mercoledì 10 ottobre 2012

L'incredibile storia di Soia e Tofu

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L'incredibile storia di Soia e Tofu

Autore: Pallavi Aiyar
Genere: animali, gatti, avventura, filosofico.



Soia è un micetto “piccolo imperatore”, unico della propria cucciolata, è nato nella casa di una famiglia benestante.

Tofu è l'unica femmina con molti fratelli di una gatta randagia. Vive in un bidone della spazzatura e conosce le difficoltà della strada.

Entrambi finiranno in adozione presso dei dei waiguo ren (stranieri) ricchi borghesi.

La loro diversità sarà ciò che in parte li avvicinerà, ma nel contempo saprà anche allontanarli, malgrado siano destinati a crescere sotto lo stesso tetto, ricevendo uguali attenzioni ed il medesimo amore.

Tofu scoprirà che uno dei suoi fratelli è entrato a far parte di una banda di gatti denominata “Ghost Street” dove rimane anche il padre di Soia. Sullo sfondo di un Mondo che si rivela attraverso la crescita e negli affetti felini, i due gatti dovranno prendere atto di un misterioso virus che colpisce i ren, gli umani. Un virus che forse proviene proprio dagli animali.

Il tutto mentre il paffuto gatto rosso Soia diventerà una star della televisione, facendo quel che meglio gli riesce: mangiare con gusto. Il suo appetito infatti, lo farà diventare il protagonista di una pubblicità di cibo per gatti che grazie alla sua convincente performance spopolerà nelle vendite.

Le avventure di questi due amabili gattini trasporteranno il lettore in un ambientazione dov'egli riconoscerà alcune delle principali tematiche oggi più che mai oggetto di un dibattito attuale nella c.d. società civile.



Lo sguardo attento, serafico e sornione dei gatti permetterà di cogliere al meglio le irritualità di alcuni argomenti ormai somatizzati dall'agire degli uomini nelle città e con i quali certo ogni lettore si confronta giorno dopo giorno.

Il primo confronto sarà con l'ignoranza, frutto della più becera viltà che porta ad identificare ogni animale, anche il gatto, come potenziale veicolo per trasmettere un virus e che pretende di risolvere tutto con la violenza fine a se stessa.

La complicità dell'avarizia, con la meschinità dell'invidia, di quanti vedono nel denaro un mezzo per elevare la povertà della loro mente e l'impreparazione dell'intelletto al di sopra della miseria. Esseri corrotti prima che fuori, dal di dentro: nel proprio Io, perchè drammaticamente rinunciatari ad ogni sentimento di onorevolezza che potrebbe loro donare il virtuosismo del riscatto.

I gatti scopriranno che gli affaristi ipocriti, agendo al solo scopo di migliorare le proprie condizioni di vita con il materialismo, visto come un ossessione che brucia, arde, consuma la vita, non conoscono l'onore, il rispetto, esistono solo per se stessi. E fanno la fine che inevitabilmente attende chi ha lasciato che la meschinità usurpasse la propria armonia interiore.

La povertà è un tema drammaticamente presente. Un male che dilania la terra, strazia le carni, getta un ombra di potenziale cattiveria su tutto e su tutti.

I gatti capiscono la sofferenza della disparità, di una classe sociale che ha reinventato la Cina trasformandone i confini interni, separando i ricchi dai poveri e laddove i primi sembrano esserlo sempre di più, mentre i secondi decadono nel baratro della miseria più vergognosa.

Il tutto accade sotto lo sguardo disattento di molti, nella corruzione di alcuni. Con la complicità della distrazione sopratutto dei giovani e nell'inutile richiamo ai valori del passato ad opera di chi ha il peso degli anni nell'anziana età dei ricordi.

Il risultato é un affresco davvero geniale di ciò che la Cina sta diventando, amorevolmente costruito con tematiche ambientaliste molto presenti e decorosamente raccontate come uno dei valori cui non si può e non si deve rinunciare.

Soia è un gatto viziato, schiavo del cibo che ragiona spesso con pigrizia e risponde ai bisogni primari. La sua esistenza è evidentemente un atto di volontaria schiavitù nell'accettazione del benessere che gli umani sono in grado di trasmettergli. Una godereccia esistenza in forza della quale il gattone rosso è disposto a scendere a compromessi, cambiando opinione con facilità e con una sorta di bonaria distrazione. Che tuttavia ad un certo punto gli dimostra l'assoluta verità della celebre affermazione: “il sonno della ragione genera mostri”.

Tofu invece, è una gattina diffidente, forse perchè cresciuta nella miseria della vita di strada, il cui primo insegnamento tramandatole dalla madre è stato quello della prudenza. Non ama affezionarsi come merce di scambio e non cede facilmente alle lusinghe. Le sue convinzioni le hanno insegnato che esistono sempre dei no che aiutano a crescere in un rapporto e lei conserva una parte del suo Io ben distante dagli incomprensibili umani, con i quali instaura una convivenza fatta di amicizia certo, ma anche di reciproco rispetto. Anche per questo, riesce ad avere un rapporto di fiducia con altri animali, persino il cane, che per Soia è a metà fra l'incomprensibile e l'insopportabile. Tofu valorizza ciò che ha e non quel che desidera.

Mi sento di segnalare, in particolare, il capitolo “Gatto nero, gatto bianco” che mi è molto piaciuto per il paragone animali – uomo, relativamente al tema della povertà e di come la sua tolleranza sia utile e funzionale nella società moderna.



L'incredibile storia di Soia e Tofu” è un romanzo molto intelligente, amabilmente ben scritto che porterà il lettore nel magico quanto semplice mondo felino degli amici gatti, piccole tigri il cui intelletto ci rappresenterà il nostro Mondo come forse avremmo più spesso bisogno di vederlo e la cui determinazione ci permetterà di capire che il destino è sempre nelle nostre mani. Possiamo rinunciare oppure possiamo cambiare, anzitutto con la forza del ragionamento e dell'amore per la vita.

Consigliato.

                                                                         Marco Solferini
                                                                      marcosolferini.pubblicazioni@gmail.com
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