L'arca parte alle
otto
Autori: Ulrich Hub – Jorg
Muhle
Genere:
Esistenziale
“L'arca parte alle otto” è un
libro illustrato, avente carattere umoristico esistenziale, il cui sottotitolo
“l'esistenza di Dio spiegata da tre pinguini” rappresenta una godibile
panoramica metaforica del dogma religioso
sull'accettazione.
Un
amabile serie di metafore, incardinate in una piacevole retorica dal gusto
agrodolce.
Una
narrazione ricca di sintesi qualificanti il pensiero umanista, rivisitato
attraverso una goliardica serie di eventi.
Il
razionale e semplicistico ragionamento dei pinguini, costretti a salvare se
stessi di fronte all'avvento del diluvio universale, rappresenta l'espediente
per una giocosa, ma non troppo, rivisitazione dei canoni dell'amicizia e della
furbizia.
Una
commedia degli equivoci basata su quelle convinzioni che nella loro ortodossia
rivelano tutto ed il contrario di ogni cosa nell'incontrastato dominio dei punti
di vista.
Una
sorta di negazionismo plausibile dove le regole stesse vengono messe in
discussione, a causa della loro essenziale vacuità ed indimostrabilità che
paradossalmente vincolano l'agire sotto l'egida della sudditanza escatologica e
caratteriale, tracciando il minimo comune denominatore nell'indole della
sopravvivenza a se stesso e alle proprie inconcludenze.
La
retorica introspettiva e positivista si sgancia dalla parafrasi più lineare: gli
eventi cambiano gli aspetti umorali e caratteriali, per disegnare una prosa
evolutiva dell'esistenzialismo, legato alla naturalità stessa
dell'essere.
La
mutazione che non rinnega e trova una sua ragione nella pratica
concettuale.
La
tolleranza è un antidoto contro i precetti antitetici dell'ortodossia, la cui
estremizzazione desertifica la comprensione stessa dei loro contenuti,
rendendoli misticheggianti.
L'anamnesi empirica dei fatti,
rappresentati come frutti assai maturi, a tratti così acerbi da non avere
alcunchè da offrire, se non il gusto stantio dell'inutilità, comporta un elogio
alla ragione, anche laddove quest'ultima si manifesta nella noncuranza di
scelte, oggettivamente inutili e soggettivamente
incomprensibili.
In
questo parallelo, la disarmonia che lega la semplicità dei pinguini li porta a
vivere un'avventura con una dimensione minimalista rispetto alla grandiosità
dell'evento, la cui accettazione e confutazione, rappresentano il ruolo chiave
di una fisica dove coesistono attrazione e repulsione.
Il
senso della vita, è uno stravolgimento costante delle proprie convinzioni
concettuali, messe a dura prova da eventi, il cui paradigma logico ne rivela
l'aleatorietà intrinseca, basata sul palese fanatismo esistenziale, che
all'opposto ne giustifica ogni parte come un segno o disegno del
divino.
Una
ricerca spasmodica, destinata a fallire: l'accettazione ultima arriva quando c'è
felicità e il naturale riconoscimento di quanto inutili siano gli errori,
rappresentati da fatti improduttivi di ogni crescita sociologica, perchè
esistenzialmente contro natura.
“L'arca parte alle otto” è
una godibilissima narrazione, ricca di spunti creativi e introspettivi,
arricchita da un piacevole umorismo che rende omaggio alla curiosità della
scoperta e prende in giro, con eleganza, l'irriverenza delle
regole.
Marco Solferini
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