L'istinto del
sangue
Autore: Jean-Christophe Grangé
Genere: Thriller
Con “l'istinto del sangue” Grangé iscrive un nuovo
capolavoro alla sua personale collezione.
Stilisticamente impeccabile, quest'Autore è giustamente
considerato il maestro del thriller in Francia e nel suo ultimo testo,
ritroviamo ampia prova delle qualità letterarie che gli sono giustamente valse
il prestigioso appellativo.
Un vero e proprio gentleman creativo, che utilizza un
tessuto di immagini ricamato con parole dotte e realistiche.
In questa sua ultima opera, che gelosamente consumerà il
lettore, fra brividi e colpi di scena, si snoda l'indagine di un giovane
Giudice, Jeanne Korova in quella Parigi ricca di oscurità e mistero, che Grangé
descrive amabilmente, come un pittore dipinge la sua opera.
L'assassino è un cannibale che mutila orribilmente i corpi
delle sue vittime, straziandone la carne, lacerandone i tessuti; l'ultima
disumana ritualità di un killer primitivo e senza pietà
Accanto alla scena del crimine, una firma: incisioni sui
muri, fatte con il sangue e quel che resta del corpo divorato.
Il compito di Jeanne sarà quello di sconfiggere il male che
divora l'anima prima ancora del corpo.
Grangé però è un maestro nella costruzione della storia e
uno dopo l'altro snocciola i pezzi del mosaico, costruendo una narrazione
originale e teatrale.
La vita privata di quello stesso giudice si troverà al
bivio di una lotta senza quartiere con se stessa: la sua ossessione per l'amore,
il desiderio di essere amata che spinge oltre i limiti dell'accettazione
verosimile, per discutere di quei dubbi che ruotano attorno alla
felicità.
Ed è inseguendo questa passione che si dovrà confrontare
con l'indagine più cruenta della sua carriera, che la spingerà a violare le
regole, per arginare il sistema trovare la via della giustizia e della vendetta,
ma sopratutto della verità.
Una verità che la porterà dalla scene del crimine di
Parigi, al Nicaragua, dove tutto ebbe inizio, una terra martoriata dalla
dittatura e dalla povertà, dalla corruzione e.. dal sangue, perché là dove tutto
è possibile le persone vendono il proprio sangue, come cavie di vampiri, per
soldi e per sopravvivenza.
L'istinto del sangue è anche questo..
E' una trama occulta e ricca di misteri, apparentemente
irrisolvibili, quella che si sviluppa, pagina dopo pagina, facendo emergere un
orrore dimenticato che ha attraversato l'oceano fino alla capitale francese: una
personalità distrutta, deviata, corrotta, uccide per saziare il suo istinto del
sangue.
La costruzione dei luoghi è un tripudio di particolari che
aprono letteralmente le porte di una visione profonda ed escatologica, rapendo
il lettore e conducendolo per quei luoghi, dipinti di morte.
La crudeltà brutale degli omicidi è descritta in maniera
assolutamente magistrale nella sua drammatica e percepibile realtà, ma senza
decadere nel sadismo a scopo sensazionalista.
Le passioni sono invece il desiderio profondo che plagia
l'animo e quando Jeanne si troverà a dover scegliere, fra la sua ossessione
d'amore e la necessità di fermare un assassino letale, dovrà mettere in gioco se
stessa, la sua carriera e tutto ciò in cui crede per fronteggiare il
male
Grangé da il meglio di sé quando riesce a trovare tonalità
auliche e litiche nel contempo, aggiungendo una sorta di confronto umano, al
concetto divino, in questo l'Autore trasforma l'estemporaneo e fissa in modo
indelebile l'anamnesi del presente al concetto di realtà che plasma come se
fosse argilla.
La maestria di un disegno che strappa sorrisi di
compiacimento e riesce ad ipnotizzare lo sguardo del lettore, fra un capitolo e
l'altro, senza tregua, nella disperata caccia di un risultato finale che si
nasconde dietro agli enigmi.
Fantastiche le tessere del mosaico che si allineano per il
colpo di domino che spazzerà ogni singolo aneddoto, lasciando solo la figura
complessiva, nella sua semplice e brutale verità.
Eppure il male si combatte così, nei romanzi di Grangé:
facendolo venire a galla, scoprendolo alla luce del sole, strappandolo alle
tenebre e riportando la luce.
Il senso della sopravvivenza è il significato del
giuramento innominato che i cavalieri di giustizia compiono verso se stessi, per
onorare un impegno a una causa, essergli fedeli fino alla fine, compiendo il
destino.
In questo, i protagonisti di Grangé sono accomunati da un
minimo comune denominatore che sembra essere una testamento alla complessità
della società odierna, dove spesso si scende al compromesso di convivere con
quanto di più basso l'animo dell'uomo è in grado di concepire.
Il potere permea la narrazione, sia esso un autorità
gerarchica, il condizionamento di una persona innamorata, la forza bruta di un
assassino o l'oppressione di un popolo, ma in definitiva è sempre una sorta di
grande fratello occulto, che si manifesta quando viene toccato, sfiorato, e in
esso non troviamo una vera e propria malvagità, ma un senso perverso e a tratti
maligno di equilibrio, teso al mantenimento dello status quo, come se fossimo in
presenza di un osservatore che usa la parzialità per coltivare il rapporto,
paradossale, di sperequazioni attraverso le quali si legittima.
Il dualismo della protagonista rende plausibile come
personalità e carattere siano il preludio ad un conflitto karmico della
giustizia, una perenne lotta fra il bene ed il male, dove la predestinazione è
la capacità, di uomini e donne comuni di fare la scelta giusta al momento
opportuno.
I romanzi di Grangé sono atti di vita e di elevata
profondità narrativa, concepiti per lasciare il segno oltre ogni limite e in
questo “l'istinto del sangue” è travolgente, un vortice di emozioni
devastante, ricco di suspense fino al suo epilogo, fuori da ogni regola, oltre
ogni previsione.
Marco Solferini
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