla di sè. Si aggira per i vicoli di una città che non conosce in un quartiere del quale ignora tutto. A cominciare dagli usi e costumi dei locali.

Il suo destino sembra sfuggirgli dalle mani come i ricordi dalla sua mente offuscata. Forse egli appartiene ad una società segreta denominata «S». Di cui sembra portare il marchio.

Di lì a poco, al suo smarrimento segue la cattura e il successivo risveglio su una nave che sembra partorita da un film dell'orrore sui pirati.

Lo stanno conducendo su di un isola. Una ciurma di uomini con la bocca cucita. E su quell'isola lo attende un mistero, legato a una fabbrica dove qualcosa di segreto e di altrettanto sinistro sta uccidendo gli operai.

Una lotta per la verità e per l'uomo con il soprabito un avventura per scoprire il suo passato e affrontare il futuro che lo attende.

Ma tutto ciò è soltanto una storia vergata sulle pagine di un libro scritto a metà del 1900 dall'abile quanto famosa mano di uno scrittore mito, conosciuto come V.M. Straka.

Un autore grandioso che la storia ha celebrato in ogni modo possibile. Forse addirittura un uomo la cui identità non è mai veramente esistita. Incolpato di essere stato partecipe dei più grandi eventi della storia del 1900. L'unico uomo sul pianeta che dichiara di averlo incontrato è il suo personale commentatore.

Lo stesso che ha reso noto quest'ultimo romanzo di Straka, intitolato «La nave di Teseo» dopo che l'Autore è misteriosamente scomparso (probabilmente ucciso) poco dopo avergli rilasciato l'ultimo capitolo del libro.

A leggerlo sono due giovani che non si conoscono personalmente. Lo prendono a prestito dalla biblioteca. Entrambi, l'una studentessa, l'altro dottorando in rotta con l'Università e suoi criptici sistemi di potere, si scambiano le loro impressioni a margine del libro. Sono cultori di Straka. Lo idealizzano e lo amano. Fra quelle righe i loro dubbi diventano qualcosa di più di un interessamento.

Possibile che spetterà proprio a loro rivelare il segreto che aleggia dietro il grande scrittore?

La maggior parte dei commentatori hanno salutato questo libro la cui idea è stata partorita dal celebre regista JJ Abrams come un esperimento letterario.

Straka non esiste nella realtà. Tutto è quindi finzione. A cominciare dal libro stesso che il lettore tiene in mano e che è una fedele riproduzione di un testo da biblioteca. A scriverlo (come pure le note a margine dei due lettori) è Doug Dorst, scrittore americano.

Credo, a differenza di quello che molti commentatori e critici hanno espresso, che le storie in questo libro siano in realtà tre e non due.

La prima è quella che si rinviene dal testo. Scritta cioè dal presunto Straka. La storia dell'uomo con il soprabito.

La seconda è quella dei due appassionati lettori che nel corso del tempo indagano i contenuti del testo scambiandosi molto materiale aggiuntivo (che il lettore stringerà fisicamente nelle mani, fra cui lettere, cartoline, certificati, estratti di giornali).

Infine la terza storia è quella sull'esistenza dello scrittore Straka e sulla paternità del suo traduttore/commentatore. Affidatario peraltro delle note a più di ogni pagina con cui spiega il grande scrittore.

Un esperimento?

Preferisco definirla una via di mezzo.
 
Il fatto che due giovani si scambino il libro mi ricorda molto la prassi del bookcrossing, mentre l'iterazione fisica con un testo è una novità già esistente nell'ambito del fantasy. Non è la prima volta che vengono aggiunti elementi 3D ad un libro.

Il risultato complessivo l'ho trovato scadente e spesso infelice.

La storia principale, cioè la «Nave di Teseo» ha un grave limite. L'Autore reale, poichè deve rassomigliare all'inesistente Straka che sarebbe il mito dei miti degli scrittori sente un pò troppo il compito di scrivere non bene, bensì da vero e proprio «fenomeno».

Ogni periodo o frase deve cioè sembrare di una profondità insondabile. Mentre in realtà diventano spesso ripetitive, leziose, spesso anche eccessivamente affette da una soggettività involuta e del tutto apparente.

Nella letteratura contemporanea cercare di impersonare qualcun'altro è il modo migliore per svilire se stessi.

La sensazione di stanchezza si insinua subito nel lettore il quale viene trascinato per contesti scarsamente appassionanti. A volte esposti più come degli «esterni» di una sceneggiatura.

I due giovani sono quasi una parafrasi di molti luoghi comuni. Facilmente intuibile la piega che assume il loro rapporto per quanto riguarda gli elementi più criptici la loro presenza a margine del romanzo è eccessiva.

In ogni coppia di pagine c'è tanto, tantissimo, troppo. Più che un indagine poi sembra un artificiale serie di insinuazioni e sospetti che inseguono un idea.

Straka è mai esistito? Il suo commentatore era la stessa persona? E qualora lo fosse, egli mente o altera i fatti? A ben guardare non interessa a nessuno perchè Straka è pura invenzione. Forse se ci fosse stato un Autore veramente esistito allora la cosa poteva assumere toni diversi. Ma siccome il passaggio dalla finzione alla realtà non decolla. Per effetto, nemmeno appassiona.

Ho fatto una gran fatica a leggere questo romanzo. Spesso la coerenza delle macchinazioni a margine delle pagine era in aperto conflitto con i contenuti dei capitoli. Mi ha infastidito tutto ciò.

L'Autore (quello vero) che lo ha scritto è noto al pubblico americano per alcune sue precedenti pubblicazioni premiate con prestigiosi premi. Tuttavia, ho sempre pensato che nella narrativa il «premio» non sia veramente basato su di un criterio standard di qualità. E' un tributo all'opera. Ed è un interpretazione che viene offerta della cifra narrativa dell'Autore avuto riguardo alla sua capacità espositiva.

Ci troviamo cioè in presenza alla certificazione di un traguardo soddisfacente, ma non è un marchio di qualità.

Inoltre, se il romanzo è indirizzato ad un pubblico vasto, è altamente possibile che i criteri con i quali si è provveduto alla celebrazione – assegnazione del premio, non siano facilmente esportabili.

«S. La Nave di Teseo» è un libro complessivamente deludente per contenuti. Un groviglio di idee che pur se interessanti non si traducono in nulla di appassionante.

Sconsigliato.

Marco Solferini.
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