venerdì 30 dicembre 2011

L'esecutore

esecutore
L'esecutore




Autore: Lars Kepler

Genere: thriller, azione, drammatico.


L'esecutore è il secondo romanzo di Lars Kepler pseudonimo di Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril.


E' anche il ritorno del sostituto commissario Joona Linna, atteso peraltro alla sua “evoluzione” rispetto al precedente introduttivo evento legato al thriller de “L'ipnotista”.


Una consacrazione che passa attraverso gli essenziali aspetti del carattere di Linna, legato all'intrinseca simbiosi che vive con il concetto di poliziotto di quartiere, un segugio che fiuta e analizza la traccia, che fa propri gli elementi a sua disposizione e padroneggia doti e qualità comparative, frutto di una capacità di anamnesi immediata.


E' l'osservatore che grazie ad un mix di logica e realismo, contestualizza l'indagine ed ogni indizio, all'interno del più vasto teorema del delitto.


E' l'uomo sul campo, viziato da una assillante necessità di indagare e confrontarsi con i fatti che lo portano spesso a vivere rapporti conflittuali con le altre Autorità: stimato, ma nel contempo osteggiato, cercato per la sua bravura, ma anche incompreso, a volte, persino isolato quando sente di essere costretto a nuotare controcorrente.


Lo stile paratattico degli Autori che, coniano una ricchissima serie di capitoli di facile lettura e rapida assimilazione, si sposa amabilmente con il ritmo incalzante dell'indagine, frequente di rapidi cambiamenti di rotta e situazioni ad alta tensione.


Kepler trascina il lettore sul campo di battaglia, fra sospetti, agguati, omicidi e inseguimenti, una caccia all'uomo scandita da una contemporanea mozzafiato.


Da un lato la storia di un cadavere ritrovato a bordo di una barca, affogato in circostanze misteriose che porteranno alla scomparsa di Penelope Fernandez, attivista e pacifista, sostenitrice degli abusi alle norme per la non proliferazione della vendita di armi.


Il suo destino è legato ad una inquietante scoperta: una fotografia rivelatrice per la quale c'è chi è disposto ad uccidere e un killer spietato le sta dando la caccia; dopo una rocambolesca e fortunosa fuga, Penelope ed il suo fidanzato sono intrappolati, come prede, in un isola, in compagnia di un esperto assassino: un cacciatore che non si fermerà fin quando non li avrà scovati.


Nel frattempo, Linna è catapultato nel mondo dell'imprenditoria legata alle armi, per via della morte di Carl Palmcrona, direttore generale dell’Autorità per i prodotti strategici, un pezzo da 90, sulla cui dipartita aleggia l'ombra di un suicidio fin troppo sospetto.


Una trama si profila all'orizzonte degli eventi e una cospirazione incardinata in una vecchia foto il cui contenuto sarà svelato sulle note di un quartetto per archi che suona gli Stradivari di Paganini!


Il thriller è sviluppato in modo lineare e sintetico, lasciando che sia l'azione stessa a districarsi in modo da coinvolgere il lettore senza appesantire la narrazione, passando cioè dalla tipica angoscia di fondo ad una tempestiva quanto categorica centralità degli eventi.


Spesso giocando con la contemporaneità leggermente sfasata dei fatti, la tempistica registra una tensione sempre accesa, e a tratti mozzafiato che fa sentire la tagliente lama del rasoio al lettore, quando il baricentro si sposta, per via dei frequenti e rivelatori capovolgimenti di fronte.


Il romanzo si presenta come un orchestra molto ben organizzata che non rinuncia a mettere in evidenza il lato buonista, paternalista, persino sentimentale dello stesso Linna, forse mosso addirittura da una sorta di giustizialismo conservatore.


Nel contempo, la narrazione fa proprio un retroscena civico della nuova “Svezia” quella contemporanea introdotta a pieno titolo sulla scena libraria internazionale negli ultimi anni. Un paesaggio mezzo pieno e mezzo vuoto, dove si ha la sensazione che a scaldare l'ambiente sia una fiaccola tenuta accesa dalla volontà delle persone di capire quel che resta della civiltà, dopo la crisi economica e la fine delle grandi rivoluzioni di pensiero.


Lo sfondo che l'Autore affronta è anche quello dei giovani rivoluzionari, di quanti si dividono la battaglia fra convinti fautori di un pacifismo globale, che funga da rinascita per quelle qualità che dovrebbero spingere ogni uomo e donna a vivere un esistenza consacrata ad un bene superiore e quanti non rinunciano alla lotta come vacuo sentimento di sovvertimento popolare, una sorta di velenoso dogma che consuma prima ancora di venire, a sua volta, digerito.


Lo Stato, sembra a tratti una macchina parallela, retta dalle sue regole, sotto l'egida della legge che tuttavia lo rendono freddo e scontato nella concezione qualunquista dei fenomeni sociali.


Il punto più alto di contrasto fra le tante agenzie che vengono coinvolti in casi di sicurezza nazionale, rivela proprio l'incomprensione esistenziale della sociologia forense contemporanea.


Linna non è un eroe, bensì un poliziotto che fa il suo dovere con una passione smaccatamente personale e caratteriale, a differenza di un sistema legale basato su ingranaggi che pare voler rinunciare al libero arbitrio, per evitare le complicazioni.



L'esecutore” è un ottimo thriller; un romanzo d'azione molto ben sviluppato, con una carica a tratti esplosiva d'adrenalina, certamente in grado di stupire ed appassionare il lettore.


Marco Solferini

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