venerdì 24 aprile 2015

Il miniaturista

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Il miniaturista

Autrice: Jessie Burton.
Genere: drammatico - giallo - storico.

Amsterdam, 1686. Petronella Oortman, in arte «Nella» ha appena 18 anni e viene dalla campagna di Assendelft. La sua famiglia, una volta benestante, si è impoverita per i debiti di gioco del padre che, morto prematuramente, ha lasciato la moglie e gli eredi a un passo dalla rovina.

Per questo motivo lei è stata data in sposa a Johannes che ha 39 anni ed è uno dei più ricchi mercanti di Amsterdam.

Giunta nel cuore del commercio, delle corporazioni e della vita di una città dove tutto sembra in evoluzione Nella entrerà a far parte della grande casa di suo marito dove conoscerà la sorella Marin, i domestici, Cornelia e Otto.

Una vita difficile, resa più complicata dal fatto che il marito sembra non riservarle quelle attenzioni che una giovane sposa si aspetta. Gentile e premuroso, saggio e disponibile, non sembra tuttavia attratto da lei.

Quale mistero si cela dietro questa unione?

Mentre la sorella Marin sembra esserle immotivatamente avversa, l'attività commerciale di Johannes è una svolta cruciale. Lui è il mercante che viene dal nulla e che si è arricchito oltremisura, l'uomo chiamato a una vendita che potrebbe essere il suo più grande successo o la sua rovina: migliaia di panetti di zucchero.

Un dolciume poco gradito dalla puritanea e potente classe ecclesiale della città.

Tra contrasti ed enigmi sull'attività del marito, Nella riceve da questi un regalo: una riproduzione in scala della propria grande casa.

Una sorta di modellino da poter arredare e nel contempo da utilizzare per conoscere i contenuti di quella sua nuova dimora.

Per arricchirlo di particolari Nella decide di rivolgersi a un misterioso miniaturista che nessuno ha mai visto prima.

Questi non solo le fornirà i pezzi richiesti, ma anche altri che lei non ha mai domandato, i quali sembrano incredibilmente in grado di pronosticare il futuro. Un trucco, un inganno o la profezia di qualcuno che non è quel che sembra?

Il mistero incombe e tutto avvolge. Il destino di Nella e della sua nuova grande famiglia è sul filo del rasoio.

L'Autrice ci propone una cifra letteraria di altissimo pregio.

Capita raramente nell'arco di un anno di trovarsi di fronte a un opera che rappresenta nel contempo uno straordinario esordio e un punto di partenza per lettori di tutte le età.

Lo stile espositivo di Jessie Burton è anzitutto pulito e organizzato, scevro da equivoci o macchinazioni-artefatto che cerchino di ingigantire il sentimento che ben traspare dalla sua capacità disquisitiva e narrativa.

Un fiume in piena di sensazioni che diventano carta stampata e stabiliscono un rapporto empatico riversandosi nella mente e nell'immaginazione del lettore.

«Si vede la cognata metterle una corda al collo e appenderla a una trave del soffitto, le soprascarpe caderle dai piedi pensolanti in mezzo alle piume, il suo corpo freddo scaldarsi a una poetica luce solare che penetra dalla finestra. L'immagine di Marin comincia a confondersi. La donna si leva dai suoi panni nero opachi come una fenice, immersa in un aroma di noce moscata: niente gigli per lei, nessuna raffinatezza floreale. Ricoperta di simboli della città, la cognata è figlia del suo potere: è colei che controlla in segreto le mappe, che annota esemplari, che annota anche altro, qualcosa che non è così facile da definire.» Tratto da «Il miniaturista» di Jessie Burton, ed. Bompiani.

Intelligentemente, rinuncia da subito alla leziosità dell'esposizione prolissa ed eccessivamente carica di aneddoti.

Prima di tutto la storia. La sua storia.

Ma in realtà, sopravvive e si rafforza pagina dopo pagina la volontà di mettere al centro anche l'elemento della storicità ambientale della seconda metà del 1600 in una Amsterdam che viene destrutturata e ricostruita, semplicemente mettendola dapprima in secondo piano, dopo cioè la rilevanza dei fatti.

Un metodo pragmatico che il pubblico ha sempre dimostrato di gradire, perlomeno negli ultimi 20 anni. Il risultato è che l'azione è centralizzata su di una focalizzazione in via prioritaria soggettiva.

«Nella tira fuori il primo oggetto, una scatolina d'argento e lo soppesa. Sul coperchio, in mezzo a una ghirlanda di fiori e di foglie di vite, sono state incise una N e una O. La ragazza apre con cautela la scatola, che ha cerniere ben oliate e silenziose. Dentro c'è un nitido panetto di marzapane lungo quanto un chicco di caffè, e a Nella viene l'acquolina in bocca al pensiero della pasta di mandorle. Vi passa sopra un dito e poi se lo porta alle labbra. E' marzapane vero, profumato persino all'acqua di rose.» Tratto da «Il miniaturista» di Jessie Burton, ed. Bompiani.

Mentre il contesto ambientale è adornato dal punto di vista oggettivo da una serie di preziosismi che ne caratterizzano l'ambientazione storica per le prime 100 - 150 pagine, poi contemporaneamente alla crescita introspettiva della protagonista e allo svilupparsi del carattere di quest'ultima le due metodologie si fondono in un unicum.

Il risultato è una lettura ben più che piacevole. Siamo in presenza di una piccola «magia» narrativa, che provoca assorbimento e immedesimazione nel contesto. Mentre, in questa ambientazione storica così ben spiegata, tra i canali, le case, gli usi, il folklore e le credenze si aggiunge una donna giovane-adulta. Le sue considerazioni spaziano e indagano tematiche così attuali, vere, coraggiose, disinibite.

«Dov'è, lungo la linea di comunicazione tra Assendelft e Amsterdam, che il suo corpo di sposa è stato ridotto a una parodia? La ragazza guarda la carta geografica appesa alla parete, decisa a non cedere al ridicolo delle maniche. Ci sono la Nuova Hollandia, palme che ne contornano la costa, mari turchesi e facce nere come l'ebano che invitano chi guarda a entrare nel loro mondo.» Tratto da «Il miniaturista» di Jessie Burton, ed. Bompiani.

Il personaggio principale è frutto di una concezione epistolare del proprio Io, ma raccontata al presente.

Una scelta coraggiosa. Impegnativa. Le emozioni come pure il suo substrato di personalità apparente sono infatti da ricondursi alla specifica evoluzione della personalità di «Nella" che viene dalla campagna, che si trova a doversi adeguare e poi confrontare con una realtà avversa. Come tale sarebbe stato più facile, specialmente per il contesto storico, una narrazione al passato.

All'opposto, l'azione di scena rappresentata al presente crea una forte empatia con il lettore il quale viene chiamato a calarsi nei panni della protagonista. A vivere i suoi dubbi e le sue riflessioni.

«Nella si ferma e annusa l'aria. Un odore di ferro, di terra bagnata. Il rumore di un respiro affaticato. Pensa subito a Rezeki. E' resuscitata. la miniaturista è in casa e ha riportato Rezeki alla vita. La ragazza si avvia lentamente lungo lo stretto corridoio ce separa la cucina di rappresentanza da quella della servitù, verso la porticina che c'è in fondo, oltre la quale si trovano i barili di birra e le conserve. L'odore si fa più intenso e le si appiccica alla lingua. E' odore di sangue, inconfondibile. Il respiro è diventato più forte.» Tratto da «Il miniaturista» di Jessie Burton, ed. Bompiani.

Per meglio comprendere la «struttura» di questa protagonista nel ottica del «come» la scrittrice l'ha impostata, questo mix di elementi si potrebbero riassumere in due filoni, il primo più espositivo e il secondo più narrativo. Entrambi dimostrano un alta capacità di appassionare.

Il mistero è alimentato da un percorso conflittuale interiore che somatizza il nuovo con l'inusuale. Il primo è rappresentato dalla realtà storica contemporanea di una Amsterdam che conosce la propria opulenza, mentre il secondo è una conseguenza dell'inaspettato.

«Mostrandomi la mia storia, pensa, la miniaturista ne è diventata anche l'autore. Vorrei tanto che me la restituisse.» Tratto da «Il miniaturista» di Jessie Burton, ed. Bompiani.

Per calarsi in questa oscurità ed uscirne vittoriosa sarà necessario anzitutto fortificare se stessa, acquisire cioè una libertà figlia del proprio coinvolgimento emotivo e dell'autocontrollo.

L'ho molto apprezzato.

Poi ci sono le descrizioni baciate da una capacità di utilizzare metafore come pure allegorie che dipingono frasi grandiose. Poetiche. Di una bellezza cristallizzata nelle proporzioni, nei colori, nella dolcezza come pure nella forza e nella possanza che da esse traspare. A volte l'Autrice sembra padroneggiare il battito d'ali di una farfalla, mentre in altre circostanze è come una freccia scoccata da una mano salda verso diritta al cuore del lettore.

«Mentendomi Jack mi faceva vedere la verità, allo stesso modo in cui un quadro può mostrarti meglio com'è una cosa senza mai divenire la cosa medesima.» Tratto da «Il miniaturista» di Jessie Burton, ed. Bompiani.

Ottimi ed efficaci i dialoghi. Al servizio della comprensione e dello svolgimento degli eventi. Gradevoli e godibili l'utilizzo di termini desueti, ma tipici per l'epoca. Preziosismi corretti che ben significano dal punto di vista antropologico.

«Ho visto le sue vittime tornare - dice Johannes - con le ossa scardinate dalle articolazioni e rimetterle dov'erano non è possibile. Gambe che non sono più gambe, arti che paiono cotone fradicio, viscere che sembrano carne andata a male. Mi torceranno fino ad aprirmi per farmi ammettere la mia colpa.» Tratto da «Il miniaturista» di Jessie Burton, ed. Bompiani.

«Il miniaturista" è uno straordinario romanzo. Ingegnoso, ben scritto, ottimamente argomentato. Una storia affascinante destinata ad appassionare e ad incuriosire. Un emozione nuova per il lettore che in essa vivrà un avventura degna di essere ricordata.

L'ho letto tutto d'un fiato. Quando lo lasciavo non vedevo l'ora di riprenderlo e una volta finito ne ho sentito la mancanza.

Autrice bravissima, romanzo consigliato a tutti. Irrinunciabile. Da non perdere.

Marco Solferini.
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