“La ragazza che giocava con il
fuoco”
Autore: Stieg Larsson.
Genere: thriller, drammatico.
Il ritorno di Lisbeth Salander, l’anticonformista hacker dal
passato drammatico, segnato dal dolore e da una tragedia che viene oggi
svelata.
Il ritorno di Michael Blomqvist, amante delle donne e della
verità, che non accetta compromessi e si batte per un idea del “bene” fragile
quanto resistente.
Il ritorno della redazione di Millennium, dove si cerca di
fare quello che oggi viene chiamato buon giornalismo e qualche volta, quando è
troppo buono per i cattivi in circolazione, allora può anche
uccidere.
Ecco gli ingredienti del secondo capitolo, firmato da Stieg Larsson.
Ecco gli ingredienti del secondo capitolo, firmato da Stieg Larsson.
Tutti pronti ai nastri di partenza, per leggere un thriller
dalle tonalità noir, a tratti sociopatico per la sua irriverenza
caratteriale.
In questa realtà, sembra che l’uomo agisca spinto solo da
istinti primordiali e che il futuro sia l’accettazione di una dramma che
scriviamo, passo dopo passio, ogni giorno.
Lisbeth è cattiva perchè vuole sopravvivere, perchè è
sfiduciata.
O è diventata così a causa del suo passato, che l’ha colpita
così forte da renderla pronta alle sfide del presente?
Quante persone esistono che, non reagendo, come lei,
appassiscono, schiacciate sotto il martello delle
ingiustizie?
E’ il terrificante enigma che non prelude ad un lieto fine,
perchè sconfiggere il male non è nell’ottica dell’Autore, combatterlo invece
si.
Affrontarlo, con le armi della ragionevolezza matematica
“azione uguale reazione”, in una narrazione contemporanea, lenta, che si snoda
con una sorta di meticolosa calma.
Potremmo paragonare il susseguirsi dei capitoli, sotto forma
di giorni, ad una danzatrice del ventre che si spoglia lentamente, rivelando le
sue forme.
Il desiderio cresce con con lo scorrere della lettura, fino
all’ultimo velo, quando tutto sarà risolto e rivelato: la realtà ci lascerà con
l’amaro in bocca o un pugno diritto nello stomaco.
Perchè nelle pagine di Larsson lo scontro decisivo è un
grande campo aperto: dove in gioco c’è sempre la
sopravvivenza.
Ma è il contorto animo umano, la sua negligente accettazione
dell’oscurità interiore che l’Autore coltiva: dove c’è vendetta e rancore
proliferano esseri spietati e ancor più convinti che la morale sia una menzogna
per la buonanotte.
Per questa ragione, in questo secondo capitolo della
Trilogia, la centralità è tutta per Lisbeth. E’ lei, adesso, il vero conduttore
della storia, il filo d’Arianna attorno al quale si svolgono trame
contemporanee, seppure sganciate l’una dall’altra.
La sua indole diventa geniale e perfida, si scopre fragile,
ma viene salvata da un istinto dal suo istinto di
sopravvivenza.
Per questo i c.d. “cattivi” nel romanzo di Larsson, sono
veramente spietati e posseggono una dimensione proprio del loro
essere.
E’ verso questi soggetti, privi di scrupoli, che sfruttano
il sesso, usano la violenza e si fanno vanto del ricatto, che l’Autore compie un
“j’accuse”, rivolto alla società, a questo strano affamato bisonte che
stancamente si muove, rumina il suo avido coraggio, fingendo, al solo scopo di
dimenticare la paura che annida nelle scelte.
Una realtà fatta di spettri, uomini e donne che camminano
accanto, senza ricordare, privi di consistenza, chiusi in una gabbia su misura,
chiamata “vita”.
Questo condizionamento rende possibile il male, questa
scelta tacita, fatta di compromessi silenziosi lo rende potente e quel che resta
è la vita devastata di Lisbeth che ha solo imparato a non aver paura di se
stessa.
"La ragazza che gioca con il fuoco” è l’eccellente seguito de
“Uomini che odiano le donne” e rappresenta il train d’union fra l’universo di
Larsson e la verità che accompagna la vita di chiunque: esiste una
consapevolezza in tutto ciò che circonda l’agire e questa spinge noi tutti alla
disperata ricerca della giustizia.
Marco Solferini
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