giovedì 29 dicembre 2011

Il simbolo perduto



Il simbolo perduto



Autore: Dan Brown

Genere: Avventura, simbologia, mistero, thriller



Ne “Il simbolo perduto” ritorna Robert Langdon: il più famoso Professore di simbologia dell'Università di Harvard.


Una sfida lo attende, al Campidoglio! Il luogo voluto dai padri fondatori dell'America: centro esoterico e simbolico della grande rinascita americana.


L'avversario del Professor Langdon è un mistico indagatore della conoscenza, atavico profeta contemporaneo, uomo della verità occulta, animato dal desiderio di spingersi oltre l'apparenza dei dogmi universalmente accettati per distruggere le verità nascoste, privando l'umanità del beneficio della conoscenza, perchè ancora impreparata a riceverne l'investitura.


Costui, che si è attribuito il soprannome di Mal'akh, usa la simbologia per coinvolgere Langdom in una caccia contro il tempo, allo scopo di salvare il suo mentore, il Professor Solomon, potente massone del 33° e ultimo grado della Massoneria americana

Il suo piano consiste nello scambiare la sua vita con l'apertura di un mistico portale oltre il quale si cela la sconcertante verità che lega la scienza all'esoterismo e alla magia.


L'Autore è, come sempre, abilissimo nello sviluppare trame che siano nel contempo incalzanti, ma anche ricche di appassionate spiegazioni, e questa volta parte dalla noetica: la contemporanea scienza che fonde o, secondo alcuni, avvicina, il metodo scientifico della fisica e della scienza al concetto storico evolutivo di magia, intesa come credenza esoterica in grado di concepire la realtà, influenzandola.


Può il pensiero umano essere portatore di un peso specifico in grado di attribuirgli sostanza, nel vasto arcipelago del mistero che circonda la Creazione?


La sua consistenza è in grado di influenzare gli eventi?

Esiste questa porta per una dimensione rivelatrice; un portale occulto e custodito segretamente nel corso dei secoli, tramandatosi fra i più alti gradi della Massoneria e finanche celato oltre il mallo della leggenda?


Sono questi gli interrogativi a cui Langdon dovrà rispondere, utilizzando il suo sapere empirico, basato sui fatti che possono essere confutati con il realismo della logica e il paragone della scienza accettata, senza decadere nel incertezza dell'approssimativo o dell'impossibile.

Insieme con lui si muoveranno i servizi segreti e la figlia del suo mentore, uniti in una lotta per la verità e la vita, proiettati verso un mistero ricco di colpi di scena.


Un segreto custodito dai simboli, condurrà il lettore nel magazzino del più celebre museo del Mondo: lo Smithsonian Institution, dove forse si celano quelle verità che la storia non è ancora pronta ad accettare, rimanendo pertanto, un patrimonio riservato, per la mente di pochi eletti.


Eppure queste verità occulte, misteriose e antiche, si legano agli uomini che intensamente credono: sono queste le menti che l'Autore definisce illuminate, perchè celebrano l'assolo inconcepibile dell'intelletto, l'assoluta parafrasi della verità rivelata, che può essere toccata solo con l'intenso amore del cuore e della mente, per fondersi nell'unicum che nasconde e nel contempo rende visibile a tutti, profani o meno, il Taositico concetto della Creazione.


Capitoli intensi, per una narrazione serrata, nel ritmo scandito dall'incedere del tempo, condito da rivelazioni sconcertanti che alimentano i dubbi circa i pilastri della terra, su cui ergiamo le convinzioni di una storia, spesso molto più enigmatica di quanto ipotizziamo; noi che siamo i portatori della conoscenza ultima, quella dei libri.


In una realtà però, in cui lo studente - apprendista cede il passo alla maturazione pragmatica dell'uomo - consumista, distratto e incasellato in una società costruita sulla base degli schemi che favoriscono la crescita e la capitalistica accumulazione di ricchezza. Colui cioè che smarrisce la dote ultima della creatività, riducendo se stesso ad un ingranaggio, nel grande motore della collettività.

E' una sorta di autogestione collettiva del tempo e delle risorse: lavoro, Famiglia, ricchezza, terza età, che ben poco lascia alla capacità del singolo di innovare e trasforma gli individui in schiavi consapevoli, asserviti a una specie di prigione senza sbarre, precludendosi l'eccellenza della singolarità umana.

In quest'ottica, credere è molto difficile, spesso le passioni nascono come valvola di sfogo contro la consuetudine: il crogiolo di quotidianità, e rappresentano un “aspirina” per curare il mal di testa di una vita compassata, costretta e supplichevole, rispetto alla grandezza cui potrebbe essere destinata.

L'evidente mortalità del materialismo consumista, che trasforma ciò che l'uomo è in quel che l'uomo possiede, ha contagiato l'eternità dell'anima e l'indomito spirito.

Dan Brown è un abile ascoltatore silenzioso di questo malessere contemporaneo e nel suo Romanzo da voce al mito e indaga il seme della certezza, attraverso una ragionevole confutazione obiettiva del sentimento contrario, in ciò egli fonde l'inedia dell'accettazione con la dinamica evolutiva e lascia che sia il tempo della civiltà a segnare il passo: l'ultima orma dell'evoluzione.


Nel testo non mancano certo le spiegazioni sulla Massoneria, che l'Autore cita ripetutamente e spesso lasciando che sia il suo personaggio, Langdom, ad erudire il lettore circa i crismi dell'Istituzione massonica americana, relazionando su alcuni grandi temi e patrocinando il mistero nel mistero, cioè il fatto che, malgrado l'anzianità e i gradi, esistano dei segreti inconfessabili che nemmeno la fratellanza è in grado di condividere e solo alcuni eletti possono tramandare.

Cosa c'è di vero nelle innumerevoli citazioni e e quanto di quello che viene affermato è riscontrabile anche in Italia?


Sicuramente l'Autore parla della Massoneria americana, un Istituzione diversa e distinta rispetto a quella Italiana, inoltre va aggiunto, a beneficio di chi legge, che il termine stesso “Massoneria” è inadatto in quanto troppo comprensivo di Istituzioni che, pur richiamandosi all'ideale di base, sono assai diverse fra loro, arrivando persino a non riconoscersi l'una con l'altra.


Possiamo in effetti concepire ogni Istituzione come un grande insieme, all'interno del quale ve ne sono altri, più piccoli che prendono il nome di “Logge” o, come si usa nella terminologia massonica, di “Officine”.


I capisaldi spiegati da Brown sono grossomodo accettati da ogni Istituzione, ma esistono dei distinguo, sopratutto nelle singole Logge, anche se a tal proposito il lettore che volesse indagare sui contenuti è rimandato alla vasta bibliografia reperibile in ogni libreria.


Diverso invece, il concetto di “segreto nel mistero”, infatti molti Autori hanno scritto della tesi in base alla quale il percorso iniziatico interno alle Logge e alle singole Istituzioni sia solo in parte comune a tutti i confratelli, esistendo una specie di emiciclo o cerchia ristretta, cioè una sorta di elite all'interno.


In molte rappresentazioni grafiche si usano proprio dei centri concentrici che ricordano i gironi di Dante, per rappresentare la scalata che i singoli compiono ai gradi più alti del rito massonico (anche in questo caso però va sottolineato che esistono dei distinguo, sia in termini di ritualistica che di gradi).


Questa tesi, dell'elite ristretta, ha trovato molti consensi nell'indagine conoscitiva compiuta più volte sulle confraternite americane circa il loro sviluppo, specialmente per quelle che si sono oggi affermate per essere le più note, ma anche le più riservate.


Di fatto, in Italia, qualche testimonianza in questo senso è stata spesa, ma in modo assai sporadico, senza veri e propri dettagli circa il distinguo, tuttavia l'esistenza di liste nelle liste è stata più volte ipotizzata anche se è stato scritto che l'occultamento, persino agli altri confratelli, riguardasse persone che, nella società, avessero raggiunto posizioni di potere e che pertanto era necessario tenere particolarmente segrete.


Da un punto di vista più oggettivo, pur essendo veritiero il fatto che, alla base della Creazione massonica dell'Universo c'è il c.d. Grande Architetto e che quest'ultimo concetto è comprensivo di qualunque figura religiosa, altrettanto non può dirsi per le Istituzioni religiose.


In buona sostanza, ben potendo ogni confratello perorare il proprio credo religioso di qualsivoglia natura (cristiana, mussulmana, ebraica, buddista, ortodossa, ecc.) non sempre i rapporti fra l'Istituzione d'appartenenza e la rappresentanza fisica della religione in Terra, sono da considerarsi distensivi o quantomeno pacifici.


Il che potrebbe essere visto come un paradosso, per certi versi, tuttavia porta ad identificare tre tipologie di confratelli: i religiosi, i laici o atei e gli esoterici.


Quest'ultima componente, esoterica, è certamente la più affascinante e la lettura dei testi che li riguardano rappresenta un interessante percorso illuminato, fra ragione e misticismo che in effetti, spesso riesce a mettere in evidenza la fragilità dell'animo umano, aggrappato a credenze e superstizioni.


E' sicuramente a questa tipologia che appartiene il personaggio del romanzo, Peter Solomon.

La logica massonica non spiega il “tutto” dovendo a tratti ricorrere all'accettazione in sè, ma spesso è indubbio che rappresenti un elevato grado di analisi comparata della realtà, in rapporto alla civiltà e all'animo umano, inteso come evoluzione del “sapiens”.


E' certamente a quest'ultima componente, che si può riferire il presunto mistero nascosto, la cerchia ristretta, depositaria di un segreto rivelatore.


Ma attenzione: nulla che riguardasse esoterismo, magia, verità scientifiche o fantarcheologia come tuttavia in molti ipotizzano.


Diverso è invece l’argomento relativo alla presenze delle donne nella Massoneria.


E’ questo uno dei capisaldi della c.d. teoria della discriminazione, che trae le sue origini fin dal 1723 quando, la Gran Loggia Unita d’Inghilterra, considerata dai maggiori esperti e studiosi dell’argomento come l’originale comunione massonica, chiarì che il rito iniziatico ha contenuti solari e come tali, esotericamente riguarda solo gli uomini e non invece le donne, per le quali sarebbe necessaria un iniziazione ritualistica lunare.

Orbene, in quasi 300 anni le cose sono assai cambiate, soprattutto nella rigidità della ritualistica interna a molte Obbedienze massoniche, tanto che diversi Autori oggi parlano di riti approssimativi, errati, addirittura in forma ultra ridotta per evitare di annoiare i partecipanti.


Analogamente, anche i gradi citati nel testo di Brown, nella realtà, non sempre sono rispettati, anzi, a volte sembrerebbe che trapeli una riduzione all’osso degli stessi, per evitare percorsi troppo lunghi, insomma ci sarebbe a monte una sorta di semplificazione che tuttavia non riguarda omogeneamente tutte le Istituzione e certo non tutte le Logge, dovendosi registrare una certa ortodossia in quelle aventi membri di età più anziana.

Ciò posto in Italia esiste una sola, delle tre grandi Obbedienze, che consente l’accesso alle donne.


Tuttavia, per quanto riguarda questa discriminazione femminile, il fatto più saliente che può interessare il lettore riguarda l’aspetto successivo a quello iniziatico, infatti, molte sono le perplessità che sono state spese sulla reale possibilità per le donne di raggiungere ruoli (o gradi) di comando.

Infatti, qualche Autore ha ipotizzato che la presenza femminile sia un modo per preservare i capitali di Famiglia quando l’erede sia femmina e vi sia un interesse, nella Loggia d’appartenenza, del Genitore, a mantenere rapporti di fratellanza più che altro con il peso economico e finanziario. E' stato sostenuto anche che l'alternativa sarebbe quella di favorire matrimoni combinati, per far si che certe Famiglie rimangano nel seme massonico.


Per effetto, si è ipotizzato che l’ingresso delle donne sia in realtà un escamotage o addirittura una provocazione nei confronti di quelle Obbedienze che invece negano categoricamente una simile prassi.

Il lettore che sia appassionato di questi temi, potrà trovare un ampia digressione su internet e numerose opere o saggi che se ne occupano.


Una diversa menzione infine, merita il fatto che la Massoneria rappresenti o meno un esempio di disuguaglianza rispetto alla società contemporanea, nel Romanzo Langdom lo esclude categoricamente.

In tal senso, va necessariamente sottolineato che, secondo la dottrina massonica coloro che non sono parte di un Obbedienza, cioè quanti non abbiano ricevuto un iniziazione, sono “profani” perché non posseggono il dono pieno della conoscenza.


Questa distinzione di base, difficilmente può essere superata, anche perché l’accesso alle Obbedienza massoniche non è per tutti e come tale, è indiscutibile estrapolare la conseguenza che la conoscenza, secondo l’idea massonica non solo non appartiene a tutti, ma nemmeno è condivisibile con tutti, perché l’accesso all’Istituzione può essere negato e come tale il profano è destinato a rimanere tale.


E’ quindi proprio il meccanismo stesso d’ingresso nelle Obbedienze che rappresenta una chiara ed evidente prassi di non uguaglianza, molto difficilmente superabile.

Per quanto riguarda la citazione dei grandi nomi della Massoneria americana, se non fosse per il semplice presupposto che in America l’appartenenza massonica spesso non rimane nascosta e anzi, in molti casi è orgogliosamente spesa verso il pubblico o terzi, sono anche personaggi che subirono molto l’influenza delle correnti razionaliste che sicuramente li spinsero all’adesione ad un Massoneria, che ebbe caratteristiche di primogenitura.

In essa, infatti, seppero fondersi alti ideali illuministici di realismo, laicismo, materialismo, razionalismo, simbolismo e numerologia: ci fu una sorta di concetto elitario che traeva spunto da una rinascita interiore, spirituale, che eleva al massimo la centralità dell’uomo e del sapere, inteso come fonte di conoscenza.


Questo “pathos” di sicuro interesse, è anche al centro della deificazione del mito, cioè dell’uomo che trascende se stesso e come tale può essere molto appassionante e coinvolgente.


La realtà, in Italia, è molto differente, quindi chi legge della Massoneria di Dan Brown, in Italia potrebbe trovarsi di fronte ad una verità assai diversa e distinta.


Anche se nel romanzo di Brown, ovviamente, la realtà, presunta o meno che sia, si fonde con la narrativa e sopratutto con la carica di spettacolarità che l'Autore è in grado di trasmettere alle proprie opere, rendendole affascinanti e intriganti.

Nel romanzo di Dan Brown troviamo poi “l’invisible college”, tale figura è storicamente famosa per due ragioni, la prima riguarda un suo illustre frequentatore della seconda metà del 1600 e cioè Robert Boyle, padrino precursore, in applicazione del metodo Baconiano e Cartesiano del concetto di realtà a particelle e non unicamente plasmato attorno ai quattro elementi.

Un concetto che, 400 anni dopo, sembra essere il più probabile, alla luce dei recenti studi, come ad esempio quelli compiuti intorno al campo di Higgs nel Large Hadron Collider di Ginevra.

La seconda ragione annida nel fatto che, le riunioni dell’invisible college presso il Gresham College di Londra, secondo le fonti storiche più accreditate, sarebbero anche l’antecedente più autorevole alla costituzione della Royal Society.

Orbene, di fatto l’invisbile college era una istituzione innominata e autonoma nella quale si incontravano idee di pensiero e soprattutto teorie di scienza, frutto di un tempo in cui la dogmatica veniva messa a dura prova, ma nel contempo era anche il periodo in cui prendevano una forma e un indirizzo quelle che sarebbero state poi le Gran logge.

Infatti, se è pur vero che il fenomeno delle Logge, intese come corporazioni operaie (cioè dei c.d. costruttori, siano essi architetti, muratori, capo mastri o ingegneri), comparivano già nel secondo Medioevo, l’istituzione elitaria e plurima, cioè comprendente altre professioni e quindi disomogenea, premeva per essere realizzata, ma era ancora in fase embrionale.

Si completerà poi nel 1717 con la costituzione della Gran Loggia d’Inghilterra, cui farà seguito un travagliato periodi di scismi e di scissioni che porterà alla lunga distinzione fra i “moderns” e gli “antients” poi sanatosi nel 1813 con l'unificazione e la costituzione della Gran Loggia Unita degli Antichi liberi Muratori d'Inghilterra.

Orbene, sempre secondo le carte, oggi ufficialmente diffuse e disponibili, la Royal Society, rimase alla finestra, almeno fino alla costituzione di quest’ultima, ma sembrerebbe, in precedenza, aver avuto un ruolo non da poco, al punto che il dualismo scismatico potrebbe esserle in parte imputato.

Bisogna a questo proposito sottolineare che la storia della Massoneria Inglese è più vivace rispetto a quella Italiana e Francese, almeno per quanto concerne il profilo inerente alla omogeneità delle professioni, delle arti e della sociologia coinvolte nel processo iniziale.

E’ innegabile infatti che importanti passi avanti nella medicina e nella scienza, come nella psichiatria, ma anche nell’archeologia e in innumerevoli altre materie, siano stati compiuti proprio da illustri Massoni inglesi.

L’apporto che questa Istituzione ha dato al benessere e allo stile di vita che oggi contraddistingue la nostra civiltà contemporanea è di assoluta ed incontestabile evidenza.

In Italia la situazione si è sviluppata in modo diverso in quanto, pur essendoci sicuramente stati protagonisti illustri: eminenti scienziati e autori d’eccellenza, nel panorama umanistico, storico, culturale e sociologico, a partire dalla metà del 900 la Massoneria Italiana è diventata nota, a livello mondiale, per fatti di cronaca che ne hanno pesantemente adombrato l’operato e probabilmente ne hanno altresì viziato, a livello comunicativo, il sentore populista e cittadino.

Discorso a parte meritano invece i contenuti circa la filosofia di vita massonica.

L'Autore lascia trasparire, a più riprese, una considerevole mole di delucidazioni circa l'animo pacifico della Massoneria, a tratti addirittura Gandhiano, nella cultura della non violenza, se non perfino votato al martirio quando c'è predestinazione alla sopportazione.

Una vera e propria etica della conciliazione amichevole, avversa cioè alle dicerie sospettose di quanti considerano, all'opposto, pericolosa la segretezza dell'organizzazione.

Ovviamente, questa è una valutazione personale che il lettore non deve cogliere come una verità assoluta e tanto meno farne un “transfer” con la situazione Italiana.

E' ovvio che dopo aver letto il testo di Brown fare una comparazione con i fatti che coinvolgono la cronaca nostrana diventa assai difficoltoso: fin troppo spesso infatti, la cronaca giornalistica, in Italia, riporta notizie che vedono le Logge massoniche coinvolte, a vario genere e/o titolo in diverse vicende dell'attualità politica, finanziaria ed economica.

A ciò si aggiunga che nel Bel Paese si è sviluppata una vera e propria stampa che, forse anche cogliendo l'aspetto di “business” si è specializzata nelle indagini sulle Massonerie, finanche ad identificare certuni settori come fortemente egemonizzati da una presenza castale massonica

L'Italico lettore pertanto si potrebbe, e a ragione, domandare se stiamo parlando della stessa cosa cioè se gli alti ideali del libro trovano riscontro anche in Italia.

La risposta è tanto affermativa, quanto negativa.

La Massoneria americana è certamente molto diversa da quella Italiana, seppure questa affermazione sia assai riduttiva e semplificata in quanto andrebbero spiegate e lungamente argomentate le distinzioni che ci sono, anche all'interno del territorio Italiano fra le Grandi Istituzioni massoniche come pure tra le singole Logge.

Il format di base, però, è lo stesso; in un certo senso si può estrapolare una sorta di protocollo, la cui applicazione porta alla formazione di una Loggia, tuttavia il “modus agendi” e sopratutto le vicende che riguardano singoli appartenenti, sono qualcosa di estraneo a questo protocollo.

Come tale, possono prodursi diverse situazioni: solitamente quelle più eclatanti per il pubblico sono anche collegate a qualcosa di negativo, perchè da sempre è più facile catalizzare il malcontento ed indirizzare la maldicenza, piuttosto che difendere posizioni che, per quanto a volte poco comprensibili, meriterebbero comunque rispetto.

Ciò significa che in Italia, se abbiamo fenomeni distorti, deviati, che sfruttano il “format” massonico per ragioni e scopi sganciati dall'ideologia e dalla panoramica concettuale filosofica e dottrinale massonica, l'unico elemento che traspare, in un sistema che drammaticamente ha contenuti informativi scarsi, è quello più losco, più maligno.

Il lettore però non deve cadere nell'inganno.

Il percorso iniziatico Massonico è ricchissimo di fascino, cultura, ideologie, indagine storica, archeologica, sociologica e comporta anche un considerevole ed apprezzabile rapporto di solidarietà e amicizia tra i confratelli che rappresenta un esperienza umanitaria ed una crescita interiore di straordinaria intensità.

Ma ciò non esula che possano esserci elementi che tendano alla trasmutazione in negativo, esattamente come la celebre “Forza” di Guerre Stellari, che può portare al lato oscuro oppure, al lato positivo.

Dan Brown opta per il secondo e ripropone i più alti ideali di benevolenza Massonica che certamente hanno ispirato la creazione dell'America, intesa come nuovo Mondo.

Quest'ultimo aspetto ci porta anche ad una considerazione assai importante per capire bene la vacuità con la quale spesso, una stampa se non faziosa quantomeno poco informata o impreparata, apostrofa l'attività massonica.

Negli Stati Uniti d'America, presso l'Università di Yale è presente una confraternita assai nota e anche, paradossalmente, molto riservata, denominata “Skulls & Bones”, la quale spesso in Italia è associata, se non addirittura ricondotta, nell'alveo della Massoneria.

Niente di più falso!

Ebbene, sappia il lettore che “Skulls & Bones” in realtà è una società segreta autonoma, basata sul format delle confraternite universitarie, assai comuni negli U.S.A. e blandamente riprodotte dalla goliardia nostrana, ma non è una Massoneria. Di più! I membri fondatori di “Skulls & Bones”, tali Russell e Taft, nella prima metà dell'800 presentarono una domanda di ammissione alla confraternita Phi Beta Kappa che però fu respinta!

I non ammessi, in buona sostanza, hanno creato quella che è forse la più potente, efficiente e imitata società segreta d'America, basandosi sul “format” della Massoneria; persino alcuni massoni fanno confusione.

In Italia il fenomeno delle non-logge o, secondo il frasario usato dagli stessi Confratelli, le c.d. spurie, sono oggetto di dati contrastanti.

Le fonti ufficiali delle grandi Istituzioni (in alcuni casi già fra di loro in rapporti non sempre di pacifica accettazione e riconoscimento), minimizzano e parlano di poche decine, ma fonti giornalistiche e anche giudiziarie portano il fenomeno a cifre assai più rilevanti.

Il lettore avveduto pertanto, quando sente approssimativamente citare affermazioni e fraseggi ingiuriosi contro la Massoneria in generale o le Logge, faccia attenzione a quante volte viene precisata l'Istituzione d'appartenenza (in Italia operano tre grandi Istituzioni: il Grande Oriente d'Italia, la Gran Loggia d'Italia e la Gran Loggia Regolare d'Italia) e non cada nel facile millantatore inganno di considerare Massoneria tutti i fenomeni di aggregazione che ne ricalchino il metodo.

Sopratutto alla luce del fatto che tutte e tre le grandi Istituzioni applicano assai diligentemente delle regole interne, un codice di autoregolamentazione molto rigoroso, mentre altrettanto non può dirsi di fenomeni esterni e non riconosciuti.

L'aspetto “rivelazione” del romanzo è infine incentrato sugli antichi misteri

La parte finale è tutta a questi dedicata ed in particolare la lunga digressione sul valore metaforico della Bibbia, introducendo il concetto di segreto simbolico e architettonico che vedrebbe ne l'ultima “parola”, intesa come rivelazione assoluta del tutto creato, il libro per eccellenza: la Bibbia.

Una versione però assai particolare, perchè si tratterebbe della c.d. Bibbia Massonica, cioè una ricostruzione ed in parte una traduzione diversa rispetto a quella che noi tutti conosciamo, dell'Antico Testamento e del Nuovo Testamento.

In particolare con un accettazione di alcuni canoni tipici dei c.d. vangeli apocrifi.

Sul punto sono state scritte innumerevoli pagine, fatto sta che il contenuto spirituale e simbolico del sacro testo è da tempo al centro di una perpetua tavola rotonda che, periodicamente, si arricchisce di contenuti plurimi.

La lunga serie di citazioni che l'Autore propone è corretta e rappresenta una possibile spina dorsale, mancando però i riferimenti che, a contrario, confutano le pur apprezzate teorizzazioni di grandiosi Autori, fautori di una scienza della ragione, sociale e dell'intelletto.

L'attualità, ci dice che molto del simbolismo e della metafora che possono non essere comunemente esoterici o intesi come tali; che esistono cioè presupposti di conoscenza oltre l'accettato, ma che spingersi al di là dell'accettabile è sempre un atto di scarsa lungimiranza.

L'Uomo da sempre indaga se stesso e la fenomenologia esteriore, che dal campo personale traspare e coincide con un evoluzione di contenuti, anche scientifici, quali possono essere la materia oscura, la filosofia new age, il campo di Higgs e molte altre scoperte avveniristiche che si profilano all'orizzonte, ma sempre questo accade con il bagaglio di cultura che è frutto delle nostre credenze e fa tesoro dei nostri straordinari errori.

In questo Langdom è l'epicentro dell'Uomo di Leonardo.

Il simbolo perduto” è un avvincente storia di razionale conoscenza, che innalza uno statutario monumento alla ragione e allarga gli orizzonti, verso quell'ignoto e imponderabile che sembra il destino di ogni mente baciata del dono della vita, come un obelisco che segna il cammino dell'umanità, ogni volta che è illuminato dal sole.


Marco Solferini.




Prima nota dell'Autore:

Le informazioni che compaiono in questo articolo, sono liberamente accessibili da chiunque, facendo un motore di ricerca con le parole chiave legate alle Istituzioni massoniche oppure svolgendo una ricerca bibliografica; l'Autore inoltre, non facendo parte di alcuna Istituzione massonica incontra l'evidente limite di potersi solamente documentare, ma non ha mai potuto osservare in prima persona l'attività massonica, ovviamente riservata solo a coloro che sono iscritti ad una Loggia.



Seconda nota dell'Autore:

Numerosi articoli, pubblicati a vario genere e titolo, hanno paragonato la reazione delle principali Istituzioni massoniche alla pubblicazione de “Il simbolo perduto”, alla diversa reazione avuta dalla Chiesa Cattolica, all'epoca della pubblicazione de “Il codice da Vinci”. Lo scrivente vuole sottolineare che tale paragone è incondivisibile ed affetto da qualunquismo e superficialità approssimativa. Ciò in quanto, nell'opera “Il simbolo perduto” l'Autore Dan Brown, si esprime in termini apparentemente molto positivi e lusinghieri sull'Istituzione massonica americana. Altrettanto non può dirsi circa la stesura de “Il codice da Vinci” con riferimento alla Chiesa Cattolica. La differenza è talmente marcata da rendere impossibile un paragone soprattutto in quanti hanno avuto l'ardire e forse anche la favolistica creatività di affermare che la Massoneria è stata molto più liberale della Chiesa Cattolica nell'accettare lo scritto di Brown.



Terza nota dell'Autore:

La maggioranza delle Istituzioni massoniche interpellate a mezzo di giornali, internet, e televisioni, per il tramite dei loro massimi rappresentanti, si sono espressi favorevolmente circa l'opera di Brown, affermando un certo gradimento per i suoi contenuti. Questo è accaduto anche in Italia. Tuttavia, lo scrivente ritiene che buona parte delle domande che sono state fatte ai rappresentanti delle varie Istituzioni massoniche non abbiano colto un aspetto di non poca evidenza, che dal testo di Brown traspare a più riprese e cioè l'evidente quanto apparentemente nostalgico limite della dottrina massonica. Un attenta lettura vedrà infatti uscire particolarmente ridimensionata l'attività massonica rispetto agli aspetti religiosi, in particolare, estrapolando dal testo tutte le parti in cui si associa da un lato il credo religioso e dall'altro i contenuti dell'azione massonica, si mette in luce che la seconda è nettamente in subordine rispetto alla prima. Una dequalificazione evidente che relega il percorso iniziatico massonico all'aspetto interpretativo e umanistico, privandolo di ogni valenza rivelatrice, anzi, addirittura i più alti gradi escono assai ridimensionati, in quanto custodi di una semplice, a tratti, profetica, teorizzazione, figlia di menti illuminate del passato, ma completamente svuotata di verità rivelata, la quale, a tutti gli effetti, appartiene al credo religioso.

Questo aspetto non è stato affrontato e ad avviso dello scrivente rivela un errore di fondo sul quale andrebbe maggiormente argomentato, in quanto la statura morale, spirituale e concettuale cui alcune Istituzioni massoniche sono in grado di istruire, vanno ben oltre la semplice indagine, e sussumono in sé stesse la rivelazione, quasi catartica e nel contempo karmica dell'uomo, come epicentro razionale dell'Universo creato.

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