domenica 1 gennaio 2012

L'impostore


impostore Harris
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L'impostore


Autore: Oliver Harris
Genere: financial – thriller



Nik Belsey è un detective investigativo di Scotalnd Yard.


Recentemente, ha toccato il fondo, le sue finanze infatti sono collassate ed è ormai prossimo al fallimento quando si risveglia nel parco di Hampstead Heath, dopo una notte di cui ricorda poco o niente.


Fatti, persone, parole, tutto sembra vorticare dentro la sua testa, schiacciata dalle poche sterline di cui dispone e il desiderio di riappropriarsi perlomeno delle ultime 24 ore.


Nella ricerca di indizi, gli capita per le mani il caso di un tentato suicidio, inizialmente catalogato come sparizione, dell'enigmatico e misterioso finanziere russo Alexei Deveraux.


Un uomo con molte facce, ma nessuna che il pubblico ed i suoi più stretti collaboratori conoscano veramente. Deveraux è un fantasma, i cui affari, attraverso una moltitudine di società palesi o meno sono gestiti in larga parte attraverso il credito di cui gode grazie alla fama di finanziere affarista.


Attorno a questo “squalo” della finanza, ruotano personaggi altrettanto pericolosi e spietati.


Che legame c'è fra il presunto suicidio del magnate russo e il misterioso progetto Budicca che numerosi investitori sembrano inseguire?


Belsey dovrà indagare non solo negli ambiti economici della city, il cuore economico pulsante di Londra, ma altresì su una brutale serie di omicidi che riconducono alla figura di Deveraux.


Nel contempo però, il detective avrà l'opportunità di far propria una vera e propria fortuna, sotto forma di capitali che aspettano solo di essere spostati; dovrà quindi studiare un piano per appropriarsene e fuggire, in tempo per sopravvivere egli stesso all'intricata serie di eventi che travolgono i suoi ultimi giorni.


Romanzo d'esordio per Harris, molto ben impostato, decolla decisamente dopo una prima 50tina di pagine che si presentano più descrittive e delimitative dell'ambito nel quale la storia andrà sviluppandosi. La parola d'ordine è evidentemente: capire prima di tutto il protagonista.


Appassionante, nel momento in cui Belsey si sostituisce al misterioso Deveraux, assumendone in parte i panni e cercando di indagarne la genialità, per appropriarsi della personalità che gli permetterà di gestirne gli affari, allo scopo di ricavare una fortuna finanziaria.


Intenso, nella sistematica e dinamica esposizione descrittiva e dialettica, spesso poggiata sulla retorica e la manifesta arte dell'apparenza; il romanzo sviluppa un concetto ingannatorio della realtà più apparente, ad esso demandando, come verosimili tasselli, lo sviluppo di una narrazione compulsiva e assorbente.


La miglior arte è la sorniona capacità di rappresentare con facilità, una semplicità complessa, dove per ogni porta chiusa, se ne aprono altre, diverse, distinte, ma il cui gioco non è affatto differente dalla macroscopica scia di eventi, dal sovrapporsi del quale scaturisce una sorta di perpetuo riciclarsi, che ben rappresenta il mondo della finanza contemporanea.


La credibilità escatologica, attributo essenziale di una narrazione plausibile e persuasiva, incontra, con Harris, un nuovo protagonismo, frutto di autorevoli velleità creative e di un altrettanto straordinario sentimento di ribellione.


Nel contempo il detective massimizzerà il ruolo indagatore, non solo per ottenere risposte agli eventi che scuotono la città, ma altresì per potersi calare sempre più addentro alla sua nuova identità.


Questa contemporanea è particolarmente originale e molto ben congegnata, in termini di realismo senza rinunciare ad un ritmo incalzante che coinvolge il lettore in un vero e proprio crescendo rossianiano, con colpi di scena ed una labirintica serie di situazioni, che sembrano spesso senza via d'uscita.


Ben rappresentata e gradevolmente descritta è la Londra della nuova finanza, cioè quel che resta dell'impero coloniale che controllava 1/3 delle attività economiche mondiali e che oggi invece, deve inseguire nuovi capitali, riciclandosi e appoggiandosi a personaggi la cui fama spesso è legata alla speculazione. Un mondo arrivista e consumista dove quel che resta difficilmente può essere ciò che sembrava.


Attorno a Belsey, il cui umorismo nero è spesso una maschera di cinismo a metà strada fra l'ipocrisia e la necessità di sopravvivenza, si sviluppano personaggi diversi, assai credibili e ben gestiti, come la giornalista d'assalto Charlotte Kelson, o la generazione bruciata di Jessica Holden.


Epicentro dell'azione, vissuta in prima persona con un ritmo visivo e introspettivo incalzante, Belsey capitalizza su di sé gli eventi, in parte subendoli e in altra misura reagendo, cercando di indirizzarne lo sviluppo, in quella che può sembrare una partita a tennis con il destino.


L'interrogativo di fondo resta: Belsey è schiavo di una manovra occulta della quale è un burattino ignaro, o giocatore pensante, che sfida un universo contemporaneo decadimentale e senza scrupoli per mettere a segno la truffa del secolo?



L'impostore” è un ottimo romanzo di genere “financial – thriller”, ben organizzato, credibile, ricco di “suspense” e numerosi colpi di scena. Un personaggio intrigante amabile quanto detestabile che trascinerà il lettore attraverso una serie di espedienti e situazioni ai limiti del verosimile, in una disperata lotta contro il tempo per abbandonare i panni di una vita e costruirne un altra... multimilionaria!


                                                                                  Marco Solferini

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