venerdì 30 dicembre 2011

Io confesso

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Io confesso

Autore: John Grisham

Genere: legal thriller


Io confesso” è l'ultimo legal thriller del maestro indiscusso di questo genere: John Grisham.


Come nelle sue precedenti opere, la narrazione che l'Autore offre, è centrata sui personaggi: veri e propri punti di vista focali e protagonisti dell'agire a 365° gradi dell'azione.


In questo caso, sono quattro e appartengono a categorie e ceti sociali fra loro molto distanti, ma tutti accomunati dal filo conduttore di una trama ricchissima di colpi di scena e scandita al cardiopalma.


Un ritmo incalzante, simile ad un crescendo Rossiniano, che accelera con lo scorrere delle pagine.


Travis Boyette, è un criminale da tutta la vita.


La metà dei suoi giorni l'ha trascorsa in diversi penitenziari, reo colpevole di innumerevoli crimini a sfondo sessuale.


E' un uomo meschino, consapevole della sua natura infima e grottesca.


Rassegnato al fatto che la società civile vuole emarginare le persone come lui perchè pericolose, vissute per quel genere di mostri innominati di cui tutti vorrebbero fare a meno.


E' uomo destinato a morire, per via di un tumore maligno che non solo lo ucciderà senza possibilità di scampo, ma lo farà soffrire, in modo atroce, fino all'ultimo respiro.


In questo Travis coglie una sorta di macabra ironia, come se si trattasse di una punizione che ben sa di meritare, per via della sua oscena esistenza che ha riservato dolore e sofferenza ad altri innocenti, eppure, quale ultimo atto di un gelosa ipocrisia menefreghista, per quanto si sforzi, egli non vuole accettarlo.


E' un uomo cattivo, che conosce della sua malvagità e che sa della sua inevitabile fine.


Ma è anche un uomo con un segreto.


Perchè Donté Drumm è un giovane di colore nel braccio della morte, accusato di aver stuprato, ucciso e fatto sparire il cadavere di una sua giovane amica, e, secondo Boyette è innocente.


E' così che l'uomo cattivo, che non ha nulla da perdere, decide di rivolgersi al reverendo Keith Schroeder, confessando il suo segreto e rimettendo quindi la vita di Drumm nelle mani di un fato perverso, diviso fra due schieramenti di persone: coloro che non permetteranno una morte ingiusta e quanti invece sono disposti ad accettarla.


Infatti, Donté è stato oggetto non solo di un indagine, ma anche di un processo, una raccolta di prove, di fatti, eventi e circostanze che, seppure criticabili o alterabili, hanno ricostruito il puzzle necessario e sufficiente al sistema giudiziario, per decretare la sua colpevolezza: sopratutto hanno prodotto quel “di più” che ha sentenziato la pena di morte.


Tutto ciò grazie a persone che sanno, o quanto meno immaginano, la non assoluta certezza delle prove, eppure sono disposte a non ritrattare: assuefatti all'idea di accettare che un giovane deve morire per aver ucciso una donna, il cui corpo non è mai stato ritrovato.


L'ultimo difensore di una disperata serie di appelli e ricorsi è l'Avvocato Robbie Falk, un mastino delle cause perse, della lotta ad oltranza in difesa dei deboli, per fedeltà a un ideologia alla quale ha sacrificato tutto, dalla vita privata al patrimonio.


Un uomo in perenne conflitto con se stesso, che ha trasformato l'attività forense, il suo essere Avvocato, in una sorta di crociata avverso un nemico invisibile, ma letale: l'ingiustizia.


Un avversario che il lettore scoprirà, gode di potenti alleati quali la superficialità, indifferenza e la presunzione arrogante di un sistema giudiziario, che cerca temerariamente di usare la pena di morte quale arma di dissuasione per i criminali, ma della quale si scopre, esso stesso, schiavo e per molti versi ostaggio.


Il libro di Grisham, come sempre puntuale nella descrizione ordinata e meticolosa dei contenuti legali, è anche un viaggio allucinogeno nell'universo della condanna a morte.


L'istituzione in quanto tale rivela la sua camaleontica denominazione di pena, laddove convive in un concubinato lussurioso con la superbia di un giudicato che va oltre l'applicazione della legge, decadendo nell'iracondia punitiva e repressiva.


La pena capitale è lo sterminio ideologico di un concetto di civiltà basato sulla Legge, è l'annientamento definitivo di ogni forma di perdono garantista.


Rappresenta l'assurda “coperta di Linus” che viene offerta alla coscienza popolare, per sedare la paura del crimine con una medicina peggiore del male, e tale somministrazione avviene in nome del perbenismo e del paternalismo.


Sostanzialmente, si tratta di un ammissione implicita di grave incapacità persuasiva e gestionale, esercitata attraverso il potere legislativo, che viene paradossalmente svuotato e rinunciato, da quella che è, a tutti gli effetti, semplicemente una soluzione finale.


La pena di morte è il sintomo di un malessere che parte dalla sconfitta della giustizia e che non può, per effetto e conseguenza, considerarsi una sua emanazione.


Ma nel romanzo è principalmente un gioco perverso, in quanto la ricostruzione degli eventi dimostrerà come bastino degli indizi a fare un colpevole e una volta messa in moto, la macchina persecutoria, basata sui luoghi comuni e sui tanti silenzi omissivi che flagellano una giustizia imperfetta, a differenza di quanto suppone la pubblica opinione, difficilmente si potrà fermare.


L'esecuzione diventa quindi una mostruosità dotata di vita propria, che si autoalimenta e si fa beffa di ogni rimedio falsamente garantista.


L'Autore è abilissimo nell'attribuire ritmo serrato ai dialoghi, ottima capacità cognitiva e descrittiva alle circostanze e iterazioni dei protagonisti, sempre molto realiste e plausibili.


La sua genialità è quella di riuscire a costruire una scacchiera, all'interno della quale predilige un ritmo incalzante, serrato, incardinato tanto sulla concettualità, quanto sull'umore della storia, che scivola penetrante nel lettore, coinvolgendolo in prima persona.



Io confesso” è un legal thriller molto ben costruito e organizzato, dotato di una narrazione veloce, che propone una corsa contro il tempo per salvare la vita di un uomo innocente, al ritmo di rovesciamenti di fronte e colpi di scena, per un indagine che non sarà qual che sembra fino a quando non sarà rivelata la verità sconvolgente che lascerà il lettore senza fiato.


Marco Solferini

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