venerdì 13 gennaio 2012

Mare al mattino

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Mare al mattino

Autrice: Margaret Mazzantini
Genere: drammatico, attuale, storico.


Mare al mattino” è la storia di due Bambini e due madri.

Il piccolo Farid è costretto a lasciare la Libia, in uno stato di guerra civile, per via della caduta del Rais.


In fuga da una società macchiata dalla violenza più becera e cieca, dove la povertà sembra una sorta di predestinazione, dalla quale si sfugge, con gli occhi dei Bambini, nell'incontaminato mondo della fantasia.

Non ha mai visto il mare Farid, ma esso è proprio nel mezzo di questa chimerica salvezza, verso le coste dell'Italia: un viaggio allucinante, pietoso, così orribile da essere innominabile, dove le persone vengono disumanizzate, relegate al ruolo di semplice merce. Un viaggio dove la salvezza sembra un miraggio oltre il deserto della sopravvivenza.

Farid lascia la sua terra ed il suo passato, gli odori dei ricordi, il sapore della tradizione: quella naturale bellezza che appartiene alla civiltà di un Popolo, fiero e sovrano.

Dall'altra parte del mare, Vito, figlio di Angelina, impara a conoscere la sua età non più di adolescente; vive i ricordi del passato di sua madre, che appartenne a quegli Italiani di Libia che seguirono i colonizzatori, impiantandosi in una terra dove il gemellaggio della cultura, nacque dalle stagioni del cuore.

Per poi essere spazzato via dalla brutale repressione del Rais, all'epoca un giovane carismatico rivoluzionario.

Un incubo che fece scoprire alla generazione degli onesti, le colpe infami dei padri, figlie della guerra e di tutte le più orribili oscenità che questo iracondo mostro, si è lasciato alle spalle.
Angelina ha lasciato sulle sponde dell'Africa una vita costruita nelle scatole cinesi di un posto che albeggia ogni mattina nella sua memoria e si addormenta con i sogni.

Insieme con un giovane amore, ancora incontaminato dalla dietrologia politica, che avrebbe assorbito una parte del suo cuore, annerendone poi il sangue con l'odio, nero come il petrolio.

Suo figlio Vito, forte del bagaglio tramandatole dalla madre, vede l'incubo ad occhi aperti della follia che ha devastato le Torri Gemelle, e il silenzio solenne della polvere di Ground Zero, dove le vittime perdono il nome e appartengono a tutti gli innocenti che pagano il prezzo più alto dell'odio.

Esattamente come la prima razzia di persone voluta dal Rais di Libia, poco dopo il suo insediamento, fu contro gli ebrei: deportati senza scampo.

E Angelina c'era, molti anni prima, quando scoprì la maestra di scuola piangere dopo l'appello in classe, perchè due giovani alunni, colpevoli solo del proprio retaggio, erano assenti e non sarebbero più tornati. Lasciando dietro di sé banchi vuoti, come tombe monolitiche della ragione che aveva ceduto alla pazzia.

Allo stesso modo, oggi Vito osserva i famigliari delle vittime dell'attentato di N.Y, costretti a riconoscere il volto dei loro cari, dalle immagini televisive di chi, disperatamente, si gettava dalla torre nord, in cerca della salvezza, nel vuoto, per sfuggire alle fiamme.
Il passato e il presente. Un ultimo viaggio, in quel che resta della terra libica, poco prima della caduta del dittatore, quando ormai sembra che l'onda lunga della sua supremazia si stia esaurendo. Un viaggio insieme con sua nonna, nella terra di quand'era bambina, perchè lei, in fondo, è stata araba per 11 anni della sua vita.

In questo viaggio, attraverso un presente che cerca di sconfiggere il mito del passato vissuto negli occhi di una bambina, ritroverà quel che resta della memoria, in un cimitero dove le tombe degli Italiani sono state profanate, e le salme costrette a rientrare in patria.

Tuttavia, le vittime non conoscono nazionalità e la sofferenza appartiene al sangue di coloro che subiscono gli effetti nefasti del conflitto.

Appartiene a lei e al padre di Farid, un antennista ucciso dai fedeli del Rais, senza motivo.

E' un lungo filo d'Arianna, nel mezzo del quale c'è il mare, che separa i Popoli, ma non le coscienze.

L'Autrice è più che brava, è perfetta nelle descrizioni degli ambienti e degli umori.

Utilizza in modo sapiente, cordiale e straordinariamente persuasivo, la creatività esplicativa delle metafore, l'infinita grandezza delle allegorie, la placidità ossessiva dei sinonimi e dei contrari.

Le sue parole fuoriescono dalle pagine, prendono vita e disegnano frasi intense, bellissime, a tratti sganciate dall'argomento in sé: paralleli di una realtà dove la vita e il sogno si fondono, come lo sguardo di un Bambino posto di fronte all'esigenza di crescere.

Similitudini di completezza per argomenti narrativi sviscerati in nome dell'eccellenza poetica.

Il lettore resterà ammaliato e coinvolto, colpito, affranto, si sentirà solo in balia delle pagine, per poi ritrovare se stesso, quando il testo smetterà di raccontare di sé e passerà la mano alla coscienza di noi tutti, che siamo i protagonisti della vita, della nostra e di chi ci siede accanto.

L'interrogativo di base è la scelta, se appartenere cioé alla rettitudine della consapevolezza scientifica, che annida nella forza dello spirito umano, oppure, cedere all'inutile sentimento della forza figlia dell'ira, che è debolezza di tutto e non lascia niente.

Ho riletto alcuni passaggi di questo straordinario libro e credo che lo fare anche voi, annotando qualche frase nella mia agenda, perchè vorrei ricordarmele nei momenti che contano, quando sono certo che potrò imparare da me stesso.



Mare al mattino” è un opera straordinaria, che riesce ad amalgamare l'arte con la poesia, le immagini con le parole. Un testo scritto con superba bravura ed umiltà narrativa. Intenso, passionale, visivo, coinvolgente: trasporterà la coscienza del lettore in un appassionante vortice narrativo, fra presente e passato.

                                                                                 Marco Solferini






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