giovedì 29 dicembre 2011

La vergine delle ossa



La vergine delle ossa


Autore: Luca Masali

Genere: Drammatico, storico, commedia, giallo.


Luca Masali è un ottimo scrittore, un narratore capace di interloquire con il lettore, utilizzando l'arte della scrittura, dotta e cordiale.


Il suo episodico stile è ricco di analogie letterarie classiche e dimostra una profonda e fine conoscenza della letteratura, finanche contemporanea.


E' un Autore che merita la maiuscola delle grandi occasioni e gli elogi di quanti, lettori appassionati, hanno trovato un nuovo maestro Italiano della narrativa, da apprezzare e consigliare ad amici e conoscenti: un sicuro successo di pubblico e di critica.


Nel suo scritto c'è l'indagine del noto Professor Cesare Lombroso, grande firma Torinese della psichiatria, illustre fautore di teorie che hanno segnato l'Italica storia della medicina forense e della psicologia, in quella seconda metà dell'800 in cui, il fervore delle menti illuminate indagavano la scienza medica, con il metodo scientifico.


I protagonisti sono descritti con un amabile parafrasi delle loro più caratterizzanti emozioni, che ne tracciano anche la personalità, fino al raggiungimento di una pienezza espositiva che, senza rinunciare alla sintesi, riesce ad appassionare il lettore, introducendolo a questo mondo, ormai atavico, della Torino e dei suoi entroterra.


Il linguaggio, a tratti illuminato, della borghese espressione aristocratica, frutto della capacità visiva dell'Autore, riesce ad inquadrare le singole scene come un abile regista nella telecamera e introduce il lettore fra il prestigio delle cattedre universitarie: vero tempio della scienza anatomica e la vita popolare, con le sue superstizioni e credenze che sembrano a tratti essere in conflitto, in una sorta di lotta intestina, per affermarsi nella mente e nel cuore di questa civiltà, che si staglia come un ombra e si profila nell'infinito.


La trama narra di un omicidio, brutale, efferato, compiuto da una mente malata, un assassino sfuggevole che squarta i visceri delle proprie vittime, e nelle viscere della terra sembra scomparire.


Un assassino che forse è un regio carabiniere, arrestato in un momento di sana pazzia e condotto in manicomio ove solo l'intervento del Lombroso, chiamato per la sua autorevolezza a far luce sul mistero, gli risparmia una morte atroce, in nome della scienza medica.


E sarà costui, che il lettore conosce per le sue sole iniziali, burbero e determinato, risoluto quanto astuto che nella cella incontrerà il suo compagno d'armi, quel Salgari che ha scritto dei suoi innumerevoli viaggi e con la fantasia ha segnato il passo delle giovani menti.


E' davvero ricco e forbito il repertorio con cui l’Autore ci regala le descrizioni a monte di questi protagonisti d'eccezione e sono straordinarie le digressioni del Salgari, che strappano lacrime a furia di sorrisi, perchè il testo è intriso di un umorismo gradevole, mai invasivo, che fa della commedia degli equivoci, uno straordinario scenario per l'indagine e la comprensione.


C'è bravura nel metodo ben oltre l'insinuazione, nel Maestro Masali che traccia una invisibile mezzaria, fra l'assurdo e questo grande cantiere di idee che è la scienza.


Ad accompagnare Lombroso c'è un altro studioso, dottore d'eccellenza del realismo e pratico dell'empirica realtà che non sente il bisogno di spingersi oltre la conoscenza accettata e fa del formalismo la carta vincente, per confutare con l'indice dello scetticismo, ogni fuoriuscita dal seminario illuminato.


A margine però, c’è la geniale trasposizione di una duplice tematica di straordinario coinvolgimento che la brutalità accettata in nome del progresso scientifico dello strumento “manicomio”, vero e proprio lager di tortura per i malati / condannati, e nel contempo, c’è la povertà e la malattia del popolo, una sorta di filo d’Arianna che porta a concepire i sobborghi come luoghi dove la “pellagra” è malattia omicida e fonte di tensioni sociali.


In questo retroterra si muovono i protagonisti, ciascuno godendo del beneficio, diverso, della cognizione clinica sensoriale, quasi un anamnesi frutto dell’ignoranza, a seconda del titolo che si porta appresso, sia esso quello di Professore universitario, prostituta, scrittore pazzo o semplicemente pazzo criminale.


Ognuno dovrà scontarsi con il fatto che la verità spesso dipende da chi la pronuncia, perché pur essendo unica, dipende dalle labbra che la raccontano.


Il quadro che ne risulta è quello di una storia avvincente, molto ben narrata, ricca di spunti creativi e di situazioni ironiche, “la vergine delle ossa” è uno straordinario gioiellino letterario, concepito per brillare di luce propria e realizzato con una maestria di altri tempi che inorgoglisce e nel contempo regala emozioni irrinunciabili.


Marco Solferini

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