La
formula di Pandora
Autore: James Sheridan
Genere: Azione, avventura
“La formula di Pandora”
è un romanzo-evento
Infatti, l’argomento trattato ha
ingenerato una vera e propria Babele di polemiche, a tal punto che, un film,
dapprima messo “in cantiere” è passato poi nella “soffitta di Pippo”, perchè
giudicato “scomodo”.
Va subito detto, per quanti sono
appassionati delle società segrete che, nel romanzo, troviamo il c.d. comitato
Bilderberg, per la cui storia non ufficiale (ovviamente) rimandiamo alla
pregiata enciclopedia Wikipedia.
Il romanzo affronta l’annosa
questione: cura del cancro: il male del XXI° secolo.
Innanzitutto, occorre distinguere i
fatti reali da quelli inventati.
E’ senz’altro vero che, l’oncologia e
la c.d. prassi della chemioterapia, rappresentano, per un pool di società
farmaceutiche, un business multimiliardario, su scala planetaria.
E’ altresì vero che, negli Stati Uniti
d’America, intorno agli anni 70, cominciò ad affermarsi un movimento di medici,
molto riservato, che prese il nome di “second opinion underground”,
denominazione voluta per distinguersi dalla conformità, con la quale la elite
del mondo sanitario affrontava certi dogmi della medicina.
Rientra sempre nell’alveo del vero
che, per un lungo periodo di tempo, la cura per il cancro fu battagliata intorno
al farmaco denominato “laetrile”, ricavato, in effetti, dai semi delle
albicocche.
I fatti narrati, intorno a questi tre
eventi, sono veritieri.
La storia invece, parte dal
presupposto che una fuga di notizie coinvolge lo stato maggiore del potere
americano il quale, per il tramite delle sue agenzie di servizi più o meno
segreti, incomincia una caccia senza quartiere al destinatario inconsapevole di
questo prezioso bagaglio di verità
Il protagonista è una sorta di
professore/indagatore del poco probabile o, se vogliamo dello
sconosciuto.
Permettendomi una citazione ad un
grande del Fumetto, diciamo che si tratta di un “detective dell’impossibile”.
Affiancato da una donna affascinante, quanto misteriosa.
Romanzo dal ritmo
incalzante.
Da leggere tutto d’un fiato, trascina il lettore in un vortice di colpi di scena: azione mozzafiato, ribaltamenti e situazioni ad alto contenuto di adrenalina.
Da leggere tutto d’un fiato, trascina il lettore in un vortice di colpi di scena: azione mozzafiato, ribaltamenti e situazioni ad alto contenuto di adrenalina.
Un mix esplosivo, di pregiatissima
fattura.
Il significato a monte però, è
angosciante, perchè l’Autore afferma, a chiare lettere, che il potere assume il
controllo: brama la litania condizionante del decisionismo.
Questa è l’ammissione consapevole di
quanti sono in grado di annullare la volontà dell’Io.
E’ il sistema, quello Orwelliano, la
parabola di Nixon o, se vogliamo del celebre film “I tre giorni del
condor”.
L’anarchia decisionale di un
allevamento comune, la crescita di un alveare controllato da una società
segreta: un potentato di imperativi verbali e aggettivi assoluti.
L’Autore ci insegna la spietatezza
della c.d. negazione plausibile e il ragionamento che è alla radice
dell’annullamento.
Il profitto diventa il veicolo, ma non
lo scopo.
Il mantenimento dello status quo,
dell’ordine, come della gerarchia, questo è il Dna della coscienza asservitasi
ad un impero categorico: l’accettazione ultima. Il plagio della razza umana che
trasforma gli aderenti ad un Obbedienza in burattini, per il sostegno del loro
benessere, a danno di tutto ciò che non lo rappresenta.
La disuguaglianza che solo il potere
può creare.
Questo lo scenario, tutto il resto è
azione allo stato puro.
“La formula di Pandora”
è un atto di coraggio, attraverso una grande inquietudine di fondo, quasi fosse
la freccia di cupido intrisa d’amore per la verità: la sola in grado di renderci
liberi.
Marco Solferini
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