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La rivista culturale: "Il Salotto degli Autori" ( http://www.ilsalottodegliautori.it ) edita dall'Associazione letteraria "Carta e Penna"
Magisterium
- L'anno
di ferro -
Autori:
Holly Black - Cassandra Clare.
Genere:
fantastico, fantasy, young adult.
Siete
pronti per il Magisterium?
La
scuola di magia per i giovanissimi maghi che controllano i 4 elementi
fondamentali (acqua, terra, fuoco, aria) sta per effettuare le
selezioni.
Per
decidere quali saranno i nuovi apprendisti del corpo docenti per 5
lunghi anni durante i quali ai giovani, ciascuno scelto da un
Magister, verrà insegnato a controllare l'immenso potere derivante
dalla magia.
Callum
Hunt però, a differenza degli altri aspiranti, farebbe qualunque
cosa pur di non essere preso. Il passato della sua famiglia sembra
infatti tragicamente legato proprio alla magia e al Magisterium
Suo
padre e sua madre hanno frequentato la scuola per maghi molti anni
prima e hanno preso parte all'ultima guerra di magia.
Un
conflitto spietato contro il Nemico della morte, un mago deciso a
soverchiare l'ordine delle cose attraverso la magia del caos.
Durante
quella guerra la madre di Callum rimase uccisa e dopo la sua morte il
padre ha rinnegato il suo passato e più in generale il volere dei
maghi e le loro regole.
Per
questo motivo ha messo in guardia suo figlio a proposito della loro
natura subdola e ingannatrice.
Quindi
Call intende partecipare alle prove che determineranno se un giovane
può o meno essere avviato all'apprendimento delle arti magiche al
solo scopo di fallire. Un risultato che non dovrebbe essere così
difficile visto che fin dalla nascita è portatore di un handicap
alla gamba che gli rende difficile anche i movimenti più semplici.
Con
immensa sorpresa però, malgrado il suo impegno al contrario, il più
celebre Magister della scuola decide di scegliere proprio lui,
unitamente ad altri due giovani, come suoi apprendisti.
Comincia
quindi un viaggio controvoglia per raggiungere la scuola di magia e
qui scoprire nell'anno di ferro, il primo dei cinque che lo
attendono, le proprie potenzialità.
Mentre
i rapporti con gli altri giovani frequentatori del corso si fanno a
tratti difficili e a volte misteriosi Call comincerà a scoprire una
verità diversa da quella che il padre gli ha raccontato, per sè
stesso e per la propria famiglia.
Il
tutto, mentre la sottile e invasiva ombra del male si fa lentamente
strada. Interrogativi aleggiano sul futuro sempre più incerto, su
chi fosse realmente il Nemico della morte e quale misterioso
significato aveva la frase «uccidete il bambino" trovata nello
stesso luogo dove fu compiuto il massacro nel quale perse la vita
anche la madre di Callum. Tutto ciò è forse il preludio a una nuova
guerra contro un nemico mai veramente sconfitto?
Da
Harry Potter in avanti è difficilissimo prendere in mano un libro
fantasy che abbia come protagonista un giovane aspirante mago e non
provare un senso quantomeno di emulazione.
Se
poi di mezzo c'è una scuola di magia, le cose si complicano ancora
di più.
La
sensazione, scorrendo le pagine è che, a parte delle varianti, il
paradigma narrativo del romanzo per un buon 75% sia più o meno
facilmente intuibile.
«Lentamente
Call si alzò a fronteggiare l'uomo con la maschera d'argento
dall'altra parte della sala. Tremava tutto per il dolore alle gambe e
per la tensione, per la paura, per l'adrenalina che gli scorreva
nelle vene e per il confuso desiderio di scappare via. Il Nemico
aveva un espressione furente, gli occhi lampeggiavano di rabbia e
dolore». Tratto da «Magisterium» di Holly Black e
Cassandra Clare, ed. Mondadori.
Quel
che rimane è una limitata degustazione di sapori più che nuovi,
inconsueti.
E'
giusto a tal proposito osservare che qualora infatti il tasso di
innovazione difetti non è detto che la materia in sè (chiamiamolo
«genere letterario») non risulti ugualmente appassionante e
affascinante.
Del
resto Harry Potter è stato un fenomeno che ha lasciato il segno
anche (per alcuni sopratutto) dal punto di vista squisitamente
capitalistico. Raramente era accaduto che un personaggio garantisse
un simile ritorno in termini economici in così poco tempo. Cifre da
capogiro che si comprende ingolosiscono le case editrici (e gli
autori) desiderose di colmare quello che molti definiscono un vuoto
editoriale.
Ma
è proprio così?
A
mio parere Harry Potter è vivo e vegeto e il presunto vuoto esiste
solo nelle logiche di marketing, ma non per i lettori. Fatto che ha
già riservato sorrisi amari a numerose prestigiose penne della
letteratura contemporanea (si pensi all'opera fantasy di James
Patterson che perlomeno in Italia ha trovato pochissimo spazio e non
è mai decollata).
Andrebbe
a questo punto precisato che sotto il minimo comune denominatore del
genere fantastico-fantasy si identifica oggi lo stile letterario
«young adult». Diventato il prototipo quasi oracolare di tutta la
produzione del genere.
Uno
stile espositivo che identifica quella cifra letteraria i cui
contenuti sono destinati ad un pubblico di uomini più maturi del
bambino ancora destinatario di elementi favolistici, ma tuttavia
legati a quella fantasia adolescenziale che fa da cornice alle
convinzioni dell'adulto.
La
presenza di concetti quali la morte, l'afflizione, il patimento e il
pericolo rappresentano un corollario della narrazione «young adult»,
come pure l'estemporaneità fantastica.
Quest'ultima
è uno scenario metafisico principalmente basato sul surrealismo che
acquista spessore e come tale diventa plausibile nel microcosmo della
narrazione quale conseguenza della delineazione di margini entro i
quali la gestione della storia diventa sostanzialmente il mondo
fantastico.
Una
sovrapposizione oltre la quale si sviluppa il carattere del
protagonista. In quella che è un osmosi tale per cui la realtà
fantastica (una specie di Matrix) esiste solo perchè c'è il
protagonista.
Motivo
per cui il rapporto empatico che si sviluppa con il lettore è
fortissimo e crea un affezione enorme, quasi mitica, oserei
aggiungere di tal passione da diventare simile a una religione
contemporanea che si radica cioè nel profondo.
Nella
letteratura «young adult" l'evoluzione del protagonista è
quasi sempre legata ad alcuni fattori ciclici, fra cui: la scoperta
che porta alla consapevolezza; la sfida quale confronto con le
probabilità avverse e la rinascita attraverso il dolore (spesso
determinato dalla perdita).
Si
comprende quindi come dietro un tema apparentemente semplice ci sia
una produzione tra le più difficili da concepire.
L'errore
di moltissimi Autori è quello di basare su un idea sviluppata in
verticale, una narrazione orizzontale suddivisa per tempistiche. Quel
che si ottiene è solo un archetipo della storia incasellata in tanti
sotto insiemi.
I
risultati sono frequentemente davvero scadenti. E molti Autori
dovrebbero vergognarsi con se stessi per aver pensato di poter
produrre un opera di questo spessore per il pubblico senza essere
sufficientemente preparati.
Ben
inteso, sottolineo il termine «preparazione» perchè la letteratura
«young adult» non ha a che vedere con le capacità o l'innata dote
letteraria dal punto di vista artistico.
In
effetti, con un percorso lungo e faticoso è possibile investire su
Autori per farli diventare abili al genere «young adult». Purtroppo
le case editrici non hanno ancora capito questo passaggio e
rinunciano proprio a quello che stanno cercando, perchè non
investono nella formazione.
Alcune
agenzie letterarie si segnalano per aver iniziato questo percorso, in
particolare attraverso corsi di formazione nella scrittura creativa
per Autori. Prevalentemente in Inghilterra, ahimè in Italia c'è un
arretratezza disarmante malgrado la presenza di alcuni «big player»
dell'editoria.
Per
quanto riguardo «Magisterium" le due autrici, già molto note
al grande pubblico, sembrano voler confezionare un prodotto di media
durata, incentrato sugli anni che il protagonista (dal nome molto
cinematografico - fumettistico: Callum Hunt) trascorrerà nel
«Magisterium». Scuola di magia eccheggiante di riferimenti ai
vecchi insegnamenti del medioevo relativi alle arti mediche, alla
scienza, ma sopratutto all'alchimia (forse non a caso c'è una
citazione a Paracelso).
«Poi
entrarono in una caverna che aveva cinque porte nella parete di
fondo: non era difficile riconoscere che la prima era di ferro, la
seconda di rame, la terza di bronzo, la quarta d'argento e l'ultima
di fulgido oro. Tutte le porte riflettevano il fuoco nella mano del
Magister e le fiamme danzavano spettrali sulle superfici levigate a
specchio». Tratto da «Magisterium» di Holly Black e
Cassandra Clare, ed. Mondadori.
Non
mi meraviglierebbe se nel proseguo assistessimo alla malcelata
presenza di elementi di sciamanesimo post moderno in quanto il ruolo
della «natura» mi è sembrato uno degli argomenti che, col freno a
mano tirato, sarebbero stati ripresi successivamente.
Purtroppo,
nel complesso, ci sono davvero troppi punti di contatto con la saga
della J.K. Rowling.
Anche
se in aggiunta ci sono altresì numerosi elementi più tipici di
altre produzioni come pure di diversi supporti, per esempio degli RPG
(Role Playing Game) e di alcuni giochi di carte fantasy (come Magic:
The Gathering).
La
narrazione è ben sviluppata, ma ritengo sia inopportuno dettagliare
più di tanto i contenuti in quanto penso che un pubblico nuovo a
questo genere si debba leggere prima di tutto Harry Potter e per chi
invece lo ha già fatto la lettura di questo romanzo potrebbe far
storcere fin troppo spesso il naso.
Ben
inteso, non c'è nulla di copiato in giro (nessun plagio) e del resto
è stato correttamente osservato che oggi è difficile scrivere di
questo genere senza ricalcare anche solo a mò di richiamo opere
conosciute di altri Autori.
Ciò
posto, sorvolando quindi sui contenuti della storia in sè affinchè
siano i lettori a giudicare, il protagonista mi è piaciuto poco.
E'
una via di mezzo tra un Peter Parker e un genio ribelle. La sua
esistenza è condizionata dalla grave defezione fisica e questo si
può comprendere assorba buona parte dei suoi ragionamenti, ma
confinare tutto lo spettro conoscitivo del soggetto su questa
focalizzazione è quantomeno eccessivo o meglio limitativo.
Il
rapporto con la figura paterna poi è sostanzialmente incentrato sul
suo essere succube di una verità che gli è stata raccontata e come
tale per derivazione egli ha accettato.
Un
ingenuità che gli adolescenti spesso non hanno. Si confonde la
mancanza di esperienza con la scarsa intraprendenza. Il risultato è
un protagonista avente poco spessore emotivo.
Dimostrato
all'ennesima potenza nel finale quando, in 50 pagine circa gli
succede un pò di tutto e lui dimostra di non avere alcun carattere
nemmeno mediamente formato. Cambia continuamente idea, arriva ad
accettare situazioni oggettivamente poco plausibili e francamente
anche irrealistiche rispetto alla narrazione utili solo nell'ottica
del telegrafato «gran finale».
Quali
sono quindi le caratteristiche di Callum per le quali dovrebbe
appassionare, coinvolgere e che lo porteranno a sintetizzare
quell'eroe di cui la storia ha immensamente bisogno? Io non le ho
rilevate.
Tutti
gli altri giovani frequentanti il Magisterium sono la sintesi di
qualità caratteriali.
In
pratica personaggi di contorno cui affidare determinate situazioni
molto intuibili. Il simpatico, l'introverso, il vendicativo, la
spocchiosa ecc. ecc. A ciascuno in media le sue 15-20 pagine di
protagonismo con il personaggio principale.
Abbiate
pietà della mia fantasia se mi rifiuto di accettare che si possa
contestualizzare una scuola di magia come se fosse una classe delle
elementari.
Anche
perchè alcuni comportamenti sono decisamente infantili. Troppo per i
bambini moderni, sembrano più quelli degli anni 70. Oggi, sanno
essere più aggressivi persino i bambini e anche molto più
camaleontici, macchinosi e a tratti persino adulti.
Le
Autrici però lo sanno, o perlomeno dimostrano di saperlo. Infatti,
se per duecento e poco più pagine questi ragazzini sono
caratterialmente debolucci (delle macchiette da circostanza) ecco che
nel gran finale alcuni di loro scoprono le carte e diventano quindi
degli adulti adolescenti assumendo posizioni rivelatrici di un gran
senso di responsabilità.
«Non
m'importa niente delle regole o delle apparenze. Non voglio essere la
persona che fa le cose e basta. Voglio fare la cosa giusta. E non
m'importa se dobbiamo mentire, imbrogliare, prendere scorciatoie o
infrangere le regole per riuscirci». Tratto da «Magisterium»
di Holly Black e Cassandra Clare, ed. Mondadori.
Questo
è un errore espositivo su cui non si può soprassedere. Il lettore
ha diritto a non essere ingannato.
Il
tasso di spettacolarità è eccellente.
La
magia nella storia letteraria è stata concepita in moltissimi modi.
Qui trova meno spazio la c.d. ritualistica e maggiormente quella
manifestazione del magico che mi piace pensare sia espansione.
«Call
si voltò a guardare il punto in cui si trovavano i lupi prima che
Aaron li spedisse nel vuoto, ma le sole tracce rimaste erano le
impronte delle grosse zampe sulla neve. Le orme emanavano ancora una
debole luce, come se ciascuna fosse stata fatta con il fuoco e ne
trattenesse ancora un poco dentro». Tratto da «Magisterium»
di Holly Black e Cassandra Clare, ed. Mondadori.
Se
infatti volessimo creare un contesto dualista definisco come
«contrazione» un ambito letterario dove la magia è un tutto e la
cui percezione si sviluppa per deduzione e intuizione. La
manifestazione magica è cioè l'ultimo stadio di una verità già
acquisita e meno apparente.
Viceversa
(com'è in questo caso) definisco «espansione» un ambito in cui la
magia è già presente in termini naturalisti e ci porta a percepirla
nella sua fisicità, quasi spudorata, esteriore con la quale si
prende una dimestichezza a mò di convivenza. La manifestazione
esteriore diventa più simile ad un superpotere stile Marvel o DC
Comics.
Logica
conseguenza di questa scelta sono quasi sempre la teatralità e
l'inganno. La prima infatti diventa l'insieme di effetti speciali cui
l'Autore demanda la spettacolarità della sua volontà narrativa
attraverso gli aspetti visivi, mentre nella seconda si riassume la
necessità di mettere un freno alle infinite possibilità che
l'eccesso magico corre il rischio di creare.
Se
infatti la magia diventa uno strumento troppo possibilista con il
quale si può ottenere tutto o ridefinire il tutto, la narrazione
perde di credibilità. Diventa cioè qualcosa di imprescindibile che
può mutare da un momento all'altro, privando il lettore di quella
solidità sulla quale basare il percorso conoscitivo (particolarmente
utile poi se si vogliono proporre una saga strutturata in diversi
libri).
«Magisterium»
è romanzo fantasy che si iscrive a pieno titolo nel filone «young
adult». Ben scritto, organizzato con metodo diligente tanto dal
punto di vista espositivo quanto narrativo con ottimi e credibili
dialoghi abilmente contestualizzati. Tuttavia corre il rischio di
interessare (non so quanto appassionare) più i nuovi lettori
piuttosto che coloro che già amano questo genere per i quali ci sono
prima altre letture nelle quali immergersi.
Consigliato
solo a chi legge tutto ciò che riguarda il fantasy o che ama
moltissimo l'argomento scuola di maghi..
Marco
Solferini
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