sabato 29 dicembre 2012

Il seggio vacante

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Il seggio vacante

Autore: J. K. Rowling.
Genere: drammatico.

 

Il consigliere comunale della piccola città inglese di Pagford, Barry FairBrother è morto.

Una sera come tante, uscito per cenare con la moglie al circolo del golf «Birdie» la morte lo ha colto inesorabile: un aneurisma. Letale, doloroso. Una dipartita pietosa.

Il giorno dopo quella fatale sera la notizia fa il giro delle case e per numerosi cittadini di Pagford comincia una sorta di percorso conoscitivo, che dal pettegolezzo si sposta agli interessi privati.

Quelli dell'ex. consigliere Barry che lascia un posto vacante e numerose questioni in sospeso.

Ma sopratutto è un viaggio catartico oltre i confini materiale della perfetta Pagford, simbolo dell'utopia organizzata.

La conseguenza di questo evento scatenante è una sorta di dantesco pellegrinaggio nei gironi dell'inferno che dalla memoria di una volontà mai sopita dell'essere, sepolta dentro le mura delle case e le geometrie del villaggio, si trasferiscono al carattere delle persone. Fuoriescono.

Una vera e propria serie di conflitti interiori che sbocciano con la loro irruenza, travalicando spesso i confini dell'accettabile oltre il quale, come un mallo di irrinunciabile sopravvivenza, si era rinchiuso l'umano senso di inciviltà.

La meschinità dell'odio, l'arroganza dell'invidia, la ritualità dell'attrazione sessuale, la banalità della vita coltivata nell'anonimato.

Ognuno di questi elementi troveranno un nome ed un cognome nei protagonisti ed un elemento conduttore nella morte di Barry e nel posto vacante che simboleggia le questioni in sospeso: l'incapacità dell'uomo di vivere fino in fondo la bugia di un ossimoro quando contrappone l'apparenza con la verità interiore.



L'Autrice scoperchia il vaso di Pandora che in ogni città, grande o piccola, plagia le menti attraverso i desideri e le aspettative: un tarlo tumorale, a volte persino elegante nella sua macabra visione «cattiva» della realtà circostante.

Fra i tanti episodi troviamo il dramma di una Famiglia che dalla pietà, intesa come relazione degli opposti, diventa pietoso per l'inconciliabilità con la dimensione più aggressiva dello spirito animale, incardinato nell'aggressività opportunistica.

Eppure, questo lato oscuro senza una vera e propria menzione è il gemello irrinunciabile, l'altroquando con cui dobbiamo convivere, nell'inevitabile accettazione di quanto utopico sia presupporre una bontà perfetta. Perché inesistente.

La politica è l'affare degli interessi che dal settore pubblico sconfinano nel privato, ma che per poterlo fare necessitano, paradossalmente, proprio dell'accettazione di quest'ultimo, attraverso il mandato elettorale: l'investitura feudataria del vassallo che attraverso l'elezione diventa il piccolo plenipotenziale centro di numerosi interessi.

Sono rimasto impressionato dalla lettura delle prime 50 pagine di questo romanzo. Mi è capitato pochissime volte di percepire una simile perfezione espositiva.

La Rowling, notissima al pubblico in virtù della serie cult «Harry Potter», si è cimentata con un tema difficile, ambizioso, la cui impostazione e svolgimento potevano rappresentare una sfida oggettivamente complessa.

Eppure ha vinto usando la ponderazione narrativa che, attraverso una semplicità straordinariamente umile ed efficace, regala al lettore un ambientazione credibilissima, realistica.

Personaggi che vivono la convinzione di se stessi e per quanto rappresentino elementi a tratti stereotipati, non sentono il bisogno di lasciarsi piacere.

Considerazioni taglienti come rasoi, dove le parole assumono un peso specifico.

Situazioni claustrofobiche, cariche di drammaticità, legate a quella capacità tutta umana di crearci catene indistruttibili, costrizioni che rassomigliano ad artefatti maligni ed un labirintico insieme di congetture non dissimile da una matrioska.

Il tasso di credibilità è altissimo.

Ogni singola frase è una nota apposta nello spartito ed il risultato è una melodia impossibile da non apprezzare.

La nostra società, il nostro microcosmo della vita quotidiana, spesso facilmente riconducibile ad un ambiente cittadino, addirittura di «quartiere», come pure ad una cerchia di conoscenze predefinite è qui drammaticamente rappresentato nella sua indole più blasfema e peccaminosa.

Un insieme di aspettative e di punti di vista che raramente significano ciò che vorrebbero, e che nella trasmutazione divengono quel che l'apparenza palesemente nega.

Non a caso oggi più che mai buona parte delle persone possono autodefinirsi e riconoscersi nell'essere schiavi consapevoli, cioè coloro che accettano la dimensione minima sufficiente del proprio Io, per non impazzire di solitudine, ma nel contempo nemmeno annegare nel marasma dell'eccesso.

La genialità è osteggiata quanto l'ignoranza.

Perché la materia di cui la maggioranza degli individui vuol essere fatto è argillosa: una via di mezzo fra l'eroismo e la vigliaccheria, tale per cui non c'è abbastanza coraggio per addivenire ad alcuno dei due stadi.

Noi viviamo il limbo: la via di mezzo, l'incompiutezza.

E l'accettiamo, nell'utopico desiderio di una felicità che è sempre rimandata, al dopo, al domani, all'anno prossimo venturo.

L'Autrice dimostra quel che accade quando le emozioni caratteriali fuoriescono da questi confini. La realtà diventa mostro, ma come il celebre Frankenstein essa non sopravvive al suo creatore e vuole tornare ad essere solo realtà.


 

«Il seggio vacante» è prima di tutto un opera letteraria contemporanea di altissimo livello, stilisticamente impeccabile, narrata con una sapienza espositiva perfetta. Un romanzo completo, sotto il profilo tecnico e letterario che non lascia scampo, al di là della storia in sé che veicola una serie di riflessioni ed apre le porte di questioni mai tralasciate perché intimamente legate all'animo umano.

Capolavoro.

Marco Solferini
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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mercoledì 19 dicembre 2012

Le cronache di Harris Burdick

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I racconti di Harris Burdick

Autori: vari.
Genere: fantastico, illustrato.



«I racconti di Harris Burdick» ci presentano 14 diverse storie ispirate a disegni di genere fantastico: illustrazioni la cui natura si perde in un mix tra realtà e fantasia.

La leggenda vuole che tali disegni siano stati recapitati all'editore, senza tuttavia rivelare il nome dell'Autore, rimasto sconosciuto come pure gli intenti di queste tavole illustrate.

La firma di queste brevi storie appartiene ad alcuni dei più celebri autori contemporanei del genere fantastico.

I racconti sono un variopinto susseguirsi di atmosfere fantasiose e situazioni improbabili, tipicamente e volutamente ispirate a quella fantasia che appartiene alla fanciullezza. Al Bambino che non dorme mai e i cui sogni somigliano spesso ai desideri inespressi.

C'è un sentimento, un filo d'Arianna, che lega l'atmosfera ai confini della realtà con l'esperienza solista e premiante dell'incredibile. L'inverosimile rappresentazione del fantastico attraverso un percorso di storie impossibili.

Questi disegni ispirano la preparata e certamente abile mente degli scrittori, ad essi suggerendo una trama.

Eppure, queste opere così perfette e dalla cui osservazione traspare un alchimia che sembra mescolare l'inquietudine con il fantastico, sembrano ispirate alla vita e nel contempo immaginate.

Indubbiamente, sono disegni carichi di una profonda componente emotiva che sembra voler fuoriuscire dalla carta, crescere, innalzarsi, addirittura rubare la scena all'inchiostro, come se fossimo in un teatro dove gli attori improvvisano.

Ecco quindi che queste storie sono il frutto di una percezione, di un suggerimento, di un ambientazione e magari di protagonisti che per quanto immaginati, potrebbero benissimo popolare i sogni o gli incubi di ciascuno di noi.



La maturità espositiva degli Autori rende impossibile e inopportuno fare paragoni, ma si può rilevare che la loro sintassi espositiva e la necessaria paratattica ambientale delle narrazioni ben si coniugano con l'elemento sintetico: necessario per garantire la convivenza di un racconto con l'illustrazione da cui esso prende spunto.

Le immagini quindi sono una sorta di fonte dell'eterna giovinezza da cui scaturiscono storie, ma non solo quelle di cui leggiamo nel libro, ben potendo il lettore diventare protagonista di una trasposizione, perché il significato che in ogni racconto emerge è quello di non porre limiti alla fantasia.

Il protagonista è il Bambino che vive l'età più magica in cui la sua mente domina la realtà con la forza dell'immaginazione ed ogni giorno si cala nei panni di un avventura fantastica, sia essa quella di un archeologo o di un astronauta, attraverso infiniti nuovi mondi.

Il Bambino vince sulla categorica ed opprimente vita di tutti i giorni.

Ogni racconto, a modo proprio censura l'orrore di una vita morta, coltivata all'ombra di un autocontrollo che sostituisce la emozioni con le convinzioni.

C'è questa stupenda e assolutamente geniale volontà di rifuggire da una massificazione di pensiero, da un alveare di parole, un allevamento di azioni.

L'improbabile è alla portata di chiunque, basta crederci. Come del resto tutti noi sappiamo fare, perché quel tempo della nostra vita è incardinato e indissolubilmente legato alla crescita: fa parte di noi.

La libertà a volte è una piccola azione che va in controtendenza, nasce: solitaria, ma ha un potere contagioso e si trasmette di persona in persona.

All'opposto, laddove vi è assimilazione «Fantasia» muore.

E forse proprio un celebre dialogo tratto dallo splendido romanzo «La storia infinita» rende in modo appropriato il concetto di fondo:
«Gmork: Fantasia è il mondo della fantasia umana. Ogni suo elemento, ogni sua creatura scaturisce dai sogni e dalle speranze dell'umanità e quindi Fantasia non può avere confini.
Atreyu: Perché Fantasia muore?
Gmork: Perché la gente ha rinunciato a sperare. E dimentica i propri sogni. Così il Nulla dilaga.
Atreyu: Che cos'è questo NULLA?
Gmork: È il vuoto che ci circonda. È la disperazione che distrugge il mondo, e io ho fatto in modo di aiutarlo.
Atreyu: Ma perché!?
Gmork: Perché è più facile dominare chi non crede in niente ed è questo il modo più sicuro di conquistare il potere».



«I racconti di Harris Burdick» è una stupefacente raccolta di immagini cui seguono storie fantastiche, dove la fantasia dimostra di potersi sostituire alla realtà, ma senza annullarla perché se impariamo a volare di certo sapremo vivere meglio con i piedi per terra.

Marco Solferini
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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domenica 16 dicembre 2012

I custodi della biblioteca

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I custodi della biblioteca

Autore: Glenn Cooper.
Genere: Avventura, fantascienza.




Terzo ed ultimo capitolo della fortunata serie nata con il successo de «La biblioteca dei morti».

Ritorna l'ex agente dell'FBI Will Piper, 65enne ormai in pensione, che a un anno dalla fatidica data del 9 Febbrario 2027, attende l'Orizzonte. L'ultimo giorno. Quello dove termina il lavoro degli scribi della Biblioteca dei morti e che corrisponde al «finis dierum».

Il Mondo intero, dopo la rivelazione dei libri contenenti le date di nascita e di morte di tutte le persone, attende, fra ansia, paura e speranza, la fatidica data.

Will vive a Panama City, dove coltiva la sua passione per il mare, mentre la moglie Nancy è arrivata ai piani alti del Bureau. La figlia Laura è diventata un affermata scrittrice e suo marito Greg, che aiutò Will a rivelare al Mondo l'esistenza della Biblioteca, continua a fare il giornalista, anche se i giorni del premio Pulitzer sembrano assai lontani.

Una vita apparentemente tranquilla, se non fosse per il più giovane dei figli di Will, l'adolescente Phillip. Irrequieto e per molti versi in contraddizione caratteriale con il padre è l'autore di un tema sull'ultimo giorno che lo rende famoso e non solo perché è il figlio di colui che ha scoperto e svelato il mistero della Biblioteca.

Una notorietà che lo mette in contatto con una sconosciuta on line, dietro il cui nickname si nasconde una ragazza che gli chiede aiuto, perché un mistero che può cambiare il destino del Mondo sembra custodito nelle remote lande del nord Inghilterra.

Phillip scompare e Will deve mettersi sulle sue tracce, mentre la moglie è trascinata in una crisi mondiale che vede coinvolto il Governo cinese: qualcuno ha ricominciato a mandare cartoline di morte come nel caso «Doomsday», solo che questa volta arrivano solo a cittadini della Repubblica Popolare o ai loro funzionari dell'ambasciata.

Pechino sospetta una manovra eversiva degli Stati Uniti e la crisi diplomatica si aggrava sempre di più, mentre emerge la volontà nazionalista dell'impero cinese di dimostrare al Mondo la propria forza.

Quale segreto si nasconde in Inghilterra? Chi sono i misteriosi «custodi della Biblioteca»? Riuscirà Will Piper a sopravvivere ad una nuova avventura, preso tra due fuochi: fra gli uomini dei servizi segreti britannici ed un nuovo team d'intervento dei «sorveglianti» dell'Area 51? Come finirà il braccio di ferro fra USA e Repubblica Popolare Cinese?

Ma sopratutto, cosa succederà l'ultimo giorno? Sarà veramente la fine del Mondo o solo di quello che conosciamo?




Ambientato in un futuro prossimo, dove scopriamo alcune innovazioni della scienza tecnica quanto sanitaria, il romanzo chiude le vicende della Biblioteca dei morti, rispettando lo stile narrativo che ha appassionato milioni di lettori.

Ancora una volta infatti, la narrazione si sviluppa in contemporanea, tra il presente dell'azione, il passato dell'Isola di Vectis dove tutto ebbe inizio e la fine del 1700 dove un protagonista d'eccezione, tale Benjamin Franklin, scoprirà di avere un ruolo di primo piano nella storia.

Lo stile espositivo di Cooper è rispettato: fortemente circostanziato e focalizzato sulle ambientazioni nella prima parte, incalzante e di gran ritmo nella seconda. In quello che si può considerare un crescendo rossiniano.

L'Autore costruisce la scenografia e la coreografia con meticolosa attenzione, particolareggiando le tematiche centrali, attorno alle quali si sviluppano i principali tratti caratteriali dei protagonisti, dall'intraprendenza, all'ingenuità, passando per la buona volontà.

Un mix sicuramente appassionante che tuttavia in qualche occasione si abbandona un pò alla ripetizione, anche se per scopi riassuntivi atti a mettere ordine in una vicenda che viene esplicata da più punti di vista e necessità di essere «posta in essere» come le tessere di un domino. Prima del gran finale.

I dialoghi sono assolutamente ben strutturati, con un corpo espositivo soggettivo, paratattico e di facile comprensione, che trasmette un immagine ad alta definizione. Facile da assimilare per il lettore.

Appassionante, coinvolgente, sicuramente originale nei colpi di scena, il terzo capitolo di questa fortunata serie non tradisce le aspettative e trascinerà il lettore in un vortice di emozioni.

Abilità, audacia e determinazione hanno fatto di questo Autore un sicuro protagonista sulla scena internazionale e in poco tempo rispetto all'esordio. Dimostrando peraltro di essere molto prolifico e con una maturazione di fondo davvero interessante che lo rende in grado di sviscerare trame incrociate con abilità poliedriche, realizzando la non facile convivenza fra interesse e apprendimento.




Nei libri di Cooper c'è sicuramente tanta fantasia, ma come in ogni favola, anche un pizzico di verità e questo lo rende amabilmente credibile ed attuale.

Questo Autore sarà molto amato in Italia, e mi viene da pensare in particolare dai lettori di un celebre fumetto di fantarcheologia di nome Martin Mystere.

«I custodi della Biblioteca» è l'ultimo libro della celebre saga, l'epilogo della trilogia, dove tutti i segreti saranno svelati, a cominciare dalla fine del Mondo! Appassionante, carico di mistero e di avventura, è un libro destinato a lasciare il segno dalla prima all'ultima pagina nei lettori di tutte le età.

Consigliato.

Marco Solferini
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sabato 8 dicembre 2012

L'Atlante di Fuoco

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L'Atlante di fuoco

Autore: John Stephens
Genere: fantastico, avventura



«L'Atlante di Fuoco» è l'atteso seguito de «l'Atlante di Smeraldo».

Secondo capitolo della trilogia «I libri dell'inizio» che hanno segnato il fortunatissimo esordio dell'Autore John Stephens.

Tornano i protagonisti della prima avventura, i tre fratelli Kate, Michael ed Emma.

Dopo il duro confronto con la Contessa e le rivelazioni del primo romanzo, conclusosi con il ritrovamento del potente Atlante di Smeraldo legatosi a Kate, cui ha conferito il potere di viaggiare nel tempo, i tre sono ora nuovamente ospiti presso l'Istituto per Orfani Irrecuperabili e senza Speranza Edgar Allan Poe.

Alla mercé della più che terribile Direttrice Signorina Crumley.

E' un giorno di festa all'Istituto, ma una nube nera all'orizzonte porta con sé un malefico attacco degli «Strillatori». Il Ferale Magnus ha scovato i giovani e ora gli da la caccia perchè vuole recuperare l'Atlante di Smeraldo e trovare l'Atlante di Fuoco.

E' l'inizio di una rocambolesca serie di eventi che separano i fratelli.

Mentre Kate, per salvarsi è costretta a viaggiare nel tempo, Michael ed Emma si mettono sulle tracce di questo nuovo libro di magia, facente parte dei Tre dell'Inizio, aiutati dal mago Stanislaus Pym.

Intanto, Kate finisce nel passato, a N.Y. nella Bowery, nell'anno 1899, l'ultimo in cui il mondo magico è legato a quello reale. Per lei comincia un conto alla rovescia per trovare l'omologo dell'Atlante di Smeraldo in quel tempo e poter così tornare indietro.

Gli altri due fratelli invece scopriranno una parte del passato dei loro genitori che già iniziarono la ricerca dell'Atlante di Fuoco, legato al potere della vita e che sembra attrarre a sé Michael affinché ne diventi il custode, come Kate lo è per quello di Smeraldo.

Sullo sfondo quindi, la profezia di tre giovani che riuniranno i Libri dell'Inizio sembra vera.

Nel corso dell'avventura i giovanissimi protagonisti incontreranno personaggi come il Dott. Hugo Algernon, vecchi amici come il guerriero Gabriel e nuovi nemici come Declan Rourke, braccio destro del Ferale Magnus.

Anche una parte del passato del misterioso e potentissimo Ferale Magnus verrà svelata, in quello che sembra il prologo ad una battaglia finale fra il bene ed il male, che affonda le sue radici nel tempo stesso della storia.



Il romanzo è ricco di scenari incantati, con mercati, quartieri e intere città della magia come Malpesa; avventura, inseguimenti, indovinelli e nuove battaglie per il controllo di una realtà in bilico fra la luce e le tenebre.

L'Autore è bravissimo e straordinariamente abile nel gestire la narrazione con piglio dialettico, senza cioè rinunciare agli elementi discorsivi, costruendo nel contempo uno scenario fantastico: un vero e proprio panorama fantasy dove il lettore troverà libri, amuleti, magie, troll, elfi e.. un drago!

Il risultato della focalizzazione esterna su questi elementi è un alto impatto visivo cui fa da amalgama la centralità dei dialoghi comportamentali e caratteriali dei protagonisti: la loro iterazione che realizza nel contempo una maturazione nell'avventura fantastica.

I ragazzi si trovano essi stessi nei panni di un crocevia, fra la fantasia della prima fanciullezza ed un ritrovato senso del coraggio che li spinge ad affrontare tematiche di grande impatto emotivo, fra cui la morte.

Un romanzo scorrevole, appassionante, ottimamente focalizzato e strutturato in capitoli decisamente ben organizzati.



John Stephens si supera rispetto al primo capitolo e dimostra una crescita come scrittore: ci propone una trama avvincente, esposta in modo coinvolgente, senza rinunciare ad un amabilissima cordialità narrativa: precisa e dettagliata che regala al lettore un esperienza ad alto impatto emotivo.

«L'atlante di Fuoco» è un ottimo romanzo fantasy, un avventura per tutte le età che appassionerà e nel contempo incanterà il lettore.

Consigliato a tutti (insieme con il suo predecessore «Atlante di Smeraldo»).

Marco Solferini
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mercoledì 5 dicembre 2012

Portami a ballare

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Portami a ballare

Autore: Giovanni Ricciardi
Genere: giallo



Una nuova indagine per il commissario Ponzetti, ovviamente ambientata a Roma.

E' estate, fa caldo e la famiglia va in vacanza. Ma il commissario è come si suol dire «tirato per la giacca» ad indagare su un omicidio che apparentemente ha già un colpevole, ma che in realtà sembra rivelare più di quanto a prima vista non sembri.

Un ghost writer trovato morto non molto distante dal suo domicilio romano.

Ponzetti indaga, insieme con il fidato Iannotta, un romanissimo trasteverino di Trastevere.

Qual è il legame fra il ghost writer e un celebre ballerino di tango del quale ha da poco chiuso la biografia? Forse fra quelle pagine si nasconde un segreto scomodo avvenuto niente di meno che sul cammino di Santiago?

E qual'è il ruolo della misteriosa donna dall'accento inglese? Ma sopratutto: come mai il ghost writer ed il ballerino si somigliano come due gocce d'acqua?

Andrea Perfetti si rivelerà più di un semplice ghost writer. Un uomo schivo, riservato, che andò via di casa giovanissimo e che operava come freelance per diverse case editrici, ma apparentemente senza un filo conduttore che ne permetta di definire o perlomeno inquadrare la vita di tutti i giorni.

Marcelo Morin è un ballerino di tango di origini argentine, famoso quanto in realtà sconosciuto.

Gli ingredienti sono serviti, come la dieta del Iannotta, che in questo romanzo è obbligato a dimagrire, senza rinunciare al suo amabilissimo dialetto romanesco che strapperà risate a tutti i lettori.



L'Autore ci presenta un giallo all'Italiana con una scrittura paratattica, organizzata per capitoli brevi, incalzanti, centralizzando il dialogo fra i personaggi.

Roma è sempre al centro dell'attenzione, in tutta la sua bellezza e magico coinvolgimento della città eterna per eccellenza.

Ponzetti non tradisce le attese: intuito, deduzione, accostamenti logici, sono le sue armi. Il tutto unitamente ad un garbo riflessivo che conduce il lettore attraverso un indagine che sembra un affresco sfumato agli angoli, un pò smussato, ma che piano piano prende forma.

Sempre curioso e appassionante il rapporto con il suo collega romanissimo, quasi a dimostrare che gli opposti si attraggono.

Nel metodo espositivo troviamo numerosi spunti che si ispirano e nel contempo omaggiano la cultura classica, specialmente greca, ma anche riferimenti alla tradizione teatrale partenopea sopratutto nella caratterizzazione e messa in scena dei personaggi.



Giovanni Ricciardi è abile e dimostra di sapere che la poesia a volte è come un segreto: non è importante solo impararla a memoria, ma anche saperla ben recitare. Ed è per questo che tutti possono amare l'arte, ma non a chiunque è data la possibilità di essere artista.

«Portami a ballare» è la nuova indagine, tutta romana, del commissario Ponzetti: un godibilissimo e a tratti assai divertente giallo ambientato nella città eterna. Consigliato, specialmente agli amanti di Roma d'estate, un pò assolata e un pò carica del suo fascino intrigante.

Marco Solferini
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