domenica 17 novembre 2013

Una sera a Parigi

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Una sera a Parigi

Autore: Nicolas Barreau.
Genere: sentimentale, romantico.




Parigi, Alain rinuncia ad una carriera manageriale quando eredita da suo zio un cinema d'essai di cui, fin dalla giovinezza, si era perdutamente innamorato. Il Cinema Paradis però, sembra destinato a non rivivere i suoi giorni migliori, ma la tenacia, l'amore e le abili intuizioni del nuovo proprietario riescono a riportarlo in auge, conquistando un pubblico di appassionati e fedeli spettatori.



Fra questi, nello spettacolo notturno infrasettimanale dedicato all'amore e al romanticismo c'è una giovane donna con il cappotto rosso. La cui bellezza, portamento e modo di comportarsi ammaliano Alain che da subito coltiva segretamente il desiderio di conoscerla.



Quando accade, seppure in modo un pò impacciato, sembra l'inizio di una storia d'amore destinata a concludersi con il più classico «e vissero felici e contenti».



Però, il caso vuole che proprio in quei giorni un noto regista americano insieme alla sua bellissima e bravissima attrice visitano il Cinema Paradis del quale si innamorano a tal punto che il regista domanda di poter girare il suo nuovo film negli interni del cinema. Che peraltro l'attrice Solène Avril già ben conosce poichè lo ricordava dai tempi dell'adolescenza vissuta in quel di Parigi.



Alain è entusiasta e nel contempo eccitato. L'americano pare intenzionato ad assecondare le sue richieste e addirittura accetta che la prima del nuovo film venga proiettata proprio nel Cinema Paradis.



Sarebbe la consacrazione del luogo e della cinematografia che propone al pubblico.



Nel frattempo, Solène pare avere un debole verso Alain il cui cuore però è già di Melanie, la misteriosa donna con il cappotto rosso. Tuttavia, proprio lei, la sua musa e anima gemella sparisce senza apparentemente lasciare traccia.



Comincia quindi una ricerca. Di risposte anzitutto, ma anche della stessa Melanie. Alain non può accettare di perdere così il suo amore e nel contempo più indaga sull'identità della donna più si avvicina ad un segreto, per molti versi misterioso, che pare addirittura coinvolgere proprio la bellissima e famosa attrice Solène.





Per la serie amore e altri problemi.. senza troppi pensieri e fronzoli per la testa l'Autore ci propone poco più di duecento pagine il cui soggetto è stato creato nell'arco di cinque minuti.



Proprio non ci siamo.



I personaggi sono riciclati in maniera fin troppo evidente e lo stereotipo caricaturale sottrae credibilità a quasi tutti i loro atteggiamenti. Fin troppo artificiali. Poco credibili. Pensati per un iterazione istantanea funzionale alla scena (non mi sento nemmeno di chiamarlo capitolo in quanto mi ricordano più le sceneggiature teatrali).



Incontriamo l'attrice Hollywoodiana che s'innamora del piccolo imprenditore / impresario di un cinema d'essai perchè «lei ama le persone che sanno usare il cervello» (la scena in cui elargisce questa improbabile massima peraltro, la vede picchiettare con l'indice sulla fronte di Alain che pare essere Hugh Grant nella celebre commedia Notting Hill). Poi c'è il regista bonaccione, tutto assensi e nessun problema, che sciorina frasi in americano, mentre si intrattiene tra un cocktail e un «of course».



Non manca infine l'amico sciupafemmine, professore universitario che battezza un pò tutte le studentesse che gli capitano a tiro. Uno stereotipo che, onestamente, lo rende anche piuttosto antipatico giacchè le avance dei titolari di cattedra sulle studentesse sono un fenomeno abbastanza comune, ma assai deprecabile; vissuto con ben poca piacevolezza dalla maggioranza delle interessate. Per effetto, numerose persone potrebbero non trovarci nulla di scherzoso.



Il microcosmo del Cinema Paradis è disimpegnativo e minimalista. Nel complesso, poche pagine destinate a personaggi evidentemente comprimari, necessari per riempire il vuoto di qualche stato d'animo e per fare da «train d'union» alla trama principale. Scarsamente fascinosi, poco approfonditi, sembrano marionette con alcuni scarni elementi caratteriali a raccontare del sè.



Poi c'è un elogio sterminato al romanticismo nostalgico. Una dolcezza melensa che si ricicla, non evolve mai, enfatizza il dettaglio, ingigantisce lo stato d'animo, ma sembra fuoriuscita da una platonica adorazione dell'amore idealizzato dalla mente di un adolescente. Roba da diario di scuola.



Il fatto poi che la storia d'amore evolva secondo tutti i crismi dell'happy end è poco realistico: il cinema dà buoni risultati, gli amici gli vogliono bene, la donna del cuore entra dalla porta principale. Non solo! Arriva il regista americano, l'attrice, la notorietà e la grande opportunità. Un pò di realismo please! E' comprensibile che si tratti di un opera di pura fantasia, ma un insieme di eventi proposti con questa metodologia narrativa rasenta la narrazione fiabesca. Parigi a parte, nulla trasmette al lettore che non sia un sogno ad occhi aperti.



Piacevoli le citazioni cinematografiche, forse però meglio comprensibili da un pubblico di nicchia che conosca l'argomento.



Il contesto ambientale di Parigi è efficace, anche se lavora molto sull'idea che tanti hanno della città romantica per eccellenza. Belle le descrizioni delle sue luci della sera, dei ponti e più in generale dell'anima fanciullesca, genuina, che ti spinge a credere quanto il bello sia possibile e perchè no? Anche la felicità.



Tuttavia non basta.





La trama svolta sul «coup de theatre» dalle tonalità rivelatrici che preannunciano il finale. Per quanto improbabile in sé, risulta del tutto annacquato dall'inevitabile trionfo conclusivo del buonismo dove tutti, ma proprio tutti, vivono felici e contenti: i protagonisti, i co-protagonisti e persino i personaggi incontrati per caso.



Un tripudio all'ennesima potenza del messaggio «think positive» che invece di massimizzarlo e, come recita l'headline, della fascetta allegata al romanzo, «vi renderà felici», sortisce l'effetto opposto. Strappa un sorriso amaro, nella consapevolezza che la realtà è proprio diversa dalla fantasia.



Una sera a Parigi” è un romanzo sentimentale, molto sdolcinato, costruito su di una serie di luoghi comuni con personaggi il cui comportamento è poco realistico. Finale scontato.



Solo per chi proprio non può fare a meno di leggersi una storia d'amore (anche se può trovare di meglio).



Marco Solferini
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marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com

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