domenica 1 gennaio 2012

La prima indagine di Theodore Boone


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La prima indagine di Theodore Boone


Autore: John Grisham
Genere: romanzo per ragazzi



Il maestro del legal thriller è al suo esordio con un romanzo per ragazzi e ci propone l'indagine dell'ineffabile tredicenne Theodore Boone.


Il giovane “Teo”, di professione aspirante Avvocato, ha già deciso cosa farà da grande e vive le sue giornate in compagnia della fedele bicicletta, in attesa di crescere nella piccola città di Strattenburg.


Figlio d'arte (entrambi i genitori sono Avvocati) per “Teo” il Tribunale è una seconda casa e le persone che ci lavorano sono come i personaggi di un romanzo, sospesi fra l'immaginario e la realtà.


Durante una gita scolastica, per assistere al processo dell'anno, lo Stato contro Peter Duffy accusato di aver ucciso sua moglie, “Teo” comprende che un assassino potrebbe essere rimesso in libertà, per insufficienza di prove.


Comincia allora, una sfida contro il sistema, per batterlo con le sue stesse regole, per portare cioè un testimone chiave a svelare la verità dei fatti, malgrado sia vincolato da un patto di segretezza.


Un concetto di giustizia pragmatico e realista anima il giovane aspirante Avvocato nella sua caccia agli indizi, senza rinunciare ai quei pensieri di amicizia ed apprensione che fanno parte dell'Universo di un adolescente.


Stavolta Grisham stecca la prima..


Il romanzo è sopratutto involuto: spesso ripetitivo, rassomiglia in più parti ad un codice di procedura penale semplificato.


La narrazione è letteralmente imbrigliata tra i tecnicismi giuridici, malgrado la ricerca di una spiegazione liberamente fruibile, il più delle volte demandata alla saccente dialettica del protagonista che così facendo però finisce per rassomigliare ad un saputello intellettuale genialoide, poco probabile, ma sopratutto molto antipatico.


La trama risulta del tutto scontata.


Infatti, fin dalle prime righe è ovvio che “Teo” ce la farà; che il suo azzardato e altresì ordinato metodo sperimentale, gli permetterà di perforare le smagliature del sistema.


In buona sostanza, si tratta solo di leggersi qualche centinaio di pagine.. ma è una soluzione evidentemente artificiosa quella offerta al lettore, che non appassiona ne coinvolge.


A tratti, siamo di fronte persino ad una recita prevedibile di un copione già visto, quando la sfida fra il protagonista e la difesa dell'accusato non decolla e il confronto, più che stupire finisce per annoiare.


Le improbabili digressioni del giovane poi, sono l'antitesi di un tredicenne dotato di salute mentale, che preoccuperebbero qualunque genitore, giacchè si risolvono in una sorta di dizionario complesso dei sinonimi e dei contrari, tarato sul lessico giuridico e abbondantemente nozionistico, come difficilmente un tredicenne sarebbe in grado di svolgere.


La formula magica del genietto alla Sherlock Holmes non decolla e più che analizzare gli indizi e osservare le smussature degli angoli, di un caso forse nemmeno così spigoloso, il lettore ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un rompicapo simile ad un artefatto e tutto sommato banale, dove i protagonisti sono caricature esasperate di concetti ormai abusati nella letteratura contemporanea.


Abbiamo infatti, il bravissimo Avvocato difensore, che padroneggia dialettica e retorica, il Giudice arbitro del bene e del male, il detective della difesa ambiguo e suadente come l'ingannatore di una partita a poker.


Il risultato è quasi una commedia drammatica, su cui Woody Allen probabilmente costruirebbe pagine di egocentrismo e autolesionismo.


Il buon “Teo” Boone farebbe bene a smetterla di insegnare come si vive alla gente, imparando lui stesso a comportarsi come un adolescente, le cui passioni caratteriali non siano un caso clinico di schizofrenia allo stadio terminale, da tutti frainteso come un atto di razionalità.


D'accordo che si tratta di un paesino e che lo stereotipo della cittadina, a metà fra il moderno e il sobborgo ci ha abituato a prati verdi, case bianche, cielo azzurro e qualche assurdità di troppo, ma pretendere che il lettore trovi appassionanti i sermoni in “diritto” di un ragazzino rompiscatole, eternamente primo della classe, è decisamente eccessivo.



La prima indagine di Theodore Boone” c'è più che altro da augurarsi che sia anche l'ultima, o perlomeno che cambi radicalmente strada; la prossima volta magari, anziché andare in Tribunale provi a dirigere il manubrio della bicicletta presso il campo da basket, forse risulterà più interessante.


Solo per lettori senza pretese che amano fino in fondo l'Autore di cui leggerebbero qualunque cosa, consigliato anche a quanti vorrebbero un genio precoce aspirante Avvocato, come figlio.


Marco Solferini

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