giovedì 29 dicembre 2011

La caduta dei giganti


La caduta dei giganti



Autore: Ken Follett

Genere: drammatico, storico, guerra, sentimentale, avventura.



La caduta dei giganti” rappresenta uno spettacolare atto di virtuosismo narrativo.



E' il testamento contemporaneo dell'epica, narrata attraverso la grandiosa capacità espositiva di un Autore che ha inciso il proprio nome nelle pagine della letteratura mondiale.



Un romanzo intenso, struggente, categorico nella rappresentazione dell'intensità contemplativa, mediante la quale il lettore è travolto dall'avventura: pura, cristallina ed emotivamente coinvolgente.



Il protagonista indiscusso di questo primo capitolo di una trilogia, è il 900.



Il secolo.. i cento anni di storia che hanno segnato l'umano desiderio di essere e di sentire la fine di un millennio.



Le doti manipolative di un Autore fin troppo abile, che ha saputo fare della sua bravura la reale firma di un grande della narrativa, padrone indiscusso delle descrizioni, caratterizzazioni, ambientazioni, fine conoscitore dell'indagine accademica per accertare i fatti e relegarli alle parole.



Pensieri che si liberano come gabbiani, da un testo dove prende vita la storia che forgia gli uomini nel solco della cambiamento.



Oltre 900 pagine di pura avventura, drammatica passione, umanesimo rinascimentale, realismo e futurismo, Ken Follett rapisce il lettore lo porta dove sogno e realtà sono la stessa cosa.



Si comincia con la storia di un giovane minatore, tredici anni appena e una vita segnata dal destino, ma dai primi del 900 in quell'Inghilterra, fatta di lotte sindacali, carbone e povertà, attraverseremo la storia di 5 Famiglia che ci porteranno a conoscere il Mondo, fino alle trincee della prima guerra mondiale.



Conosceremo la povertà, la ricchezza, la nobiltà, e tutti coloro che sono capaci di amare, odiare, pregare, baceranno la mela d'Adamo, sfioreranno con le labbra il desiderio del frutto proibito, attraverso l'ambizione, la negligenza, l'inconsapevolezza, l'audacia.



E' l'uomo che appartiene al mito di Ulisse e che nelle sue gesta vede la catastrofe e la rinascita, la ricerca interiore, la disperazione e la forza per rialzarsi in nome della speranza.



Lo spirito si fonde con l'avventura, tracciando l'essenza di un abile maestro della ritualità espositiva; sintesi e retorica plasmano la realtà, descritta minuziosamente in nome di quei dettagli che che sanno creare un atmosfera unica ed irripetibile.



In quest'opera, senza precedenti, c'è un vortice attrattivo che coinvolge, fin nell'intima essenza ciascun lettore, trasformandoli in vampiri avidi di pagine che ci portino la conoscenza e il nettare della vita: il sangue, che qui diventa l'inchiostro più sublime.



L'Autore, ha scandito nel dettaglio uno specchio dell'anima antropologica e sociologica della realtà storica, agganciandola al bassorilievo degli eventi, per descrivere magistralmente ogni situazione e le iterazioni fra le Famiglie.



Una realtà che attraversa i cuori come la freccia di cupido e in altre circostanze è il colpo letale della morte, simile ad una frustata, che segna la fine di un ciclo, ma non della grande giostra degli eventi.



In questo parallelo c'è forse la più indelebile, veritiera e ragionevole affermazione dei primi 20 anni del 900, una sorta di pedissequo ed ineluttabile inizio: la costanza di un epocale cambiamento.



Le persone sono state testimoni della mente e fotografi con la vista di quella confluenza verso la fine e la rinascita dell'uomo, del suo cammino, del suo diritto alla vita.



In quest'opera di assoluto prestigio, c'è una pagina di consapevolezza che non può essere ignorata perchè rappresenta il retaggio dell'odierno pensiero: è il costrutto della realtà e il d.n.a. della società moderna, siamo noi, nell'egocentrico assoluto del senso della vita.




La caduta dei giganti” è il romanzo evento del 2010.



Un geniale affresco della storia dei primi anni del 1900, un elogio alla follia e all'umano coraggio dell'uomo, per essere riuscito nella prova che da sempre, fin dagli albori della civiltà, ha rappresentato la sua sfida ed il suo cavallo di Troia: essere in grado di sopravvivere a se stesso.



Marco Solferini

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