venerdì 30 dicembre 2011

Notte buia, niente stelle


Notte buia, niente stelle


Autore: Stephen King

Genere. Thriller, horror.


Notte buia, niente stelle” è l'ultimo romanzo del genio: Stephen King.


Il ritorno dei suoi “incubi e deliri” che, in quattro storie da brivido, rapiscono letteralmente il lettore, lo privano della sua libertà, trascinandolo dalla prima all'ultima pagina, come solo l'indiscusso maestro della paura è in grado di fare.


I racconti sono tutti una testimonianza bellissima e nel contempo allucinante delle caratteristiche che hanno reso epocali i libri di King.


In questa recensione lo scrivente, per proprio gusto personale, si sofferma sull'ultima delle quattro storie presenti nel romanzo.


Ne “Un bel matrimonio” assistiamo ad una spettacolare prosa della mostruosità, concepita attraverso quell'irrazionale segreto nascosto dietro la vita quotidiana.


L'illusione della normalità, oltre la quale ci sono le vere apprensioni e allucinanti perversioni della gente comune, perchè dentro ogni uomo ne vive un altro, una “metà oscura”.


Nascoste dentro i muri domestici, celate agli occhi e ai sorrisi perbenisti di una realtà basata sull'apparenza, ci sono le ossessioni compulsive simili a “stagioni diverse”, portano la mente ad una “zona morta” della ragione.


Il mostro di King annida dentro l'uomo, coltiva con esso una vita parallela, fin quando non prende il sopravvento e allora il sipario cala e cominciano le urla.


Lo sfondo della storia è un matrimonio semplice e assai comune, perfetto nella sua dimensione fatta di tutti quegli elementi che distinguono la vita matrimoniale; un unione a tratti perfino scontata, così da essere la parafrasi rappresentativa di qualunque futuro, incorniciato nell'album dei ricordi.


Ma per Darcy, moglie devota, alle soglie di festeggiare le nozze d'argento con Bob, un commercialista conosciuto per caso, dal quale ha avuto due figli ed una vita regolata come la società pretende che sia la crescita, per lei, una semplice scoperta, un nascondiglio in quella stessa casa che è stata il traguardo di una vita convissuta con il suo uomo, rappresenta la porta su una verità allucinante.


Il trauma di averla aperta, di averne varcato la soglia, oltre la quale si nasconde il mostro, la corrode, perchè il sospetto di una verità così atroce e sconvolgente è come un virus che violenta la coscienza, la morde affondo come le zanne di “Cujo” e non la lascia andare.. fino alla fine..


La morsa della paranoia ossessiva, il vortice delle emozioni che logorano il silenzio spettrale della consapevolezza che può solo essere pensata, a malapena sussurrata.


Su tutto cala la “tempesta del secolo”: il sangue delle vittime, le atroci sofferenze, la brutalità di un assassino sadico e feroce che sfoga il lato bestiale e abominevole sulla carne.. le urla, le sevizie, la morte come liberazione dal dolore.


Il gioco perverso di una società che condannerebbe senza pietà, distruggendo ogni possibilità di fuga, ogni appello per una distrazione meticolosamente scusabile, dietro la finzione di cui si è vittime e non complici.


Immancabile poi l'elogio alla falsità del male: le sue bugie, la suadente capacità di essere genuino millantatore, mistificatore ed esperto burattinaio, per giustificare l'atrocità, arrivando perfino a sostituirla con la possibilità di convivere con la paura.


L'Autore, ripropone alcune delle tematiche a lui già care, ampiamente indagate nell'irrazionale atteggiamento di ciò che è nascosto alla vista, pur essendo sotto gli occhi di tutti.


Ritornano alcuni famosi clichè, fra cui “Castle Rock” e l'anziano poliziotto, il cacciatore fiaccato nel corpo dagli anni, segnato dalle rughe, ma ancora vigile nella sua mente, dove gli indizi sono scolpiti e la traccia è stata fiutata, seguita, fino alla consapevolezza, che si arrende solo a quella giustizia sconfitta da un sistema giudiziario basato sulle prove.


Nel racconto di King, Darcy è costretta a scegliere e ciò che farà segnerà per sempre il passato e sarà una battaglia fra la paura ed il coraggio, perchè la spirale di eventi che l'Autore è abilissimo ad organizzare, non rinuncia alla centralità della lotta fra il bene ed il male, incardinata nel concetto di alternativa: la scelta.


Descrizioni claustrofobiche, momenti di profondo panico tradotti con abilissima scienza della scrittura espositiva, paratattica, sintetica e profonda, condita da metafore nude e crude che definiscono i contorni della disperazione e dell'orrore.



Notte buia, niente stelle” è uno straordinario affresco del thriller dai contenuti forti: penetrante come un proiettile, affonda gli artigli nella carne e nel sangue, a tratti è duro come ricevere un pugno nello stomaco e risolutivo, come un improvviso risveglio dopo l'incubo.


Marco Solferini

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