giovedì 29 dicembre 2011

L'istinto del sangue

Istinto del sangue
L'istinto del sangue



Autore: Jean-Christophe Grangé

Genere: Thriller



Con “l'istinto del sangue” Grangé iscrive un nuovo capolavoro alla sua personale collezione.



Stilisticamente impeccabile, quest'Autore è giustamente considerato il maestro del thriller in Francia e nel suo ultimo testo, ritroviamo ampia prova delle qualità letterarie che gli sono giustamente valse il prestigioso appellativo.



Un vero e proprio gentleman creativo, che utilizza un tessuto di immagini ricamato con parole dotte e realistiche.



In questa sua ultima opera, che gelosamente consumerà il lettore, fra brividi e colpi di scena, si snoda l'indagine di un giovane Giudice, Jeanne Korova in quella Parigi ricca di oscurità e mistero, che Grangé descrive amabilmente, come un pittore dipinge la sua opera.



L'assassino è un cannibale che mutila orribilmente i corpi delle sue vittime, straziandone la carne, lacerandone i tessuti; l'ultima disumana ritualità di un killer primitivo e senza pietà



Accanto alla scena del crimine, una firma: incisioni sui muri, fatte con il sangue e quel che resta del corpo divorato.



Il compito di Jeanne sarà quello di sconfiggere il male che divora l'anima prima ancora del corpo.



Grangé però è un maestro nella costruzione della storia e uno dopo l'altro snocciola i pezzi del mosaico, costruendo una narrazione originale e teatrale.



La vita privata di quello stesso giudice si troverà al bivio di una lotta senza quartiere con se stessa: la sua ossessione per l'amore, il desiderio di essere amata che spinge oltre i limiti dell'accettazione verosimile, per discutere di quei dubbi che ruotano attorno alla felicità.



Ed è inseguendo questa passione che si dovrà confrontare con l'indagine più cruenta della sua carriera, che la spingerà a violare le regole, per arginare il sistema trovare la via della giustizia e della vendetta, ma sopratutto della verità.



Una verità che la porterà dalla scene del crimine di Parigi, al Nicaragua, dove tutto ebbe inizio, una terra martoriata dalla dittatura e dalla povertà, dalla corruzione e.. dal sangue, perché là dove tutto è possibile le persone vendono il proprio sangue, come cavie di vampiri, per soldi e per sopravvivenza.



L'istinto del sangue è anche questo..



E' una trama occulta e ricca di misteri, apparentemente irrisolvibili, quella che si sviluppa, pagina dopo pagina, facendo emergere un orrore dimenticato che ha attraversato l'oceano fino alla capitale francese: una personalità distrutta, deviata, corrotta, uccide per saziare il suo istinto del sangue.



La costruzione dei luoghi è un tripudio di particolari che aprono letteralmente le porte di una visione profonda ed escatologica, rapendo il lettore e conducendolo per quei luoghi, dipinti di morte.



La crudeltà brutale degli omicidi è descritta in maniera assolutamente magistrale nella sua drammatica e percepibile realtà, ma senza decadere nel sadismo a scopo sensazionalista.



Le passioni sono invece il desiderio profondo che plagia l'animo e quando Jeanne si troverà a dover scegliere, fra la sua ossessione d'amore e la necessità di fermare un assassino letale, dovrà mettere in gioco se stessa, la sua carriera e tutto ciò in cui crede per fronteggiare il male



Grangé da il meglio di sé quando riesce a trovare tonalità auliche e litiche nel contempo, aggiungendo una sorta di confronto umano, al concetto divino, in questo l'Autore trasforma l'estemporaneo e fissa in modo indelebile l'anamnesi del presente al concetto di realtà che plasma come se fosse argilla.



La maestria di un disegno che strappa sorrisi di compiacimento e riesce ad ipnotizzare lo sguardo del lettore, fra un capitolo e l'altro, senza tregua, nella disperata caccia di un risultato finale che si nasconde dietro agli enigmi.



Fantastiche le tessere del mosaico che si allineano per il colpo di domino che spazzerà ogni singolo aneddoto, lasciando solo la figura complessiva, nella sua semplice e brutale verità.



Eppure il male si combatte così, nei romanzi di Grangé: facendolo venire a galla, scoprendolo alla luce del sole, strappandolo alle tenebre e riportando la luce.



Il senso della sopravvivenza è il significato del giuramento innominato che i cavalieri di giustizia compiono verso se stessi, per onorare un impegno a una causa, essergli fedeli fino alla fine, compiendo il destino.



In questo, i protagonisti di Grangé sono accomunati da un minimo comune denominatore che sembra essere una testamento alla complessità della società odierna, dove spesso si scende al compromesso di convivere con quanto di più basso l'animo dell'uomo è in grado di concepire.



Il potere permea la narrazione, sia esso un autorità gerarchica, il condizionamento di una persona innamorata, la forza bruta di un assassino o l'oppressione di un popolo, ma in definitiva è sempre una sorta di grande fratello occulto, che si manifesta quando viene toccato, sfiorato, e in esso non troviamo una vera e propria malvagità, ma un senso perverso e a tratti maligno di equilibrio, teso al mantenimento dello status quo, come se fossimo in presenza di un osservatore che usa la parzialità per coltivare il rapporto, paradossale, di sperequazioni attraverso le quali si legittima.



Il dualismo della protagonista rende plausibile come personalità e carattere siano il preludio ad un conflitto karmico della giustizia, una perenne lotta fra il bene ed il male, dove la predestinazione è la capacità, di uomini e donne comuni di fare la scelta giusta al momento opportuno.



I romanzi di Grangé sono atti di vita e di elevata profondità narrativa, concepiti per lasciare il segno oltre ogni limite e in questo “l'istinto del sangue” è travolgente, un vortice di emozioni devastante, ricco di suspense fino al suo epilogo, fuori da ogni regola, oltre ogni previsione.



Marco Solferini

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