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Il
bizzarro incidente del tempo rubato
Autore:
Rachel Joyce.
Genere:
drammatico.
E' il
1972, in Inghilterra. Byron è un bambino che vive in un quartiere
residenziale insieme con la giovane e bellissima madre Diana. Suo
padre Seymur è un banchiere. Lavora lontano da Carnham Hill, una
città fatta di consuetudini, visi noti, giornate simili e rituali
tipici della vita quotidiana.
Ha una
sorella più piccola, Lucy e un amico del cuore: James.
Lui e
James sono molto diversi. Byron è un ragazzo apparentemente
annoiato, non troppo sveglio quanto ad intuizione. Uno che ama porsi
delle domande più che risolvere i problemi. Non gli piace la
competizione e non trae alcun piacere da essa. James invece è bravo
in tutto. Ha una capacità mnemonica eccezionale e una passione per
la deduzione logica basata sull'analisi matematica dei fatti.
Forse
per questo motivo sa fare tante cose e sembra destinato ad incarnare
il prototipo del primo della classe.
La
loro routine è sconvolta da una notizia apparentemente banale. Il
Governo ha deciso di adeguare il tempo. Come già hanno fatto altre
nazioni. Aggiungendo due secondi.
Quando?
Perchè? Come?
Entrambi
i giovani sembrano plagiati da questo evento e arrivano a teorizzare
complotti e persino cospirazioni.
Finchè
un giorno, in ritardo per la scuola, la madre di Byron, che guida una
macchina sportiva oggetto dell'invidia di molti, decide di tagliare
per un quartiere povero. In tutta fretta compie una manovra
avventata. Nel momento dello sbandamento del veicolo, Byron vede le
lancette dell'orologio tornare indietro. In quell'istante si convince
che siano stati aggiunti i fatidici minuti. Contemporaneamente,
osserva una sagoma piccola, piegata su una bicicletta rossa crollare
sotto il peso dell'auto.
La
madre riparte in fretta, senza accorgersi di nulla. Ma Byron sà che
l'auto ha travolto qualcuno. Una bambina.
E' un
segreto sconvolgente che lo consuma come la fiamma brucia un cerino.
L'unica soluzione è rivolgersi all'amico James affinchè possa
elaborare una strategia vincente in grado di risolvere il problema.
Capitolo
dopo capitolo la storia di Byron si alterna a quella di Jim, un uomo
adulto sui 50 anni, che vive ai tempi d'oggi e da poco uscito dalla
casa di cure di Besley Hill dove gli fu praticato l'elettroshock.
Jim è
un innocuo commesso in una tavola calda. Passa le sue giornate
balbuziente, cercando disperatamente i numeri 1 e 2 dappertutto. E'
ossessionato dai rituali: deve entrare e uscire continuamente di
casa, salutare gli oggetti, soffre di una maniacalità compulsiva che
lo spinge ad essere convinto del fatto che lui causi eventi tragici
se non osserva un certo comportamento. Se non adempie ai suoi
rituali.
Chi è
Jim e quale tragico passato lo accomuna a Byron e James?
Tutto
ha avuto origine da quei due secondi. Una catena di eventi che ha
cambiato il destino di tante persone.
Il
tempo, questo immutabile che ci cammina accanto.
L'Autrice
ci propone una visione drammatica del noto «battito d'ali d'una
farfalla».
Un
vita precostituita, quasi confezionata come un pacco regalo, dove
questa donna, Diana, madre di due bambini, abita nella casa perfetta.
Moglie di un uomo benestante che la cura come se fosse un oggetto. E'
lei il vero epicentro di quella che sembra la caduta degli Dei, cioè
il crollo di un reame artificioso la cui conseguenza più grave è
l'impatto sulla psiche del figlio. Che si colpevolizza per l'evento
nefasto.
Circa
la posizione della donna / moglie / madre Diana credo sia utile
immaginarla come l'oggetto dell'altrui invidia. La testimonianza di
un successo che guarda al “bello” non per il gusto, ma per la
reazione emotiva che crea e la conseguente, cercata, sudditanza
tipica dei luoghi comuni.
La
contrapposizione tra Byron e James è chiaramente penalizzante per il
primo. Avere a che fare con il genietto in erba, che sembra possedere
una soluzione intuitiva per tutto, lo pone in un ruolo di eterno
subalterno. Ampliando, con il suo bisogno di assistenza, la
sensazione latente di non essere in grado di interagire con gli
eventi da solo. Questo assistenzialismo si traduce poi in una
debolezza interiore. Che sfocia in un sentimento di inadeguatezza.
La
figura paterna assente, distante, per molti versi incomprensibile lo
spinge invece all'isolazionismo.
L'incompiuto
Byron è schiacciato tra il ruolo del fratello maggiore e quello del
figlio protettivo verso il genitore madre che tuttavia soffre un
dramma esistenziale inguaribile.
Tutto
ciò produce lo spezzamento, la separazione, il dualismo che portano
il giovane a dubitare di se stesso e per effetto lo spingono nelle
malsane fauci di quella scienza psichiatrica mostruosa come il
peggior incubo.
Il
tempo diventa quindi una costante che rappresenta anche l'evento
inatteso, il paradosso che sconvolge il crisma della realtà. Il
celebre “battito d'ali della farfalla” da cui scaturiscono una
serie di eventi incrociati e fra loro legati. Ma questo accade
nell'immaginazione del fanciullo che razionalizza le proprie paure.
Fino a colpevolizzarsi per ogni evento tragico.
Jim è
l'uomo adulto ed il prodotto di questa serie di scelte che il bambino
ha compiuto pur nella sua inconsapevolezza. Entrando a far parte
degli eventi nel modo più doloroso Jim è il risultato
dell'annichilimento di Byron, della sua rinuncia.
Anche
se alla fine trova un riscatto dovuto ad una maggiore consapevolezza
del Sè che si verifica attraverso un parziale recupero della propria
capacità realistica di discernimento.
Tanti
elementi di cultura classica. Anche a livello espositivo.
Interessanti
e visivamente accattivanti le descrizioni ambientali. Ottimo
l'utilizzo delle metafore si accompagnano ad una buona discorsività,
come pure ad un eccellente caratterizzazione soggettiva dei
personaggi principali.
Ho
tuttavia percepito come eccessivamente metodica la descrizione del
microcosmo famigliare. Drammaticamente coinvolgente, finisce con
l'appesantire lo svolgimento della trama principale, offrendo il
fianco a delle digressioni che sembrano essere più che altro cercate
dall'Autrice per mettere alla prova o in bella mostra le sue capacità
narrative.
“Il
bizzarro incidente del tempo rubato” è
un romanzo dai forti contenuti psicologici relativi al comportamento
e al carattere del Bambino, inteso come antecedente dell'uomo che
verrà. Esposto con taglio umanistico il testo si propone, con
ambizione, di curare in modo esaustivo diversi stereotipi.
Marco
Solferini
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