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Il mistero della libreria
sempre aperta
Autore: Robin Sloan
Genere: mistero,
drammatico, avventura.
Clay Jannon è un giovane
disoccupato. Dopo un esperienza high tech in una società fallita, si
ritrova a cercare lavoro in quel di San Francisco e per puro caso
scopre un cartello di «cercasi apprendista» in una piccola libreria
di quartiere dal sapore molto artigianale e con la singolarità di
essere aperta 24 ore su 24.
Il turno scoperto è
quello di notte.
Dopo una breve
valutazione iniziale il titolare Sig. Penumbra, lo assume.
Comincia per Clay una
piccola nuova vita all'interno della libreria dove non mancano le
stranezze. Infatti, accanto ad uno sparuto e per molti versi
incompleto catalogo «tradizionale» di libri ne esiste un altro, i
cui Autori sono del tutto ignoti al giovane.
Polverosi volumi
custoditi nelle scaffalature più altre. In quello che Clay
soprannomina il catalogo dell'Oltretutto.
A richiedere questi
testi, sempre rigorosamente in prestito, sono i soci della libreria.
Persone bizzarre, spesso molto avanti con l'età e dai comportamenti
curiosamente estroversi dei quali il giovane deve appuntare non solo
il numero identificativo personale, ma anche l'atteggiamento.
Jay è un ragazzo che non
ha mai abbandonato la fantasia quale appassionata accompagnatrice di
gioventù, fatta di letture e giochi fantasy.
Pertanto, decide di
indagare su questi apparentemente misteriosi testi il cui contenuto
sembra un semplice guazzabuglio di parole e frasi sconnesse, senza
significato.
Per rivelare il mistero
si avvale del prezioso aiuto di alcuni suoi amici.
In particolare di Kat,
esperta informatica che lavora a Google.
Pur essendo anche Clay
uno che da del tu ai calcolatori, che non si fa scrupoli ad usare un
sito hacker e certo possiede una competenza nell'I.T. è grazie a lei
che riesce a decrittare un misterioso codice che tutti i soci della
libreria cercano invano di risolvere.
Il c.d. enigma del
fondatore che proietta il giovane commesso nelle grazie del suo
titolare Penumbra e successivamente alla scoperta della società
«Festina lente» che funge da copertura per una biblioteca gestita
da una società segreta di nome «Costola Intatta».
All'interno della quale i
membri più anziani detti «rilegati», scrivono il proprio libro
della vita: il «codex vitae», destinato ad essere letto dopo la
morte e preservato nel corso degli anni.
Ma la biblioteca
custodisce anche un mistero cui tutti i membri della società
segreta, da oltre 500 anni si dedicano: trovare la chiave di lettura
o meglio decifrare il codex vitae di Aldo Manuzio. Un vecchio membro
della società che si dice abbia in esso tramandato la chiave della
posterità.
Per rivelare il contenuto
di questo codice sarà necessario addentrarsi nel criptico mondo
della scrittura dei c.d. Font: dalla loro ideazione fisica fino alla
versione più recente in digitale. Negli antichi caratteri del
Gerritszoon, ideati dallo stesso Manuzio, sembrerebbe celarsi la
chiave per decrittare il codice.
Il gruppo di amici
pertanto, scoprendosi una sorprendente ed affiatata squadra d'azione
decide di sfidare le arcaiche regole della società segreta e
trafugare una copia computerizzata del prezioso codice Manuzio.
Riusciranno i nostri eroi
nell'impresa? E quali misteri si riveleranno dal misterioso codice?
Il lettore non si lasci
ingannare dal titolo.
Nel romanzo c'è
sicuramente una polverosa libreria dal sapore artigianale e rustico,
ma a margine di essa c'è uno svolgimento dell'azione dagli altissimi
contenuti tecnologici.
Font, hackering,
trackpad, Hadoop, sono solo alcuni dei termini che determinano
innumerevoli spiegazioni, ovviamente per i più profani, o, come in
un passaggio indicativo dello scrittore, per quelli che hanno più di
trent'anni e certe cose non le ritengono possibili. Perlomeno con
l'informatica.
Non solo! L'intero
romanzo ruota attorno a Google, descritto come una sorta di
Disneyland delle risorse informatiche, un locus amoenus degli
appassionati di tutto ciò che fa bip bip, una vera e propria
arcadia, o meglio una magica Faerie in Terra della tecnologia
avanzata.
Oppure, se volessimo: un
mega spot per la società di Mountain View e per tutto ciò che
rappresenta.
Francamente, l'avrei pure
digerito se non fosse che il metodo espositivo utilizzato è
drammaticamente adolescenziale. Pieno di riferimenti a metà fra il
comico ed il ridicolo che caratterizzano il personaggio principale
quanto uno dei protagonisti del Muppet Show. La completa assenza di
serietà finisce non solo per sdrammatizzare, ma altresì per
sottrarre spessore agli elementi misteriosi e al corpus di tutta
l'indagine. La cui soluzione è abbastanza banale se pensiamo che un
gruppo piuttosto nutrito di persone, con sedi in tutto il Mondo, sta
cercando la soluzione dell'enigma da 500 e passa anni!
Il buon Clay e compagnia
invece ce la fanno, per fortuna del lettore, in appena 300 pagine,
anzi meno: 200 visto che il primo centinaio servono per definire
l'azione e introdurre i personaggi coprotagonisti.
Orbene, di quest'ultimi
non ce n'è uno che non calzi a pennello con le necessità della
storia.
Indovinate chi conosce il
commesso di notte della libreria? Un appassionata (e disponibile
oltre che piuttosto belloccia) esperta di informatica di Google, che
niente di meno sceglie di seguirlo e assecondarlo mettendogli a
disposizione tutta la tecnologia di una delle società più
importanti del Mondo. Non solo.. ma la sua vita, prima di Clay,
sembrava veramente una questione fra «nerd» troppo cresciuti.
Lo stesso che il buon
Clay si vanta di essere sempre stato.
Ed ecco che nel suo
passato troviamo il miglior amico d'infanzia, con il quale condivide
la passione per il fantasy e manco a dirlo la saga preferita dei due
è in realtà scritta da un membro della società segreta e
rappresenta un piccolo enigma nel mistero.
Poi ci sono i
coinquilini.. e ti pareva che non avessimo il buon Mat, tecnico degli
effetti speciali, ovviamente utilissimo quando si tratta di sottrarre
un libro o un registro per simularne una copia affinchè nessuno si
accorga dell'apparente sottrazione.
Insomma, tutti scelti a
tavolino e in modo conforme alle esigenze della storia.
Banale, per non dire
noioso.
Di affascinante ci sono i
dialoghi che sono obiettivamente plausibili e ben organizzati, anche
se il ritmo narrativo è quello di un avventura grafica mescolata
allo svolgimento di un gioco di ruolo stile Dungeons & Dragons.
Il finale poi introduce
un luogo che ricorda da vicino la serie «Warehouse», ma non solo:
guai a voi se pensate che resterete a bocca aperta, semmai asciutta
perchè il gran finale non brilla certo di originalità e men che
meno ci sono fuochi d'artificio degni di nota.
Il pezzo più bello del
romanzo lo collocherei nel tentativo di decrittazione del codice
Manuzio grazie alla potenza di Google. L'Autore forse era più
ispirato e fa appello ad una qualità descrittiva di buon pregio che
lascia aperta la porta alle sue doti di scrittore. Se non altro per
il futuro.
Per il resto, direi che
il paragone con l'encefalogramma piatto funziona abbastanza bene e
tanti, troppi, sarebbero gli aneddoti da citare. L'ex nerd che trova
la sua principessina in una sorta di simposio a metà fra l'anima
gemella ed il colpo di fulmine sembra una sceneggiatura di serie Z
per uno Steven Spielberg con l'influenza e la febbre alta. Un
invenzione favolistica che semmai si sposa con un happy end che non
si risparmia. In puro stile «vissero tutti felici e contenti».
L'Autore però tenta
anche la strada di contenuti più elaborati. Fa quindi appello a
qualche teoria come quella della singolarità e più in generale
propone tematiche riflessive a mezzo delle quali i protagonisti si
interrogano sul senso della vita, il futuro dell'umanità e altri
cavalli di battaglia che sembrano usciti dai biscotti della fortuna.
Gran parte delle
giustificazioni proposte ai lettori si basano su riflessioni e
ragionamenti che sfociano in paradossi. L'accettazione dei quali, se
non altro, interrompe le parentesi «creative» per riportare il
lettore alla storia.
Forse per qualcuno che
legge questo libro come primo romanzo della sua vita la cosa può
anche funzionare oppure se venite a trovarvi per 5 anni su di un
isola solitaria e lo recuperate dall'oceano magari lo trovate
interessante. Altrimenti la vedo dura.
«Il segreto della
libreria sempre aperta» è un romanzo costruito attorno ad un idea
sviluppata in maniera adolescenziale, insufficiente sotto molteplici
aspetti. A discapito di un titolo accattivante lascerà dietro di sè
parecchi lettori annoiati e i più resistenti, alquanto
insoddisfatti.
Consigliato solo se non
avete niente, ma proprio niente di meglio da fare.
Marco Solferini
per contatti, commenti, suggerire un argomento:
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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