mercoledì 28 dicembre 2011

Gomorra


Gomorra

Autore: Roberto Saviano
Genere: Drammatico


"Gomorra” si è legittimato sul campo come un caso editoriale.


E’ una storia che nasce in casa nostra. Come Italia. E per gli Italiani. Tutti, non solo quelli che vivono in una Regione o nell'inesistente confine tra nord, centro e sud.

Un testo autobiografico ed esperienziale, che trae spunto dalla realtà di una malavita organizzata sinonimo di un espressione popolare, ma non populista.


L’Autore, comincia narrando eventi che si svolgono al porto di Napoli, esperienze vissute in prima linea e poi carica il Kalashnikov dell’informazione, come i camorristi nel suo resoconto caricano quelli veri, a mano armata.

E’ una raffica di nomi: luoghi associati a Famiglie malavitose.

E’ una storia che fa del dettaglio una sorta di spiegazione maniacale, come se, una volta aperto il vaso di Pandora, niente può o deve rimanere al suo interno.

Nomi e cognomi, tecniche di spaccio, circostanze, situazioni.



Ogni cosa forma un grande puzzle che da Napoli si propaga ai comuni limitrofi, alle realtà meno conosciute. Un Mondo dove solo le forze dell’ordine resistono all’assuefazione, alla consapevolezza reale di una vita parallela organizzata sulla base dello Stato camorristico.

Un disagio accettabile? Secondo l’Autore no di certo. Saviano opta per uno stile giornalistico, ma non tralascia una critica di fondo, che attraversa la morale come la stoccata di un fioretto: questo è quello che è, ma non ciò che potrebbe essere. Il messaggio è chiaro.


Gomorra è un pedissequo ripetersi degli incubi conosciuti, perché in Italia la parola mafia la si impara sempre troppo tardi e la si dimentica troppo presto. Alcuni poi, ci convivono fino al giorno in cui l'uomo la mafia diventano una cosa sola.

Quand’è che finalmente noi, la gente, ci sveglieremo. Quelli che pensano sempre “queste cose abitano lontano dai nostri problemi, perchè in fondo noi siamo diversi, non finiremo mai in un telegiornale alla voce :cronaca”. Quand’è che la misura è colma?

A questo interrogativo non c’è risposta, nemmeno quando leggi di omicidi così brutali, ingiusti e freddi, gelidi di violenza meccanica, nemmeno allora puoi avere la sensazione che qualcosa stia finendo perchè dietro ogni porta si nasconde un altro inganno.

E’ un romanzo di violenza, ma non sulla violenza, forse cita uno spaccato dell’animo umano, dove i ragazzini diventano grandi, quando si fanno scaricare colpi di pistola sul giubbotto antiproiettile.


Dove un mafioso pesta un tossico per cercare rianimarlo, dopo avergli dato una dose tagliata male.


E una ragazza, ha la sola colpa di essere fidanzata con la persona sbagliata, perciò deve morire di una morte orrenda, brutale, come la punizione per chi si oppone al potere.


Ed è un romanzo di soldi. Tanti. Partono dal cemento, finiscono ovunque: una marea oltre la diga dell’omertà e della paura.

Infine, una domanda aleggia perpetua, ma lo Stato dov’è? Quando tutto tace e all’alba un nuovo giorno comincia, a Gomorra, uno come tanti che la maggior parte della gente si augura di non dover vivere mai.


“Gomorra” è un romanzo sui principi, etica e valori, il problema è che racconta di un mondo dove non esistono.

Marco Solferini

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