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Dopo
Autore:
Koethi Zan
Genere:
thriller.
Ho
letto con molta attenzione e piacere il thriller di Koethi Zan e ne
sono rimasto piacevolmente impressionato.
La
storia chiama in causa un fenomeno drammatico e tristemente comune
alla cronaca: i rapimenti di giovani donne con successiva
segregazione, riduzione in schiavitù e abusi.
La
protagonista e la sua migliore amica sono vittime di questo tremendo
destino che si traduce in tre lunghi anni trascorsi nella cantina di
una baita fra i boschi.
Un
luogo angusto reinventato a prigione, nella quale lei e altre due
giovani sono state incatenate. Ridotte in schiavitù. Alla mercè del
loro aguzzino e sequestratore: Jack Derber.
Un
periodo di stenti, privazioni, dolore, sadismo. Per lei reso ancora
più duro dal fatto che, come parte della tortura inflittagli c'era
la disumana condizione della sua migliore amica. Addirittura
rinchiusa in una cassa di legno.
«Dopo»
narra la vicenda del ricordo, ma sopratutto del periodo successivo
alla fuga. All'arresto del maniaco che tuttavia non placa i dubbi che
si sono protratti nel tempo.
Perchè
un banale errore della scientifica potrebbe consentire di derubricare
il reato di Derber e per effetto riconoscergli la libertà anzitempo.
Il
loro torturatore, forse consapevole del ruolo che la testimonianza
delle sue vittime potrebbe avere per l'esito dell'udienza, gli invia
delle lettere. Criptici messaggi che sembrano nascondere un verità
mai rivelata.
E'
l'inizio di un indagine che l'ex vittima si sente in dovere di
compiere. Un viaggio nel mondo di Jack Derber, a cominciare dal suo
lavoro e dal suo passato. Che cosa ha creato il mostro? E quale
oscuro mistero si cela dietro la sua esistenza? E' forse possibile
che quanto accaduto sia parte di qualcosa di ancora più atroce, più
grande, più cattivo?
Ottimo
ritmo, dialoghi eccellenti e una trama avvincente esposta con taglio
paratattico, essenziale e molto lineare.
L'Autrice
si rivela un abile narratrice nel saper focalizzare l'azione
oggettiva sul presente, spostando poi la narrazione
sull'inquadramento soggettivo e storiografico delle ragazze e del
periodo trascorso nella casa.
C'è
una forte componente di idealizzazione. La scrittrice non scende mai
nei particolari veri e propri degli atti di sadismo patiti dalle
prigioniere, preferendo stabilire con il lettore un rapporto di socio
empatia basato sulla trama. L'effetto è piacevole e molto
convincente.
Si ha
la sensazione di calarsi nel thriller, di osservarlo in modo
partecipe ben oltre la struttura essenziale e costante della
costruzione logica, relativa allo sviluppo espositivo.
C'è
un sentimento di partecipazione che è tipico di quel romanzo che
chiede qualcosa al lettore. Allo scopo cioè di scambiare quel che
offre con un pò di partecipazione attiva. Il risultato è un effetto
coinvolgente che non a caso punta a stupire mantenendosi entro
l'alveo del realismo. Per rivalutare l'attrattiva che suscita nel
lettore.
Evidentemente
percepito anche dall'editore, questa forte valenza
dell'immedesimazione ha portato alla scelta delle pagine finali «a
scatola chiusa» con un preambolo di forte sensazionalismo (le ultime
pagine sono infatti rilegate e il lettore per conoscere il finale
deve, ad una ad una, staccarle).
La
sterilizzazione del dettaglio, volutamente particolareggiato, ma non
eccessivo, rivolge l'attenzione del lettore sull'essenziale.
Preferendo una visualizzazione emotiva degli ambienti.
Circostanza
che potrebbe non piacere a coloro i quali sono abituati ad una
narrativa thriller che si dilunga nello sviscerare ogni aneddoto
fornendo al lettore una meticolosa impronta cognitiva -
argomentativa.
Tuttavia,
il ritmo imposto dalla trama è incalzante. Sopratutto è diretto.
Beneficia di un immediatezza che combacia con la precisazione dei
fatti e l'inquadramento dell'ambito entro il quale si sviluppa
l'azione e il passaggio alla successiva.
Lo
sviluppo della trama è lodevole dal punto di vista della
schematizzazione che inquadra la vicenda del passato in maniera
funzionale a determinare le scelte del presente.
Siamo
in presenza di una scelta espositiva che non vincola lo svolgimento
dei fatti contemporanei e attuali al determinismo di quanto accaduto
«prima». In questo si evince l'elevata capacità argomentativa
dell'Autrice la quale non è caduta nel tranello di rimanere legata
più all'idea che allo sviluppo della stessa. Fattispecie molto
comune agli scrittori di questo genere.
Buona
la definizione dei personaggi coprotagonisti che vivono nel
sottobosco di una psicologia deviata dalla scienza stessa. Concepita
cioè all'interno di un indagine scientifica che plasma il
comportamento umano applicando la regola del «distruggere per
ricostruire».
Trasformando
quindi la persona in una materia argillosa di annullamento e
riscrittura del dna comportamentale.
Quel
che se ne rinviene è pertanto l'intuizione geniale e creativa della
scrittrice di fare in modo che il thriller sposti l'attenzione sulla
sottile mezzaria che separa la ricerca scientifica dalla
sperimentazione.
«Dopo»
è un thriller da leggere con passione, lasciandosi trasportare dalla
forte empatia che una trama avvincente trasmette al lettore.
Coinvolgente, appassionante e ricco di colpi di scena.
Un
emozione da non mancare.
Marco
Solferini
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