Il figlio del cimitero
Autore: Neil Gaiman
Genere: Fantastico.
“Il figlio del cimitero” è un romanzo di Neil
Gaiman.
Autore mitico, contemporaneo della letteratura americana,
in Italia è noto al grande pubblico sopratutto per le sue sceneggiatore nel
segmento dei Fumetti.
Ha firmato alcune delle più acclamate e celebrate opere nel
mondo dei “comics” (il luogo dove c’è tutta la conoscenza del Mondo direbbe Hiro
del telefilm Heroes)
E’ uno scrittore di altissima caratura, dotato di
caratteristiche che lo rendono completo sotto tutti i profili, tanto nella
stesura espositiva della narrazione, quanto nei dialoghi.
Riesce a creare, con una sintesi di contenuti, situazioni e
ambientazioni che meritano la citazione e spesso la rilettura di alcuni
passaggi, a tratti così dolci ed efficaci, da rappresentare un moto di forza
perpetua nell’immaginario del lettore, cui letteralmente strappa le
emozioni.
Ci sono epoche storiche negli scritti di Gaiman che possono
essere oggetto di moltissimi distinguo perchè questo straordinario genio
contemporaneo, ama le citazioni, non solo letterarie, ma sopratutto come metodo
narrativo suo, retaggio evidente di un immenso bagaglio di letture che
padroneggia con memoria e rispetto.
In ogni suo romanzo, infatti, ritroviamo pezzi di
letteratura provenienti da ogni parte del Mondo, provenienti da tempi e periodi
diversi, per questo è difficile a volte, scindere il significato letterale delle
sue narrazioni, da un grande artefatto sociologico e psicologico della vita, con
metafore di stile e argomenti di riflessione filosofica.
In questa sua ultima opera c’è tutta la testimonianza
evidente del bagaglio culturale accumulato fino ad oggi, in ogni riga ed
espressione.
La storia comincia con la descrizione di un omicidio
plurimo, ad opera di un sinistro assassino ed è così intensa e vivida
quest’azione da risultare anche sconvolgente, per i suoi tratti di
realismo.
Una Famiglia sterminata, in una sola notte.
Un unico sopravvissuto: un pargolo, troppo piccolo per non
essere guidato dall’invisibile mano del fato che lo sottrae, con l’astuzia della
curiosità e l’irriverenza della semplicità, a questo perverso e spietato
eccidio.
La sua inconsapevole fuga lo porta sull’altura di una
collina, oltre il villaggio, laddove dimorano i morti: il cimitero.
Questo non è il luogo dell’eterno riposo, bensì un mondo
eterno e perpetuamente contemporaneo, dove le anime dei defunti vivono la non –
esistenza, quel che resta cioè del sogno che era la vita.
Il figlio dell’uomo viene salvato e poi adottato da una
coppia di defunti ed è l’inizio di una serie di storie che, suddivise in
capitoli, narrano l’affascinante e misteriosa vita nel cimitero, così ricca di
personaggi, aneddoti, pericoli e leggende, in grado di trascinare il lettore
pagina dopo pagina, attraverso questa realtà sconosciuta, eppure così
straordinariamente avvincente.
Incontreremo i Ghoul, la Strega, il Lupo Mannaro (Mastino
dei Dio), conosceremo la magia e ancora avremo la prova che i veri mostri sono
sempre in carne ed ossa.
Cresceremo con Nobody Owens (questo il nome del bambino che
si farà adolescente e poi ragazzo), vivendo le sue avventure, imparando la sua
nuova arte e l’arcano che si cela nel suo passato.
Conosceremo i suoi amici e il suo tutore, Silas, che non è
vivo e nemmeno morto, e rappresenta più di quel che la virtù dell’uomo sembra
voler ricordare.
Poi scopriremo il segreto dietro l’eccidio della sua
Famiglia e il nome che la Confraternita ha dato all’assassino per giustificare i
suoi “perchè”.
Gaiman è un tutto: coinvolgente e appassionato, saggio e
riflessivo, lascia spazio al lettore e nel contempo sa come coinvolgerlo in
questa avventura.
“Il figlio del cimitero” è catalogato come
un romanzo per ragazzi, ma io credo che lo debbano leggere tutti coloro che
almeno una volta nella vita, hanno capito cosa significa essere adolescenti e
sono stati in quel luogo di meraviglie dove i sogni non muoiono mai.
Marco Solferini
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