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L'incredibile
storia di Soia e Tofu
Autore:
Pallavi Aiyar
Genere:
animali, gatti, avventura, filosofico.
Soia
è un micetto “piccolo imperatore”, unico della propria
cucciolata, è nato nella casa di una famiglia benestante.
Tofu
è l'unica femmina con molti fratelli di una gatta randagia. Vive in
un bidone della spazzatura e conosce le difficoltà della strada.
Entrambi
finiranno in adozione presso dei dei waiguo ren (stranieri)
ricchi borghesi.
La
loro diversità sarà ciò che in parte li avvicinerà, ma nel
contempo saprà anche allontanarli, malgrado siano destinati a
crescere sotto lo stesso tetto, ricevendo uguali attenzioni ed il
medesimo amore.
Tofu
scoprirà che uno dei suoi fratelli è entrato a far parte di una
banda di gatti denominata “Ghost Street” dove rimane anche il
padre di Soia. Sullo sfondo di un Mondo che si rivela attraverso la
crescita e negli affetti felini, i due gatti dovranno prendere atto
di un misterioso virus che colpisce i ren, gli umani. Un virus
che forse proviene proprio dagli animali.
Il
tutto mentre il paffuto gatto rosso Soia diventerà una star della
televisione, facendo quel che meglio gli riesce: mangiare con gusto.
Il suo appetito infatti, lo farà diventare il protagonista di una
pubblicità di cibo per gatti che grazie alla sua convincente
performance spopolerà nelle vendite.
Le
avventure di questi due amabili gattini trasporteranno il lettore in
un ambientazione dov'egli riconoscerà alcune delle principali
tematiche oggi più che mai oggetto di un dibattito attuale nella
c.d. società civile.
Lo
sguardo attento, serafico e sornione dei gatti permetterà di
cogliere al meglio le irritualità di alcuni argomenti ormai
somatizzati dall'agire degli uomini nelle città e con i quali certo
ogni lettore si confronta giorno dopo giorno.
Il
primo confronto sarà con l'ignoranza, frutto della più becera viltà
che porta ad identificare ogni animale, anche il gatto, come
potenziale veicolo per trasmettere un virus e che pretende di
risolvere tutto con la violenza fine a se stessa.
La
complicità dell'avarizia, con la meschinità dell'invidia, di quanti
vedono nel denaro un mezzo per elevare la povertà della loro mente e
l'impreparazione dell'intelletto al di sopra della miseria. Esseri
corrotti prima che fuori, dal di dentro: nel proprio Io, perchè
drammaticamente rinunciatari ad ogni sentimento di onorevolezza che
potrebbe loro donare il virtuosismo del riscatto.
I
gatti scopriranno che gli affaristi ipocriti, agendo al solo scopo di
migliorare le proprie condizioni di vita con il materialismo, visto
come un ossessione che brucia, arde, consuma la vita, non conoscono
l'onore, il rispetto, esistono solo per se stessi. E fanno la fine
che inevitabilmente attende chi ha lasciato che la meschinità
usurpasse la propria armonia interiore.
La
povertà è un tema drammaticamente presente. Un male che dilania la
terra, strazia le carni, getta un ombra di potenziale cattiveria su
tutto e su tutti.
I
gatti capiscono la sofferenza della disparità, di una classe sociale
che ha reinventato la Cina trasformandone i confini interni,
separando i ricchi dai poveri e laddove i primi sembrano esserlo
sempre di più, mentre i secondi decadono nel baratro della miseria
più vergognosa.
Il
tutto accade sotto lo sguardo disattento di molti, nella corruzione
di alcuni. Con la complicità della distrazione sopratutto dei
giovani e nell'inutile richiamo ai valori del passato ad opera di chi
ha il peso degli anni nell'anziana età dei ricordi.
Il
risultato é un affresco davvero geniale di ciò che la Cina sta
diventando, amorevolmente costruito con tematiche ambientaliste molto
presenti e decorosamente raccontate come uno dei valori cui non si
può e non si deve rinunciare.
Soia
è un gatto viziato, schiavo del cibo che ragiona spesso con pigrizia
e risponde ai bisogni primari. La sua esistenza è evidentemente un
atto di volontaria schiavitù nell'accettazione del benessere che gli
umani sono in grado di trasmettergli. Una godereccia esistenza in
forza della quale il gattone rosso è disposto a scendere a
compromessi, cambiando opinione con facilità e con una sorta di
bonaria distrazione. Che tuttavia ad un certo punto gli dimostra
l'assoluta verità della celebre affermazione: “il sonno della
ragione genera mostri”.
Tofu
invece, è una gattina diffidente, forse perchè cresciuta nella
miseria della vita di strada, il cui primo insegnamento tramandatole
dalla madre è stato quello della prudenza. Non ama affezionarsi come
merce di scambio e non cede facilmente alle lusinghe. Le sue
convinzioni le hanno insegnato che esistono sempre dei no che aiutano
a crescere in un rapporto e lei conserva una parte del suo Io ben
distante dagli incomprensibili umani, con i quali instaura una
convivenza fatta di amicizia certo, ma anche di reciproco rispetto.
Anche per questo, riesce ad avere un rapporto di fiducia con altri
animali, persino il cane, che per Soia è a metà fra
l'incomprensibile e l'insopportabile. Tofu valorizza ciò che ha e
non quel che desidera.
Mi
sento di segnalare, in particolare, il capitolo “Gatto nero,
gatto bianco” che mi è molto piaciuto per il paragone animali
– uomo, relativamente al tema della povertà e di come la sua
tolleranza sia utile e funzionale nella società moderna.
“L'incredibile
storia di Soia e Tofu” è un romanzo molto intelligente,
amabilmente ben scritto che porterà il lettore nel magico quanto
semplice mondo felino degli amici gatti, piccole tigri il cui
intelletto ci rappresenterà il nostro Mondo come forse avremmo più
spesso bisogno di vederlo e la cui determinazione ci permetterà di
capire che il destino è sempre nelle nostre mani. Possiamo
rinunciare oppure possiamo cambiare, anzitutto con la forza del
ragionamento e dell'amore per la vita.
Consigliato.
Marco
Solferini
marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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