domenica 1 gennaio 2012

Carta bianca


Carta Bianca

Trailer della presentazione in Londra: http://www.youtube.com/watch?v=LsGbYWouMXk


Autore: Jeffery Deaver.
Genere: azione, avventura.



Il mio nome è Bond, James Bond”, questa è forse una delle frasi più famose al Mondo, se si considera che, secondo le statistiche, una persona su cinque ha visto almeno uno dei lungometraggi cinematografici dedicati all'agente 007.


Era il 1952, quando la penna di Ian Fleming terminava di scrivere “Casino Royale”, il primo romanzo dedicato all'agente segreto più famoso della letteratura contemporanea.


Da allora ad oggi, molti altri ne sono seguiti, l'ultimo dei quali, il trentasettesimo per esattezza, è “Carta Bianca”, a firma Jeffery Deaver, Autore di fama mondiale, già noto al grande pubblico per i suoi romanzi di successo.


Quindi, dopo “Non c'è tempo per morire” , il romanzo celebrativo uscito nel 2008 a firma di Sebastian Faulks, giornalista e scrittore britannico, specializzato nella narrativa storica, la casa editrice, Ian Fleming Publications, opta per una formula innovativa: uno scrittore di successo per un personaggio di successo.


La trama comincia in Serbia, provincia di Novi Sad, dove un James Bond di tent'anni è chiamato a sventare un pericolosissimo attentato, avente ad oggetto il deragliamento di un treno che trasporta, fra l'altro, una sostanza chimica che a contatto con l'acqua scatenerebbe una terribile reazione.


Durante l'azione, l'agente segreto britannico impara a conoscere il suo avversario sul campo, un ingegnere irlandese di nome Niall Dunne, uno spietato stratega che applica freddamente la logica all'azione militare, una formula che gli è valsa il soprannome de “l'uomo che pensa a tutto”.


Sulle tracce dell'attentatore, Bond tornerà in madrepatria per indagare su quella che sembra una catastrofe annunciata, destinata a provocare la morte di migliaia di persone e denominata in codice “Incidente 20”.


Le indagini, lo porteranno a scoprire le oscure trame di un potente uomo d'affari, il signore indiscusso del riciclaggio dei rifiuti, Severan Haydt, titolare della multinazionale Green Way e del suo misterioso progetto Geenna.


Ma questa volta, sul suolo britannico, l'agente segreto non potrà agire come solito, avvalendosi cioè della sua celebre licenza che gli dà “carta bianca”, perché entro i confini dello Stato d'appartenenza, Bond dovrà accettare la collaborazione e supervisione di un agente della divisione tre: Percy Osborne Smith.


Una “carta grigia” quindi, che costringerà 007 ad agire con furbizia e meticolosa astuzia, per arginare le regole, senza esserne travolto.


Inseguimenti, esplosioni, sparatorie e colpi di scena, un mix esaltante di indagini a doppio filo, spesso incrociate, per scoprire chi si cela dietro lo pseudonimo di NOAH, e quale mente criminale sta agendo di nascosto per mettere in pratica un piano assassino, che potrebbe riscrivere gli equilibri mondiali nel mercato del petrolio.


Dalla Serbia a Londra, da Dubai al Sud Africa, scenari che si alternano e si susseguono in una rocambolesca serie di eventi, trascinati dal filo conduttore dell'azione a tutto campo, con numerosi personaggi coprotagonisti, pronti ad aiutare od ostacolare l'azione di 007.


Sullo sfondo della trama, un segreto nel mistero, che riguarda una vecchia operazione sovietica denominata “Proiettile d'acciaio” e dalle cui carte, emerge un inquietante interrogativo che riguarda i genitori dello stesso Bond. Una possibile verità sconcertante che lo assilla, pagina dopo pagina.


Indubbiamente, scrivere un romanzo di James Bond può essere il sogno di molti scrittori, ma correndo il rischio di diventarne anche l'incubo.


Gli appassionati di 007 nel Mondo, si sono storicamente divisi in due categorie: gli amanti del classico, coloro cioè che pretendono una sorta di immutabilità di fondo del personaggio, agganciandolo indissolubilmente ai suoi noti cliché e manie comportamentali, in contrapposizione con quanti invece vorrebbero un James Bond diverso, adattabile ai tempi, non solo nello scenario internazionale, ma anche se non sopratutto, nell'indole caratteriale, una sorta cioè di personaggio protagonista di se stesso.


Deaver, opta per una evidente via di mezzo.


Non rinuncia a caratterizzare, nel distinguo, il “suo” James Bond, un uomo di trent'anni, che lavora per la “Overseas Development Group”, un agenzia distaccata tanto dall'MI5 come dall'MI6, con un passato nella Royal Naval Reserve, oggi agente segreto sotto copertura, dotato di capacità tattiche tipiche del guastatore e sabotatore, e non del killer vero e proprio. Un fine risolutore e analista tattico sul campo, decisionista e imprevedibile calcolatore, che ricorre all'audacia come mezzo per stabilire le regole, e all'improvvisazione quale arma a doppio taglio, per garantirsi una via di fuga.


Garbato ed educato, fine, raffinato, amante dei personalismi tipici del lusso, in questo romanzo, ritroviamo alcune delle figure chiave legate al suo modus operandi, dal cibo, all'orologio, passando per l'inevitabile macchina, in questo caso una Bentley Continental G.T.


Tuttavia, molti rimarranno, è proprio il caso di scrivere “a bocca asciutta”, quando non ordinerà il suo Vodka Martini agitato, non mescolato..


Inoltre, diverso rispetto al modello classico è l'approccio con le donne.


Questo James Bond, a differenza di altre sue versioni, non potrà essere tacciato di maschilismo, in quanto l'Autore ha voluto ridimensionare il cinismo “usa e getta” del suo tradizionale quanto irresistibile fascino.


Non mancano ovviamente, figure femminili che ricalcano alcune celebri icone già conosciute dalla letteratura di 007, dalla materna e comprensiva collega di lavoro che sembra la donna giusta, alla determinata e audace donna d'azione sul campo, fino all'idealista, coinvolgente e accattivante, ma dalla natura ambigua.


Il rapporto di 007 però, è decisamente meno consumista e profittatore, più cooptato ad una sorta di responsabilizzazione del concetto di affetti e di affinità elettiva, pur nella sua consapevolezza che il dovere rimarrà, ancora e sempre, un vincolo prioritario nella scelta degli interessi da difendere.


Malgrado questo però, pur essendo votato alla difesa della madrepatria, per scelta, ma sempre nel sospetto di una vera e propria vocazione, Bond, in questo romanzo è meno sciovinista che in altre sue avventure.


La figura di “M” non si discosta molto da quella classica, anche se è privata di quel senso dello humour inglese, che in alcuni casi aveva esaltato le caratteristiche di inguaribile sornione e anticonformista di James Bond, in un perenne rapporto di amore – odio con l'autorità.


Immancabile, MoneyPenny e una diversa rivisitazione della divisione “Q”.


Prevalentemente, è doveroso osservare che James Bond è un archetipo dell'eroismo, fortemente estremizzato, una sorta di rituale eterno a mezzo del quale la rivisitazione del mito dell'eroe indomito, virtuoso e paratattico, nella sua scelta di contenuti da condividere, potrà adattarsi ad ogni tempo e luogo.


La penna di Ian Fleming, lo creò organizzandolo come una scatola di elementi sagacemente e saggiamente legata a quella natura umana dell'avventuriero che da sempre illude con l'autoconservazione, di essere irrinunciabile a se stesso. Per questo è un soggetto il cui carisma, in realtà, annida proprio nella negazione plausibile dei rapporti umani, dei quali 007 non è necessariamente un estensione, ma spesso un repellente.


I suoi gusti non sono affatto sofisticati, infatti, a ben guardare, preferisce le cose più scontate, come il lusso dell'alta società, la vincente attrattiva del gioco d'azzardo, l'avere quell'asso nella manica frutto della sua arrogante e provocatoria capacità di essere al di sopra della gerarchia delle regole, nei confronti di chiunque, il gusto antropologico per il cibo e le belle donne.


Per questo Bond piace, perchè chiunque, almeno una volta nella vita, vorrebbe imitarlo, senza contare poi la definitiva consapevolezza di essere un vincente.


Tuttavia, sarebbe impossibile prescindere dai tentativi, in realtà più cinematografici, di umanizzarlo maggiormente, che sono stati compiuti attraverso espedienti plurimi quali l'inserimento di un senso dell'umorismo, provocatorio e spesso organizzato sulla base dell'amore/odio caratteriale con altri coprotagonisti dell'universo di 007, come il celebre “Q” o la stessa MoneyPenny; in altra misura ci sono state delle incursioni trasversali nei sentimenti, quelli cioè che rendono l'attore principale un po' nostalgico, segnato da cicatrici e ricordi, in pratica il condizionamento emotivo di un passato escatologico.


Tale ultima analisi però, raramente ha colto nel segno, perchè l'indole dell'agente segreto, in realtà, è stata concepita per una proiezione potenzialmente eterna: il Mondo avrà sempre bisogno di James Bond perchè ci saranno ovunque nuove, intricate e temerarie sfide alla pace e.. ovviamente, all'Inghilterra.


Carta bianca” è un buon romanzo, scritto egregiamente, da un Autore che ha dato il meglio di sé nell'organizzare in modo pulito, chiaro e diretto, questo capitolo di una saga impegnativa, il cui limite, forse, è stato quello di non aver potuto / voluto, interagire maggiormente con il personaggio, laddove a tratti la storia sembra pensata per un confronto con uno 007 dalle caratteristiche personali un po' diverse, rispetto al taglio definitivo.



Carta bianca” è un cocktail di adrenalina a base di azione in stile 007: inseguimenti, esplosioni, tecnologia all'avanguardia e conflitti a fuoco. Un intricata indagine a tutto campo dell'agente segreto più famoso del Mondo, chiamato in azione per sventare un piano omicida e una trama internazionale, in grado di cambiare gli equilibri economici mondiali, una sfida senza tregua contro avversari astuti e spietati.


James Bond, tornerà!


                                                                                        Marco Solferini
Io


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