domenica 27 aprile 2014

La casa sulla roccia

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La casa sulla roccia

Autore:Antonio Monda.
Genere: Sentimentale, drammatico.

I 70 anni di Warren Barron sono l'occasione per sua moglie Beth di celebrare i 38 del loro matrimonio.

Con un ricevimento nella centralissima quinta strada, su quello che considerato il tetto più prestigioso di New York, davanti al celebre Central Park. Insieme a quella elite dell'aristocrazia del capitalismo nella città che non dorme mai.

Lei, Elizabeth Dempsey moglie del noto avvocato Barron vuole testimoniare la solidità di un rapporto certificandolo al Mondo con questo significativo evento. Il matrimonio durevole, che ha superato le intemperie della vita. Le prove difficili cui ogni unione si deve sottoporre. Ben rappresentato dalla metafora biblica della «casa sulla roccia».

Ma prima di Warren, negli anni della giovinezza infinita, quando il tempo sembra un gioco pensato per annoiare qualcun'altro, l'amore di Beth fu per un altro uomo, un ragazzo di nome Luis.

Travolgente, impetuoso, misterioso, tenero, affascinante. L'amore la rapì dalla vita che pensava si stesse costruendo intorno a sè e la portò in una dimensione che appartiene solo alle persone innamorate.

Lì in quel limbo, visse giorni generosamente illuminati da una felicità scrosciante e sconosciuta. Un costante crocevia di novità che si fondevano in un allegoria vivente con il Mondo che intorno cambiava. Offrendo loro la pienezza dell'arte, della moda, dello sport. Un sentiero che si stendeva infinito come l'universo davanti agli attori della vita, giovani e inconsapevoli di tutto quello che sarebbe venuto «dopo». ma decisi ad affrontarlo insieme.

Sulle note dei grandi poeti e pensatori del passato persino il silenzio imparò a parlare attraverso lo sguardo e le sensazioni.

Luis che recitava lo spagnolo come se non ci fosse un domani e la chiamava «gazzella mia».

Un soprannome immortalato nei ricordi che ritorna adesso, dopo 40 anni, poco prima di questo grande evento per celebrare il passato di una vita intera trascorsa accanto ad un altro uomo con cui lei ha costruito una famiglia.

Una telefonata. E la richiesta di rivederla.

I romanzi di Antonio Monda sono un affascinante incontro con le emozioni.

Il carattere sobrio, determinato e risoluto della sua esposizione narrativa sono paragonabili alle pennellate ricche di passione e di colore di un pittore la cui volontà è salda sulla tela.

Facile da percepire, intenso da ricordare. Lo scritto di Monda è giornalisticamente sintetico e nel contempo organizzato con un dettaglio ragionato e visivamente spendibile per il lettore.

Come sempre ricco di citazioni letterarie che ben si sposano con la volontà di far emergere una sensazione straripante. Che dalla carta sembra avvolgere il lettore cercando, scavando, indagando i suoi sentimenti per scoperchiarli e portarli alla luce.

Il testo si può dividere in due parti, la prima è il ricordo della storia d'amore vissuta con Luis, da parte della giovane donna, la seconda invece comincia laddove finisce la prima. C'è una nuova Beth nell'aria che si costruisce giorno dopo giorno, dapprima soffrendo, poi aprendosi all'utilitarismo di una vita «usa e getta» e infine, anche grazie al mondo della ricca borghesia che le si apre davanti, diventa una donna che ama la sicurezza. In tutte le sue manifestazioni.

Bellissima la prima figura femminile, facilmente criticabile la seconda.

Il lettore dovrà decidere se apprezzare quest'ultima o viceversa detestarla. Poche sono le vie di mezzo spendibili.

A titolo personale ho trovato geniale la pudica timidezza nei confronti del trasporto emotivo che Beth ostenta durante la seconda telefonata del suo passato amore. La compostezza delle sue riflessioni silenziose e nel contempo la riluttanza con la quale decide di negare una delle frasi ispiratrici della loro passata comunione sentimentale: «scopo della creazione è il restituirsi».

E in quel momento l'Autore ha già ripercorso alcuni dei tratti salienti della nuova ed ultima Beth, la moglie che ha vissuto assecondando il marito nella sua onniscenza, all'ombra di una grandezza quasi predestinata. Forgiata spesso nel suo silenzio da casa di Ibsen, complice della volontà di tacitare, ignorandolo, il disagio.

Eppure lo scrittore non vuol far pendere l'ago della bilancia da nessuna parte ed espone con realismo e verità la felicità di questa donna, anzitutto moglie e madre nella compiutezza delle scelte che le hanno dato tanto, tantissimo, a tal punto che ogni recriminazione sembrerebbe uno scontroso atto di negazione del buon senso.

Esattamente come più volte nel romanzo incontriamo la citazione di una sorta di antinomia sul tema della religione. Lei di astrazione cristiana (supponibile cattolica), il suo giovane amante negazionista della religione vista come orpello immaginifico a tratti anche dannoso e il marito aristocraticamente laico al punto da esaltare questo approccio alla stessa religione (ma è un uomo che sbuffa in Chiesa, alle cui funzioni partecipa con malcontento e non celato scarso interesse).

I pensieri di questo Autore sono straordinariamente pieni di verità. La stessa che possiamo, metaforicamente riscontrare nell'assolo di colui che suona il pianoforte, perso nel buio di un orchestra che tace lasciando spazio al suo scandire la musica con il rumore dei tasti. Nella solitudine di un teatro pieno di gente che può soltanto ascoltare mentre lui, l'Artista, interpreta la melodia in modo unico, raro. Parlandoci attraverso la musica.

Allo stesso modo lo scrittore si rivolge ai lettori loro rappresentando la grazia e l'intelligenza di uno scritto destinato a rimanere ben impresso nella memoria.

Forse siamo destinati ad avere qualcosa, ma non tutto. Dietro ogni scelta c'è il bisbiglio del destino che gioca facile perchè conosce il tempo meglio del nostro essere di passaggio. Giocando un pò con ciascuno di noi, con la consapevolezza dei sentimenti e la paura che ci accompagna come una seconda ombra, alla luce del sole, nel buio della notte.

«La casa sulla roccia» è un irrinunciabile atto d'amore che regalerà al lettore momenti di assoluta bellezza.

Consigliato.

Marco Solferini.
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marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com




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