domenica 30 settembre 2012

D'estate i gatti si annoiano.

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D'estate i gatti si annoiano

Autore: Philippe Georget.
Genere: giallo, drammatico.



E' estate al commissariato di Perpignan nel sud della Francia e gli ispettori Seban e Molina trascorrono giornate quiete, immersi nella routine di una regione, il Roussillon che rivela tutta la sua immacolata bellezza.

Sebag si barcamena tra la vita famigliare, con un figlio che cresce fin troppo in fretta, e una antipatia al concetto di far carriera malgrado le generose offerte del Commissario Castello, ammirato tanto dal suo intelletto quanto dalle sue capacità intuitive.

Una vita apparentemente tranquilla.

Finché in commissariato non si presenta la moglie di un taxista da poco scomparso.

E' l'inizio di una sfida che il “gatto” lancia ai suoi “topi”, basata sul rapimento di una giovane studentessa olandese di 19 anni appena, Ingrid Raven.

Un atto di terrorismo? L'opera di un serial killer?

Quale mentalità deviata si diverte a giocare con le forze dell'ordine, seminando falsi indizi e dando il via ad una sorta di caccia all'uomo invisibile e per quale ragione?

Interrogativi cui l'intuito di Sebag dovrà dare risposta, per arrivare in tempo e scongiurare il drammatico epilogo per la giovane rapita.




Romanzo presentato come un noir, in realtà non è tale.

Lo stile narrativo è circostanziale laddove focalizza l'azione dal soggetto all'ambiente avvalendosi spesso di una carica descrittiva poetica, a tratti fotografica.

La trama pertanto decolla lentamente, cercando di coinvolgere il lettore nel circostanziato ambito degli elementi locali, affinché il paesaggistico svolgimento diventi altresì parte di un “transfer” generando partecipazione e coinvolgimento nel lettore. Fattispecie quest'ultima abbastanza tipica del romanzo francese contemporaneo.

L'alternanza di capitoli brevi e lunghi a volte comporta un eccesso di saggistica da manuale; specialmente nella gestione dei dialoghi si sarebbero potute evitare alcune dispersioni.

Il romanzo è permeato da un avversione per il “nuovo” cui è preferito il “retrò” (davvero bella ed apprezzata la menzione sul valore della collezione di TinTin).

Uno stile pulito, sobrio, certamente premiante che tuttavia non è del tutto sufficiente ad annullare il fatto che la trama, in sé considerata, non è così originale come in apparenza potrebbe sembrare.

Inoltre, la dimensione locale che trasmettono le ambientazioni potrebbe non essere gradita dai lettori Italiani che apprezzano elementi descrittivi più minimalisti o addirittura molecolari nella spendita delle sofisticazioni ambientali.

Lo spunto della città di frontiera è molto saggio e rende più intrigante la narrazione nella modalità “thriller” verso le quali però l'Autore sembra nutrire un amore – odio, in quanto la rifugge, poi la cerca, a volte la crea.

A tal proposito, merita un osservazione l'ormai rituale coinvolgimento del genere “noir” che per gli editori sembra essersi incredibilmente allargato. La sensazione è quella che ogni qual volta non si ricada nella tematica “thriller” o giallo – drammatico, ci si ripari nell'alveo omnicomprensivo ed indefinito della fattispecie universale del “noir”.

Questo è inaccettabile: non si dovrebbe confondere lo stile, in questo caso più “di scrittura”, con un genere vero e proprio.

Il romanzo in questione ha qualche tonalità “noir”, peraltro elaborata in chiave drammatico – esistenziale – sentimentale, ma non è un “noir”.



D'estate i gatti si annoiano” è un giallo con un alta carica descrittiva paesaggistica, ambientato nel sud della Francia più prossimo alla Spagna. E' un romanzo ben strutturato ed organizzato in maniera ordinata, le cui indagini introspettive sui protagonisti denotano tuttavia dei limiti concettuali ed il comportamento dei personaggi è sociologicamente incasellato quasi da manuale, come tale risulta non esente da un difetto sociologico, quantomeno nell'irritualità.

I lettori più esigenti, che abbiano cioè alle spalle numerose letture similari, potrebbero rimanere assai poco appassionati.

                                                                                                                                                Marco Solferini
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