sabato 6 aprile 2013

Mancarsi


Mancarsi

Autore: Diego De Silva.
Genere: Sentimentale.

«Mancarsi» è un romanzo interessantissimo che narra la storia di Nicola ed Irene.

Due sconosciuti che hanno in comune soltanto la frequentazione, ma in orari diversi, dello stesso bistrot, per le medesime sensazioni che l'ambiente suscita in loro.

Hanno inoltre entrambi alle spalle il peso dell'epilogo di una storia d'amore.

Non una «storia" qualsiasi, ma quella per la quale si fanno scelte di vita. Nicola ha perso irrimediabilmente la sua Lei, mentre Irene ha definitivamente abbandonato il suo Lui.

Tutti e due però, convivono con la consapevolezza che lo smarrimento si era già verificato prima del distacco fisico. Quest'ultimo è quasi una sorta di appendice procedurale.

La loro vita è simile ad una pagina poco scritta di un romanzo chiuso con eccessiva premura: manca qualcosa di indefinito, ma incredibilmente essenziale.

Situazioni diverse, ma che presentano una similitudine creativa straordinaria, perché, a differenza di quel che accade spesso nell'immaginario collettivo quelle relazioni, per quanto fossero diventate le più importanti della vita, cui demandare cioè l'autoconservazione nel futuro, erano nei fatti sbagliate.

I protagonisti soffrivano di infelicità, incomprensione, e di quel biascicato senso di annullamento che fa da preludio alla solitudine.

Irene ricomincia a vivere, scoprendo se stessa dove l'aveva lasciata: interrotta, incompiuta, ma viva. Nicola prende consapevolezza della gabbia senza sbarre, costruita con i suoi limiti ed impedimenti, nella quale si era rinchiuso.

Il romanzo, amabilmente scritto con toni di abbacinante lucidità emotiva, quasi infantile per la cordialità e la genuinità espressiva, ci propone una tematica di stringente attualità.

L'amore sbagliato: il vincolo che lega senza unire.

Siamo di fronte all'impressionismo moderno di un dramma teatrale che pone al centro dell'attenzione l'individuo, condannato ad agire come un antieroe che sopravvive a se stesso nella vita di tutti i giorni, spinto da una serie di coinvolgenti e nel contempo invadenti elementi esterni.

Questo è l'autocondizionamento: il demone moderno dell'inciviltà emotiva che schiavizza i sentimenti, ingannandoli con promesse illusorie. L'individuo trasmuta, somatizza il conflitto interiore e nel proprio microcosmo di quotidianità accetta la negazione plausibile della felicità.

L'autocondizionamento fa si che il condizionale del verbo “desiderare” si sostituisca all'imperativo del verbo “amare”.

La scelta di preservarsi sta nel dogma di un destino scritto, incardinato, codicizzato nel dna della crescita così come voluto dalla moderna società. Tale per cui, al trascorrere degli anni debba corrispondere un anagrafe delle scelte, fra cui il partner cui legarsi. Anche se non è quello perfetto. Anche se ci propone dei ripensamenti che l'animo non riesce a sopprimere ed il cuore ne soffre perché sente come sia necessario convivere con l'utopia di una felicità a metà.

Cos' scompariamo, lentamente, nella trasparenza, dietro la collina dei sogni di quando eravamo bambini; oltre l'arcobaleno di quelle canzoni che ci facevano scoprire infiniti mondi ad occhi aperti; fra i pensieri riposti nel cassetto dei ricordi o nella soffitta dove la speranza sembrava diventare da un momento all'altro la vittoria su tutto e tutti e quel mito della felicità ci rendeva predestinati al successo.

L'Autore, apre una porta su questo lato della personalità, dove dimorano i pensieri leggermente più pesanti delle idee.

Lo fa con un metodo espositivo efficace, mai invadente, ma certamente persuasivo che spinge il lettore ad infinite riflessioni. Su frasi, argomenti, pensieri fatti di immagini, che le parole sapientemente dosate, ci tramandano in maniera anzitutto elegante.

C'è quella bravura determinata da uno stile sornione nell'essere saggio, quasi come fosse il romanziere a voler ascoltare i pensieri del lettore, ma nel contempo ci prende per mano facendoci capire che il primo passo per raggiungere quella pienezza, che non rifiuta le incongruenze, è dentro di noi. Appartiene a noi. Siamo noi.

Alla fine di questo romanzo, che mi sento di consigliare ai lettori di tutte le età, c'è un epilogo che è anche un nuovo inizio. Perché la vita possiede la straordinaria capacità di sorprenderci prima ancora che noi si riesca a capirci.

Consigliato.

Marco Solferini
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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7 commenti:

  1. Come al solito una recensione bellissima.
    Non finirò mai di complimentarmi per come scrivi.
    Penso che tu riesca a penetrare davvero a fondo in quel che il lettore si aspetta da un romanzo.
    Non conoscevo questo autore ma dopo quello che hai scritto penso che lo conoscerò molto presto!
    Ciao.

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  2. Mi associo anche io nel sottolineare che scrivi benissimo.
    Penso che le tue siano le migliori recensioni che almeno io abbia trovato in circolazione. I giornali (tipo riviste o quotidiani) spesso si limitano ad una "panoramica" della trama quasi sempre copiata dalla seconda copertina e si spendono sull'Autore per i premi che ha ricevuto o le copie che ha venduto. Ma questo non significa che il romanzo sia bello..
    Da quando non ho più il librario di fiducia mi ero allontana un pò dai libri ma grazie a te ho riscoperto il piacere di potermi fidare di un amante della carta stampata.
    Grazie.

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  3. Libro molto interessante, penso di saperne qualcosa a proposito degli stati d'animo descritti.
    Grazie per la segnalazione, di sicuro non mancherò di dargli un occhiata non appena capiterò in libreria.
    Mi associo ai complimenti per lo stile di scrittura della recensione.

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  4. Caro Marco,
    questa Tua, é l'ennesima ottima recensione.
    Bravo, davvero complimenti.
    Ancora una volta ne pubblichiamo un estratto con il Tuo consenso, ma permettimi di associarmi a quanto noto Ti scrivono altri Lettori: un talento come il Tuo é sprecato per un Blog, anche se ho il massimo rispetto per questa forma di comunicazione.
    Ti dò atto che vieni ripreso da numerose riviste, fra cui umilmente la nostra, ma a mio avviso dovresTi cercare di dare un peso più specificio a questa Tua capacità di valutare e ben spiegare gli Autori.
    Ti invito ancora una volta a prenderci un caffé.
    Ancora complimenti e grazie in anticipo.

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  5. Accipicchia, dopo una recensione del genere immagino che il libro vada assolutamente comperato!!!
    Complimenti per le belle parole.
    Ciao.

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  6. Mi ritrovo moltissimo nelle parole che hai usato, anche se ho qualche dubbio sul fatto che si possano capire fino a fondo perché un romanzo per quanto ben scritto é pur sempre un esperienza di vita dell'Autore.
    I sentimenti invece sono nostri, irrimediabilmente, con tutti i pro e i contro.
    Credo che sia a questo che ti riferisci quando scrivi che l'Autore sembra voler ascoltare il lettore. Mi piacerebbe pensare che sia così.
    Spero che troverai il tempo per leggere il materiale che ti ho inviato per posta. Un tuo giudizio mi farebbe moltissimo piacere.
    Saluti!

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  7. Diego de Silva è un Autore già molto affermato e conosciuto al pubblico italiano. In questo suo ultimo scritto si lascia andare ad alcune atmosfere sentimentali sulle quali aveva già indugiato più volte in precedenza.
    Penso che tu abbia fatto un ritratto realistico del romanzo guardando anche alla figura dello scrittore e credo che questa sia la chiave di lettura più intelligenteche potessi offrire.
    E' mia opinione che il punto di vista sia un tantino egocentrico e personalizzato sull'idea dei sentimenti o meglio degli stati d'animo che l'Autore evidentemente non cela agli occhi del lettore più attento.
    Però tu, caro Marco, hai colto nel segno quando parli di "lucidità emotiva" e "impressionismo moderno di un dramma teatrale" perché penso che queste tue eleganti ed originali spiegazioni sintetizzino in modo visivo e facilmente percettibile a chiunque l'etica di questo scrittore.
    Anzitutto, ti anticipo che vorrei pubblicare un estratto della tua recensione, ma altresì ti chiedo che cosa ne pensi di un finale alternativo. Se cioé non giudichi una scelta parzialmente infelice quella autoconclusiva che come giustamente citi rappresenta un nuovo inizio.
    Grazie per il tuo prezioso contributo e complimenti per il TUO stile di scrittura.

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