sabato 21 febbraio 2015

Le mamme ce la fanno

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Le mamme ce la fanno

Autrice: Elisabetta Gualmini.
Genere: umoristico, attualità.

Siete pronti per scoprire cosa significa essere una mamma multitasking con due bambini piccoli (un maschio e una femmina) che ti proiettano, volente o nolente, nel mondo delle scuole elementari, delle feste, dell'attività sportiva, degli altri genitori (che non ti puoi scegliere), dei compagni di classe, delle vacanze e, più semplicemente, che mettono a dura prova tutto il tuo mondo 24 ore su 24, 365 giorni all'anno?

Questa è l'ambientazione del romanzo che narra di una serie di circostanze agrodolci in cui la mamma si rapporta non solo con i figli e le loro apparentemente infinite esigenze, ma sopratutto con quella loro unica e sconfinata concezione del mondo tipicamente preadolescenziale che sarebbe in grado di sconfiggere persino Sauron l'oscuro signore in persona.

«Io e la mia cricca di mamme arriviamo al Natale sfiancate. Massacrate da mesi di multitasking (casa-cibo-lavoro-compiti-sport), ci aspetta la mazzata finale». Tratto da «Le mamme ce la fanno» di Elisabetta Gualmini, ed. Mondadori Strade Blù.

«Spiderjack» e «Spiga di grano» sono i dolcissimi soprannomi dei figli che rappresentano l'ultima frontiera, il nuovo mondo, il creato oltre le Colonne d'Ercole. Un luogo dove le mamme combattono su più fronti e senza tregua.

In questo risiko senza fine ci sono creature mitologiche come le «Barbiemamme» (troppo belle per essere vere) o la leggendaria coda delle giostre (il cui acchiappo è come la ricerca del Santo Graal).

«C'era un ospite vegetariano. Avrei cucinato un polpettone alle verdure. Mi sembrava di averlo intravisto in qualche negozio, di un bel colore verde petrolio, che mi era rimasto impresso. Io vado più per immagini che per sapori o sostanza. Se mi fisso su un colore, mi convinco che ci sia un buon motivo dietro e vado avanti come un caterpillar». Tratto da «Le mamme ce la fanno» di Elisabetta Gualmini, ed. Mondadori Strade Blù.

Mi sono davvero goduto i tanti divertentissimi aneddoti che in parte mi hanno riportato all'eterno limbo dell'infanzia. Quella che non si può mai dimenticare per davvero.

Le risate che ha saputo provocarmi questo scritto le paragonerei ad un ottimo vino rosso la cui inebriante qualità di ammaliarmi ha saputo conquistarmi attraverso il sorriso.

Un umorismo goliardico, ma non irriverente. Arricchito da una sana e intelligente ilarità. E' coinvolgente e penetra nel profondo come si suol dire dalla prima all'ultima pagina.

«Iscritto mio figlio ad acquaticità. Era in ritardo di oltre un anno rispetto alla sorella, quindi mi erano già venuti i sensi dei colpa stratosferici. Il corso dura 25 minuti più 30 minuti per portarlo più quaranta minuti per asciugarlo, phonarlo, ricoprirlo dei 10-15 strati adatti al clima invernale e alla fine riportarlo a casa» Tratto da «Le mamme ce la fanno» di Elisabetta Gualmini, ed. Mondadori Strade Blù.

Capitoli brevi e paratattici.

Una raffica di umorismo da circostanza con paragoni metaforici e allegorie di stretta attualità che non rinunciano, spesso, a una lacrima di riflessione dopo una divertente esposizione.

«Mi davano fastidio le discussioni infinite dei genitori head-hunter sul reclutamento degli animatori. C'era chi voleva il professionista che fa fare tante cose e porta anche i gonfiabili (in casa?), chi voleva il clown (cioè un cinquantenne dipendente pubblico che arrotonda) anche se un pò mi intristisce, ma fa lo stesso perchè costa meno..» Tratto da «Le mamme ce la fanno» di Elisabetta Gualmini, ed. Mondadori Strade Blù.

Sale sul banco degli imputati il microcosmo delle mamme costrette a dei super straordinari per riuscire a fare tutto, ma proprio tutto, e quando intendo tutto spero di essere stato sufficientemente omnicomprensivo (persino più di una fideiussione).

Perchè la mamma multitasking dell'Autrice è in corsa persino con il pensiero. Il proprio. E affronta le difficoltà con l'audacia di un navy seals, il coraggio e la resistenza di Rocky. Altro che «Fast & furious», persino gli «Avengers» potrebbero arruolarla nelle proprie fila. Ma attenzione, perchè il suo stile denota anche il «savour faire» di un audace ballerino di tango quando alla possanza alterna la grazia.

«Le sue mani mi ammorbidiscono il cervello e, nel silenzio della sera, bloccano come per incanto il flusso delle idee e dei pensieri. Sono un segno che per oggi basta». Tratto da «Le mamme ce la fanno» di Elisabetta Gualmini, ed. Mondadori Strade Blù.

Questa mamma diventa una piccola nave «Enterprise» per arrivare là dove nessun uomo (donna) è mai giunto prima.

Una spassosa ilarità basata sulle situazioni più comuni che non risparmiano sferzate in agrodolce quando l'Autrice critica l'ampolloso gusto per l'apparenza di cui il panorama contemporaneo sembra essere drammaticamente affetto. Una pandemia, quella del voler «sembrare» che ha da tempo contagiato ogni ambiente e si è camaleonticamente riprodotta, similarmente a una cellula tumorale, nel dna dei rapporti umani.

L'efficacia espositiva della Gualmini mi ha colpito in positivo perchè denota bravura narrativa nell'utilizzare sapientemente il realismo. E infatti, non ha mai bisogno di ricorrere ai rafforzativi e non cade nel tranello della ripetizione. Ogni capitolo è innovativo seppur legato da un «train d'union»: il libero arbitrio del pensiero vince sul conformismo.

Da Orwell ad «Another brick in the wall» questo angolo di paradiso che la mente ci offre gratuitamente permette a noi tutti di non rinunciare a ciò che paradossalmente, pur rendendoci simili, ci distingue gli uni dagli altri: la nostra originalità.

«E io allora mi lascio cullare dall'idea di avere questo robottino animato che gira per casa e butta fuori i tramezzini col nylon... O la merenda dei bambini già insacchettata e con il nome scritto in grande in evidenza». Tratto da «Le mamme ce la fanno» di Elisabetta Gualmini, ed. Mondadori Strade Blù.

I capitoli, ben organizzati, denotano una focalizzazione oggettiva ottimamente compiuta attraverso una forte carica di concettualità che sposta la paratattica espositiva (quasi sempre introduttiva) ad una maggior confidenza con il lettore basata su di una buona empatia che ingenera dei «transfer». E questo consente di scoperchiare le irritualità di quel crogiolo di quotidianità che sembrano essere gli irrinunciabili sotto insiemi della moderna società.

L'Autrice propone un alternanza tra accettazione e ribellione senza rinunciare al proprio Io; in pratica è come se salisse sopra un banco e, in un attimo fuggente, declamasse: «chi sono e cosa faccio sono affari miei, ma il come ve lo racconto».

Traspare una forza d'animo notevolissima.

Abbia il lettore contezza che questa gradevolissima commedia lo farà si ridere, ma nel contempo la narrazione del «tour de force» della mamma non la svilisce mai. Per capirci, non c'è nulla di fantozziano. La protagonista non si autocommisera e non si prende in giro. Ho apprezzato questa scelta perchè significa che si rivolge a un pubblico di bocca buona.

«In casa nostra tutto è wireless da molto tempo. Ovunque siamo wireless. Siamo collegati ventiquattr'ore su ventiquattro: dal garage, dalla terrazza, dal cortile, dallo studio, dal bagno. Ci vantiamo di lasciare il nostro wi-fi senza password, a beneficio dell'intero condominio, e siamo orgogliosi delle nostre postazioni di lavoro in casa con moltissimi pc, tablet, stampanti e qualsiasi altro aggeggio. Più che un appartamento sembra un internet cafè». Tratto da «Le mamme ce la fanno» di Elisabetta Gualmini, ed. Mondadori Strade Blù.

Quello che stringerete fra le mani (e io vi consiglio di farlo) non è un prodotto stile cinepanettone dove per farsi sentire è necessario inseguire degli eccessi, bensì una brillante commedia alla Woody Allen con un umorismo prima di tutto intelligente.

«La competizione tra madri sulle ricerche è altissima e quando io e la mia gang di mamme riceviamo un voto inferiore all'eccellenza ci rimaniamo molto male e cerchiamo di capire cosa cavolo abbiamo sbagliato». Tratto da «Le mamme ce la fanno» di Elisabetta Gualmini, ed. Mondadori Strade Blù.

Quando si parla di comicità credo sia opportuno cercare di descriverla. A beneficio del lettore che voglia approfondire questo genere, ma nel contempo anche per rifuggire certe spiegazioni insipide e meramente giornalistiche cui a volte i «critici» si abbandonano.

Nello stile di scrittura della Gualmini ho rilevato un distinguo. Da un lato l'umorismo (di cui ho fatto accenno durante la recensione) e che si divide in due sottofiloni, quello caricaturale e quello del contrario (usualmente definito Pirandelliano). Poi ho rilevato la comicità, quest'ultima a sua volta si esprime su due fronti: le situazioni e le sopportazioni. Mentre la prima porta alla constatazione delle incongruenze le seconde trasmettono l'umana partecipazione al meccanismo farsesco attraverso pregiati quanto affettuosi (con il lettore, meno per i destinatari) ossimori. A margine di ciò, che ritengo rappresenti la sua cifra narrativa nei termini del genere umoristico ho altresì preso atto di un rifiuto per il grottesco e il bizzarro (frutto e conseguenza forse di un aspetto sociologico e culturale).

Alla luce di quanto esposto non mi meraviglia che Strade Blu di Mondadori abbia dato giustamente spazio a quest'Autrice. Una collana di prestigio che ha evidentemente centrato le qualità della scrittrice che penso abbiano margini significativi per un ulteriore miglioramento.

«Le mamme ce la fanno» è una straordinaria commedia in agrodolce che propone una serie di spassosi episodi nella vita di una mamma multitasking. Un romanzo umoristico e intelligente che riesce, con spiccata genialità, a proporre temi che non si limitano a divertire il lettore, facendolo anche riflettere su cosa significa essere genitori oggi.

Decisamente brillante e consigliato a tutti.

Marco Solferini
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