Amici dei Libri
Blog letterario dove vengono pubblicate le recensioni di romanzi a firma Marco Solferini.
venerdì 30 dicembre 2011
XY
XY
Autore: Sandro Veronesi
Genere: drammatico, esistenziale.
“
XY”
è il nuovo introspettivo romanzo di Sandro Veronesi, giornalista e scrittore, già vincitore dei premi Campiello, Viareggio e Strega.
La storia, si sviluppa in un luogo impervio, un paesino sperduto fra le perennemente innevate montagne del Trentino, là dove la memoria si mischia con una neve che sembra appartenere al paesaggio e rendersi unica protagonista di una comunità atavica, quasi a riposo sotto il manto bianco, al riparo dal freddo: Borgo San Giuda.
Una cittadina che rassomiglia ad un villaggio, dove un pugno di anime si raccoglie intorno alla routine di tutti i giorni, alla pedissequa elencazione degli usi e costumi, talmente noti da far si che l'inusuale sia ormai un concetto sperdutosi ben oltre il mallo dell'originalità.
Proprio là, dove la calma sembra essere piatta ed ogni umore pare non avere rilevanza per il mondo esterno, in questa sorta di emiciclo così isolato dal resto della civiltà da non essere nemmeno raggiunto dalle più consuete tecnologie della comunicazione, proprio in questo luogo sperduto e dimenticato, si verifica un fatto destinato a segnare l'intera Nazione e perfino la comunità internazionale.
Cadaveri ammassati, corpi mutilati, il sangue che tinge di rosso la neve.
Un eccidio la cui ferocia fa vacillare la sanità mentale.
Una tragedia segnata dal mistero, perchè il ritrovamento di corpi dilaniati e perfino scarnificati o irriconoscibili si distingue per l'unico aggettivo spendibile alle indagini: impossibile alla luce della logica.
La ricostruzione degli eventi, che chiama in causa la procura, gli esperti della scientifica e della medicina legale, non porta ad una soluzione razionale.
Quei corpi, oggetto di morti diverse, spiegabili solo nella loro tragica fine, sono innaturalmente giunti in quel luogo, vicino ad un albero intriso e completamente dipinto dal sangue, nel quale è addirittura presente il DNA di tutti i cadaveri.
Come può una donna essere stata divorata da uno squalo, eppure trovarsi fra le montagne innevate di Borgo San Giuda?
Com'è possibile che un altra vittima giaccia in quel luogo dopo essersi soffocata per via di una crosta di pane?
Com'è spiegabile il fatto che ad un uomo siano stati espiantati gli organi chirurgicamente, che un bambino sia stato soffocato dopo essere stato seviziato e che un altro ancora sia morto per overdose di cocaina?
Cadaveri inspiegabili.
La ricostruzione temporale di come siano giunti in prossimità di quell'albero, meta prediletta dell'unica attrazione turistica della zona e cioè il pellegrinaggio bianco per i boschi organizzato da un locale del Paese a bordo di una slitta è semplicemente, ma inaccettabilmente impossibile.
La scienza della ragione si deve inchinare all'inspiegabile, per poi cercare riparo nella negazione plausibile.
Eppure i due protagonisti del romanzo, ciascuno a modo proprio, sa che cosa è successo.
Un prete, dell'ordine di San Giuda, che reca sulle spalle il suo passato, fra esorcismi e una vita spesa ad aiutare il prossimo, a consacrare la vita ad un santo che nulla ha da spartire con il celebre Iscariota, traditore per eccellenza, ma che guarda invece alle anime perse e cerca la redenzione nella comprensione.
Una giovane donna, aspirante psicanalista, che analizza se stessa nel rapporto conflittuale con la vita e alla difficoltà di essere partecipi delle proprie scelte quando si tratta di comprenderne l'intimo significato: divisa fra l'ammirazione per il suo “vecchio” analista e la repulsione per il suo “ultimo” amore.
Separati da tutto, ma accomunati da quell'evento: lei nell'attimo stesso dell'eccidio pur trovandosi in casa, subisce la profonda riapertura di una ferita alla mano da 15 anni cicatrizzata, lui, il prete di quella comunità battezzata dal destino, è fra i primi che giungono sul luogo del ritrovamento dei cadaveri, per vedere innanzi a sé l'albero del sangue.
Due storie diverse, due destini incrociati che li vedranno insieme, nell'alveo nascosto di quella comunità montana, alla ricerca di se stessi, della redenzione personale e della comprensione che si accompagna all'accettazione ultima di una verità nascosta, che troppo spesso sembra cedere al paragone con l'ombra indiscreta e inquietante del soprannaturale.
Uniti dal desiderio di salvare la mente di quelle persone che a Borgo San Giuda perdono il senno e abbandonano la retta via della naturalezza; segnate nel profondo dal fatto incomprensibile, violentate nelle loro credenze popolari, private della sicurezza su cui poggiano le certezze della vita.
L'Autore traccia un intricata e nel contempo agevole serie di circostanze e riesce a trasformare i protagonisti in indagatori dell'ignoto, attraverso le convinzioni ed il raziocinio su cui poggiano due scienze assai diverse fra loro: la psicanalisi e la fede.
Borgo San Giuda muta ed i suoi confini diventano elementi di una sorta di nuova frontiera dell'essere: privato dei formalismi, unanimemente accettati nella realtà contemporanea, spesso imposti dal conformismo su cui poggiano i rapporti sociali.
Quel luogo diventa una sorta di orizzonte oltre le colonne d'Ercole, dove un Ulisse ed un Virgilio si spendono alla ricerca di qualcosa che va al di là del tentativo e sembra voler abbracciare la coerenza della coscienza umana, che fa della follia, come della ragione, stati d'animo in grado di evolvere.
C'è quindi un senso del compiuto, e della vita che travalica il ricordo di ciò che è stato l'apprendimento.
Quest'ultimo, unitamente alla memoria è il vero dna genetico che forma la persona e l'adulto.
Eppure esiste una varianza: un equazione che scientificamente non si può spiegare se non nel paradosso dell'essersi verificata e quel che accade, non necessariamente è impossibile, solo forse, inspiegabile.
La profonda analisi è frutto di una condotta manipolativa che la narrazione esercita nel suo svilupparsi e che spazia attraverso la caducità e la deiscenza, concetti noti alla psicanalisi, ma anche alla fede cattolica.
Il lungo parallelo è scandito dall'alternarsi delle azioni e delle riflessioni dei protagonisti, su cui aleggia il lutto, come sentimento radicato della perdita definitiva.
E' una sottile, ma assai persuasiva elencazione di punti di vista quella offerta dall'Autore, in una narrazione come sempre molto ben organizzata, stilisticamente impeccabile, magistralmente autogestita, fra la grazia di una dialettica elaborata e la disquisizione libera da formalismi, certo appagante per il lettore.
C'è una dotta e civile esposizione dei fatti che assurge al ruolo di archetipo per questa affascinante indagine sull'animo umano, e l'intima possanza della mente come baluardo per lo sviluppo della personalità.
“
XY”
è un romanzo affascinante, intrigante, coinvolgente, una storia destinata a lasciare il segno, nella quale ogni lettore potrà rivivere e riscoprire una parte di quei dubbi e di quelle emozioni che certo rappresentano l'originalità che nel contempo tutti noi distingue ed altresì accomuna, come un minimo comune denominatore irrinunciabile.
Marco Solferini
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