Mancarsi
Autore: Diego De Silva.
Genere: Sentimentale.
«Mancarsi» è un
romanzo interessantissimo che narra la storia di Nicola ed Irene.
Due sconosciuti che hanno
in comune soltanto la frequentazione, ma in orari diversi, dello
stesso bistrot, per le medesime sensazioni che l'ambiente suscita in
loro.
Hanno inoltre entrambi
alle spalle il peso dell'epilogo di una storia d'amore.
Non una «storia"
qualsiasi, ma quella per la quale si fanno scelte di vita. Nicola ha
perso irrimediabilmente la sua Lei, mentre Irene ha definitivamente
abbandonato il suo Lui.
Tutti e due però,
convivono con la consapevolezza che lo smarrimento si era già
verificato prima del distacco fisico. Quest'ultimo è quasi una sorta
di appendice procedurale.
La loro vita è simile ad
una pagina poco scritta di un romanzo chiuso con eccessiva premura:
manca qualcosa di indefinito, ma incredibilmente essenziale.
Situazioni diverse, ma
che presentano una similitudine creativa straordinaria, perché, a
differenza di quel che accade spesso nell'immaginario collettivo
quelle relazioni, per quanto fossero diventate le più importanti
della vita, cui demandare cioè l'autoconservazione nel futuro, erano
nei fatti sbagliate.
I protagonisti soffrivano
di infelicità, incomprensione, e di quel biascicato senso di
annullamento che fa da preludio alla solitudine.
Irene ricomincia a
vivere, scoprendo se stessa dove l'aveva lasciata: interrotta,
incompiuta, ma viva. Nicola prende consapevolezza della gabbia senza
sbarre, costruita con i suoi limiti ed impedimenti, nella quale si
era rinchiuso.
Il romanzo, amabilmente
scritto con toni di abbacinante lucidità emotiva, quasi infantile
per la cordialità e la genuinità espressiva, ci propone una
tematica di stringente attualità.
L'amore sbagliato: il
vincolo che lega senza unire.
Siamo di fronte
all'impressionismo moderno di un dramma teatrale che pone al centro
dell'attenzione l'individuo, condannato ad agire come un antieroe che
sopravvive a se stesso nella vita di tutti i giorni, spinto da una
serie di coinvolgenti e nel contempo invadenti elementi esterni.
Questo è
l'autocondizionamento: il demone moderno dell'inciviltà emotiva che
schiavizza i sentimenti, ingannandoli con promesse illusorie.
L'individuo trasmuta, somatizza il conflitto interiore e nel proprio
microcosmo di quotidianità accetta la negazione plausibile della
felicità.
L'autocondizionamento fa
si che il condizionale del verbo “desiderare” si sostituisca
all'imperativo del verbo “amare”.
La scelta di preservarsi
sta nel dogma di un destino scritto, incardinato, codicizzato nel dna
della crescita così come voluto dalla moderna società. Tale per
cui, al trascorrere degli anni debba corrispondere un anagrafe delle
scelte, fra cui il partner cui legarsi. Anche se non è quello
perfetto. Anche se ci propone dei ripensamenti che l'animo non riesce
a sopprimere ed il cuore ne soffre perché sente come sia necessario
convivere con l'utopia di una felicità a metà.
Cos' scompariamo,
lentamente, nella trasparenza, dietro la collina dei sogni di quando
eravamo bambini; oltre l'arcobaleno di quelle canzoni che ci facevano
scoprire infiniti mondi ad occhi aperti; fra i pensieri riposti nel
cassetto dei ricordi o nella soffitta dove la speranza sembrava
diventare da un momento all'altro la vittoria su tutto e tutti e quel
mito della felicità ci rendeva predestinati al successo.
L'Autore, apre una porta
su questo lato della personalità, dove dimorano i pensieri
leggermente più pesanti delle idee.
Lo fa con un metodo
espositivo efficace, mai invadente, ma certamente persuasivo che
spinge il lettore ad infinite riflessioni. Su frasi, argomenti,
pensieri fatti di immagini, che le parole sapientemente dosate, ci
tramandano in maniera anzitutto elegante.
C'è quella bravura
determinata da uno stile sornione nell'essere saggio, quasi come
fosse il romanziere a voler ascoltare i pensieri del lettore, ma nel
contempo ci prende per mano facendoci capire che il primo passo per
raggiungere quella pienezza, che non rifiuta le incongruenze, è
dentro di noi. Appartiene a noi. Siamo noi.
Alla fine di questo
romanzo, che mi sento di consigliare ai lettori di tutte le età, c'è
un epilogo che è anche un nuovo inizio. Perché la vita possiede la
straordinaria capacità di sorprenderci prima ancora che noi si
riesca a capirci.
Consigliato.
Marco Solferini
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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Come al solito una recensione bellissima.
RispondiEliminaNon finirò mai di complimentarmi per come scrivi.
Penso che tu riesca a penetrare davvero a fondo in quel che il lettore si aspetta da un romanzo.
Non conoscevo questo autore ma dopo quello che hai scritto penso che lo conoscerò molto presto!
Ciao.
Mi associo anche io nel sottolineare che scrivi benissimo.
RispondiEliminaPenso che le tue siano le migliori recensioni che almeno io abbia trovato in circolazione. I giornali (tipo riviste o quotidiani) spesso si limitano ad una "panoramica" della trama quasi sempre copiata dalla seconda copertina e si spendono sull'Autore per i premi che ha ricevuto o le copie che ha venduto. Ma questo non significa che il romanzo sia bello..
Da quando non ho più il librario di fiducia mi ero allontana un pò dai libri ma grazie a te ho riscoperto il piacere di potermi fidare di un amante della carta stampata.
Grazie.
Libro molto interessante, penso di saperne qualcosa a proposito degli stati d'animo descritti.
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione, di sicuro non mancherò di dargli un occhiata non appena capiterò in libreria.
Mi associo ai complimenti per lo stile di scrittura della recensione.
Caro Marco,
RispondiEliminaquesta Tua, é l'ennesima ottima recensione.
Bravo, davvero complimenti.
Ancora una volta ne pubblichiamo un estratto con il Tuo consenso, ma permettimi di associarmi a quanto noto Ti scrivono altri Lettori: un talento come il Tuo é sprecato per un Blog, anche se ho il massimo rispetto per questa forma di comunicazione.
Ti dò atto che vieni ripreso da numerose riviste, fra cui umilmente la nostra, ma a mio avviso dovresTi cercare di dare un peso più specificio a questa Tua capacità di valutare e ben spiegare gli Autori.
Ti invito ancora una volta a prenderci un caffé.
Ancora complimenti e grazie in anticipo.
Accipicchia, dopo una recensione del genere immagino che il libro vada assolutamente comperato!!!
RispondiEliminaComplimenti per le belle parole.
Ciao.
Mi ritrovo moltissimo nelle parole che hai usato, anche se ho qualche dubbio sul fatto che si possano capire fino a fondo perché un romanzo per quanto ben scritto é pur sempre un esperienza di vita dell'Autore.
RispondiEliminaI sentimenti invece sono nostri, irrimediabilmente, con tutti i pro e i contro.
Credo che sia a questo che ti riferisci quando scrivi che l'Autore sembra voler ascoltare il lettore. Mi piacerebbe pensare che sia così.
Spero che troverai il tempo per leggere il materiale che ti ho inviato per posta. Un tuo giudizio mi farebbe moltissimo piacere.
Saluti!
Diego de Silva è un Autore già molto affermato e conosciuto al pubblico italiano. In questo suo ultimo scritto si lascia andare ad alcune atmosfere sentimentali sulle quali aveva già indugiato più volte in precedenza.
RispondiEliminaPenso che tu abbia fatto un ritratto realistico del romanzo guardando anche alla figura dello scrittore e credo che questa sia la chiave di lettura più intelligenteche potessi offrire.
E' mia opinione che il punto di vista sia un tantino egocentrico e personalizzato sull'idea dei sentimenti o meglio degli stati d'animo che l'Autore evidentemente non cela agli occhi del lettore più attento.
Però tu, caro Marco, hai colto nel segno quando parli di "lucidità emotiva" e "impressionismo moderno di un dramma teatrale" perché penso che queste tue eleganti ed originali spiegazioni sintetizzino in modo visivo e facilmente percettibile a chiunque l'etica di questo scrittore.
Anzitutto, ti anticipo che vorrei pubblicare un estratto della tua recensione, ma altresì ti chiedo che cosa ne pensi di un finale alternativo. Se cioé non giudichi una scelta parzialmente infelice quella autoconclusiva che come giustamente citi rappresenta un nuovo inizio.
Grazie per il tuo prezioso contributo e complimenti per il TUO stile di scrittura.